N.606,607

Casa e spezieria dei Zanoni.

1394, 6 ottobre. Matteo Guiduccio Griffoni notaio della cappella di S. Barbaziano, vende a Francesco del fu Francesco da Castel S. Pietro notaio della cappella di Santa Maria Maddalena per l'arte dei beccari, una casa sotto S. Biagio presso la strada di S. Stefano e di Cartoleria Nuova e presso l' ospitale di S. Biagio, per L. 800 di Bolognini. Rogito di Giacomo del fu Guglielmo di ser Leonardo da S. Giorgio.

1408, 19 settembre. Giacomo e Antonio di Guglielmo speziale vende a Cambio di Floriano Beccari due case in cappella di S. Biagio, per L. 300. Rogito Lodovico Codagnelli. Confina Gerardino di Bettino da Cavogli, o Gio. Bombologni, i Cavalieri, l' ospitale di S. Biagio, ed un casamento del fu Betto di Giacomo.

1492, 9 aprile. La spezieria fu data in dote da Marco Speciari a Diamante sposa promessa di Gio. Andrea di Antonio Bigatti, in lire 400 di valore, ed in lire 100 di mobili.

1501, 31 marzo. Laura Speciari maritata in Pietro Signorini, e Diamante Speciari in Gio. Andrea Bigatti sorelle, e figlie di Marco del fu Bartolomeo Speciari, vendono la casa, esclusa la spezieria, alla compagnia dei Servi, per L. 489, 4, 7 d'argento, pari a L. 530 moneta corrente. Rogito Domenico Maria Amorini. Confina due strade, i Certosini, e la fossa per dove corre l' acqua.

1509, 7 novembre. Vendita fatta da Gio. Andrea Bigatti erede di Diamante Speciari sua moglie, alla compagnia dei Servi, della bottega ad uso di speziale, e di larderia, sul cantone di Cartoleria Nuova, per L. 280, comprata dall' ospitale. Rogito Benedetto dall'Aglio.

1508, 25 novembre. La casa e bottega ad uso di spezieria e di lardaria, fu data in enfiteusi a Filippo Maria e Nanne fratelli Savi, per annue L. 50. Rogito del detto dall'Aglio. Confina due strade, i beni della compagnia, e i Certosini. La: bottega era in Cartoleria Nuova.

1544, 25 giugno. Assegnazione fatta dalla Camera di Bologna allo spedale dei Servi di un guasto e di un portico nell' angolo di Cartoleria Nuova, in faccia alla chiesa di S. Biagio, fino ad una casa dello spedale. Rogito Gaspare Merighi, e Nicolò Panzacchi. Il 9 novembre 1555 passarono convenzioni fra lo spedale e Taddea vedova Savi, intorno alla fabbrica da farsi su detto guasto. Rogito Antonio Stancari.

1548, 15 maggio. Licenza data a Filippo e Carlo del fu Nanne Savi di poter fabbricare sopra il portico chiuso in Cartoleria Nuova, per tutta l' estensione della casa e bottega da loro goduta in enfiteusi. Rogito Nicolò Panzacchia. Il detto stabile confinava le due strade, e i beni dell' ospitale. II portico era dalla parte di Cartoleria.

1577, 25 gennaio. Convenzione fra i fratelli Savi e l' ospitale dei Servi per la fabbrica sopra il Calandrone, e per attacar la volta nel muro della chiesa, e conficar muri nella casa annessa in Cartoleria Nuova appartenente allo spedale, per L. 1800, nelle quali è compresa la francazione del canone della casa e spezieria, che i predetti Savi comprarono, ampliando la fabbrica preesistente.

Il N. 607 era una casa dell' ospitale dei Servi che il 3 gennaio 1786 fu venduta a Gio. Pietro Zanoni, in confine d'altra casa dell'ospitale, pagata L. 3000. Rogito Francesco Triboli. Quasi tutto il suolo dall' angolo di Cartoleria Nuova con Strada S. Stefano fino al di là di S. Petronio Vecchio, fu anche in tempi non molto lontani tutto aperto, e non caseggiato fino alle mura del secondo recinto. Nel medesimo vi era un fossato per cui correva l'acqua del canale di Savena, il qual fossato dai notari era comunemente chiamato Calandrone. Daremo qui per data i contratti seguiti delle pezze di detto terreno.

1466, 13 novembre. Compra degli uffiziali dell' ospitale dei Servi da Cesare Panzacchia di una pezza di terreno vacuo a guisa di prato posta parte sotto Santa Maria di Castel de' Britti, e parte sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, per ducati 200. Rogito Giorgio Donati.

1491, 22 settembre. Compra del detto ospitale da Scipione del fu Floriano Geri di una pezza di terra di là dal fossato per cui corre l' acqua di Cartoleria, e più altra pezza da Filippa madre del detto Geri, per L. 25. Rogito Antonio Amorini.

1492, 23 febbraio. Compra lo spedale predetto da Melchiorre e Gio. Battista Panzacchia, una pezza di terra prativa di piedi 12 in larghezza e di piedi 30 in lunghezza, sotto S. Biagio in Cartoleria Nuova, per L. 12 d'argento. Rogito Antonio Amorini. Confina l'ospitale da due lati ed il fossato.

1547, 3 gennaio. Locazione dello spedale a Gio. Gabriele Guidotti di una pezza o guasto in Cartoleria Nuova sotto S. Biagio, lunga piedi 19, 6 dal confine di Cartoleria Nuova fino al muro che rinchiude di là dal fossato il cortile dello spedale dei Servi, per annue L. 40, con facoltà di fabbricare. Rogito Nicolò Panzacchia.

Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

Santa Maria dei Servi.

Ospedale, e Compagnia in strada San Stefano.

Questa Compagnia fu instituita nel 1275.

Abitarono già in S. Petronio Vecchio, poi nel convento dei Servi in strada Maggiore in un oratorio vicino alla porta del detto convento, e vi stettero circa fino al 1404.

Certo Giovanni Bentivogli beccaro, lasciò a questa Compagnia, oltre altri beni anche il locale di strada S. Stefano, ove eravi anche un ospizio per pellegrini vicino alla Ceriola, luogo dove nel 1200 un certo tale vi albergava muli, e poi coll' aiuto di vari formò l'ospedale dei Pellegrini.

Nel 1404 adunque passarono dal convento dei Servi a questo locale, allora detto di Santa Maria delle Laudi.

Nel 1450 cominciarono ad ospitare i pellegrini, alloggiandone ogni anno circa 14000 fra uomini, donne, e preti secolari.

Questa Compagnia fu sopressa il 28 luglio 1798, e la chiesa fu chiusa con muro il 10 agosto 1808.

Il 18 dicembre 1805 per lire 800 milanesi enfìteotiche, la Congregazione di Carità cedeva in enfiteusi a Gaetano Giovanni Sgarzi l'ospedale superiore, i granari, e cantine, eccetto la chiesa, l'oratorio, per anni 20 in ragione di lire 1000 di Milano. Rogito Forni.

Parte però fu comprato da certo Cicognari, e segnatamente la cappella maggiore della chiesa, la quale fu unita ad una casa da lui acquistata in Cartoleria Nuova.

La chiesa fu ridotta a rimessa, e l'oratorio a cucina por la locanda che era conosciuta sotto il nome della Pace.