Odofredi

Detti prima Onesti ed eziandio Denari (1), forse da molte ricchezze. Erano geremei e giurarono la pace del 1279. Di quando in quando furono degli anziani dal 1257 al 1663, spegnendosi poco dopo in Livia, moglie di Giampaolo Gandolfi.

Datisi in buon numero alle armi, furono condottieri Francesco in aiuto di Matteo Visconti (1299), Odofredo con mille cavalli e seimila fanti in soccorso de' Fiorentini, cui Castruccio Castraccane aveva tolto Pistoia (1325). Un altro Francesco governò uno de' galeoni, chiamato tre Ricci, mandati dai Bolognesi a rinforzare il naviglio del duca di Mantova (1397) (2). Ma la rinomanza degli Odofredi, come di altre famiglie di cui ho parlato, venne loro dalla scienza giuridica. Imperciocchè Odofredo di Bonaccorso e suo figlio Alberto furono de' più illustri legisti del secolo XIII. Odofredo divise con Accursio il primato della giurisprudenza in Bologna, insegnandola con grande applauso: superò Accursio negli aringhi, nell' autorità tenuta fra' suoi concittadini e nella splendidezza. Degli incarichi avuti dal comune uno fu lo stabilire, insieme con Passipovero, altro giureconsulto di gran fama, le condizioni di pace co' Modenesi, vinti nella guerra in cui cadde prigione il re Enzo (3). Morì nel 1265 e il suo sepolcro piramidale scorgesi malconcio accanto a quello dell' emulo Accursio, sotto il portico del già convento di s. Francesco.

Alberto anch' egli primeggiò nel foro e nella cattedra; distinguendosi eziandìo nel maneggio dei pubblici affari. Altri due Odofredi insegnarono decretali, nei secoli XVI e XVII (4).

Nella corte di Varignana, in luogo detto Villafranca, gli Odofredi possedevano nel 1298 un palazzo, il quale venne fortificato dai deputati sulla guerra, affinchè fosse di difesa a quella contrada montana ed alla sottostante pianura (5). In città avevano molte case enumerate nel testamento d' Alberto e situate fra la corte di s. Ambrogio (ch'era presso la via de' Pignattari ) e la piazza maggiore. L'edifizio delle scuole e delle case del grande Odofredo, situato presso la suddetta corte di s. Ambrogio e presso Giovanni di Enrico, Riccardino Pellipari e Guido Tonsi fu venduto nel 1 273, morto Odofredo, da un Azzolino del già Jacobetto Sartore a Pietro di Provinciale (6). Accanto a siffatto edifizio delle scuole e delle case d' Odofredo il costui figlio Alberto comprò nel 1296 alcune case e la torre già dei Senzarasone, detta Malpaga perchè era carcere dei debitori (7). Tre anni dopo comprò altresì una casa vicina della stessa provenienza detta anch' essa Malpaga (8). Ma nel 1390 la torre posseduta allora da Ranieri Odofredi venne occupata dal comune, stimata 200 lire ed abbattuta per la fabbrica della chiesa di s. Petronio (9).

(1) Fantuzzi, Notiz. v. 6, pag. 163.

(2) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 387; v. 2, pag. 18, 494.

(3) Sarti, De clar. archig. v. 1, pag. 147. Fantuzzi, Notiz. v. 6, pag. 163. Maz zetti, Repert., pag. 225.

(4) Sarti, De clar. archig. v. 1, pag. 170. Fantuzzi, Notiz. v. 6, pag. 176. Mazzetti. Repert., pag. 225, 226.

(5) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 359.

(6) Docum. n. 90.

(7) Docum. n. 210.

(8) Docum. n. 219.

(9) Docum. n. 225.