Il vicolo delle Accuse comincia nella via del voltone della Madonna del Popolo, dirigendosi da mezzodì a settentrione, poi piegando a sinistra nella direzione da levante a ponente, termina nella piazzetta della Canepa o via Marzarie.
La sua lunghezza è di pert. 13. 08 e di superficie pert. 16. 38.
L'antico suo nome era via delle Notarie, o Ruga dei Notari, come si rileva dal rogito di Bartolomeo Panzacchia relativo alla divisione stipulata li 27 aprile 1463, nella quale si fa memoria di due banchetti attigui ad uso di notaio, posti in Bologna in cappella S.Giusta ed in confine di Pietro Bruni. Sembra quindi che il nome Ruga dei Notari vi si appropriasse perchè ivi i notari avevano residenza in un salotto.
Dopo il 1473, quando li notari delle Accuse stabilirono quivi la loro residenza, cambiò il nome in quello di via delle Accuse.
Accuse a destra , entrandovi per la via del voltone del Popolo.
N.1294. Se si può prestar fede ai cronisti bolognesi, la chiesa di s. Giusta (vedi palazzo del Podestà) era precisamente al N. 1293, dove appresso trovavasi la residenza dell'arte degli speziali; ma è probabile che la canonica di quella chiesa parrocchiale s'estendesse anche sul suolo del N. 1294, la cui proprietà era delle suore di s. Lorenzo.
La Coletta del 1408 dice "Chiesa di s. Giusta presso il palazzo del Pretore di Bologna; Vianesio e Delfino fratelli, e figli del fu Nicola del fu Albicino Atticonti , presentarono un soggetto al Camerlengo del capitolo li 8 giugno 1376, come da rogito di Paolo Cospi.
Franceschino del fu Marchesino Luduvisi, presentò anch'esso un soggetto li 7 del mese ed anno stesso a rogito del medesimo Cospi, nella sua qualità d'erede del fu Albicino Atticonti".
Questi è il primo ricordato per le nostre storie nella scelta tra gli Anziani pel mese di dicembre 1321; come pure Delfino, di Nicola, dottor legista, che fioriva nel 1439, e che fu lettore di gius civile negli anni 1443 e 1444.
Credono alcuni che gli Atticonti ed i Delfini fossero d'uno stesso stipite; però mancano le prove documentali. Ercole Marescotti ebbe delle pretese a questo giuspatronato, e l' ottenne; anzi li suoi discendenti donarono questo benefizio alla famiglia Grassi, come da rogito di Ercole dall'Oro delli 11 settembre 1613.
È certo che s. Giusta era parrocchia nel 1296, e ciò risulta dall'istrumento di compra fatta dal Comune in detto anno delle case di Filippo e fratelli o figli di Paolo Lambertini, le quali erano in faccia a s. Giusta, che si disse poi di palazzo, che cessò d'esser parrocchia, e fu poi profanata nel 1594.
Nel 1319 alli 11 agosto Tommasino del fu Giovanni Grognoleni , compra da Ugolino e Filippo fratelli e figli del fu Guglielmo di Pizzardo Lambertini una casa sotto s. Giusta in confine colla via pubblica e cogli eredi di Paolo e di Alberico Lambertini , per lire 300; rogito Alberto Pappazzoni
N.1293. Residenza dell'arte degli speziali, in confine a levante e ad ostro colle suore di s. Lorenzo, a tramontana con quelle della Maddalena, a ponente col vicolo delle Accuse.
La data dei primi statuti di questa società, delle più antiche, non si conosce: nel nuovo Masina (cioè nella Bologna perlustrata, che da alcuni eruditi si ristampò senza darne il compimento) si trova descritto che nel 1289 furono riformati, senza indicare da dove si abbia attinto questa notizia, non ricordata dall' Orlandi nella tavola V posta in fine delle notizie de' bolognesi scrittori, in cui enumera gli statuti.
L'arte degli speziali godeva jus al Consolato della Mercanzia.
Si ha fondamento di credere che gli speziali non abbiano avuto statuti che molto tardi, e ne sia una prova la provvisione del 27 maggio 1444, nella quale il Massaro ed uomini della compagnia degli speziali proibiscono a qualunque esercente di aprir bottega, se non se alla distanza di tre pertiche (misura bolognese) da una all'altra, che vadi allo stesso uso, sotto pena di lire 25; e ciò a forma dello statuto della compagnia dei salaroli , alla quale è unita quella degli speziali. Rogito Signorino di Bartolomeo Orsi.
Di fatti trovasi sovente che in una stessa bottega si spacciavano medicinali e salumaria.
Dal predetto contesto si vede che, quantunque unite le due società, gli speziali eleggevano non ostante il loro Massaro.
Una riforma fu approvata dal Senato li 11 gennaio 1689 e stampata nel susseguente 1690.
Molti obbedienti erano soggetti a quest'arte, e cioè: distillatori, cerai, aromatari, venditori qualunque d'acquavite, rinfrescatieri, venditori di agrumi, uva passa, fichi secchi, droghieri, spacciatori d'acque di regolizia, venditori di olive, ciarlatani, profumieri, tabaccari , pasticcieri, colorari , venditori d'olio di sasso e polvere per ammazzar sorci, fabbricatori di nevole o cialde ed ostie bianche e colorate, anche dette obbiadini per sigillare lettere.
Gli obbedienti privilegiati erano i venditori di carta, fabbricatori della medesima ed incettatori di stracci.
Gli speziali ebbero in protettore s. Alò, fabbro, il quale fu anche orefice, poi vescovo di Nojon, detto di s. Elois, la cui festa fu da loro celebrata per la prima volta il sabbato 1 dicembre 1601. Negl'ultimi tempi veneravano, come loro protettrice, la B. V. Annunziata.
Li beni degli speziali furono demaniati li 28 dicembre 1798, poi restituiti nel 1800; la suindicata residenza è stata acquistata da Giuseppe del dottor Carlo Rusconi, che l'ha unita al locale della stamperia Camerale.
N.1295. Porta che chiude l'antico vicolo detto del Pozzo del Capitano, e che passava al Mercato di Mezzo, precisamente dov' è il voltone aderente alla già chiesa parrocchiale di s. Michele.
Il Capitano del Comune risiedeva nel palazzo del Pretore e si serviva di un pozzo, che era in questo viottolo e che fu turato nel 1623 quando fu chiusa la comunicazione del Mercato di Mezzo. In appresso la viottola, senza sortita in fondo, prese il nome di Corte delle Massare, o donne serventi, che vi si riunivano per far la spesa in piazza: con tal nome si chiamò anche dalla parte del vicolo delle Accuse , fino alla sua chiusura , mediante portone apposto per decreto delli 10 dicembre 1790.
N.1296. Residenza dell'arte dei merciari, ricordata da un rogito di Bartolomeo Ruffini 21 agosto 1455, dirimpetto alla chiesa di s. Leonardo delle carceri, avente sopra la porta per iscrizione: Societas Merciariorum ; confina a levante colla Corte delle Massare, a mezzodì colla via delle Accuse, a ponente colla piazzola della Canepa ed a settentrione colla casa del Dazio dell' Orto. Questo stabile, che non è superato in grandezza ed eleganza che dalla residenza dell'arte dei notari e degli strazzaroli, fu stimato scudi 2676.
Gli statuti primi dei merciari sono del 1346 e 1353, poi stampati nel 1605.
Il loro oratorio era dedicato a s. Nicolò.
Fu compagnia ricca e numerosa, ed impiegava alcune migliaia di persone.
Li 5 gennaio 1798 si prese possesso dei suoi beni, che furongli restituiti del 1800.
Accuse a sinistra , cominciando dalla via del Popolo.
La tesoreria del Comune era in cappella s. Giusta, in quelle botteghe che dalla parte della via degli Orefici sono in queste contrade, e dal voltone della Madonna del Popolo alla torre del Capitano. Dopo, in confine della torre predetta, fu fatto il salotto già di residenza dei notari delle accuse, e poi dei notari pretoriali, (gli uni e gli altri distinti da' Notari civili, la cui residenza si descriverà nel palazzo appellato del Registro) toltone l' angolo che è formato dall'antica torre dei Lambertini, detta poi torre del Capitano, per servire di carcere ai delinquenti sospetti del tribunale e per essere giudicati.
Aggiunte
Li 16 febbraio 1539. Il Senato concesse al magistrato dei difensori di avere una bottega vicino alla chiesa s. Giusta , e fra quella di s. Leonardo presso le carceri e non lontana dalle carceri del pretore , lunga piedi 18 e larga piedi 13. Li 9 luglio 1510. Petronio del fu Andrea della Sega compra da Baldassare del fu Antonio Cattani una casa sotto s. Giusta, confinante la via ad oriente, e quella mediante il palazzo del Podestà, altra strada a settentrione, Lodovico Ghisellardi a mezzodì verso la piazza del Comune , Felicita vedova di Giacomo Mogli ad occaso verso il palazzo degli Anziani, per lire 600, rogito Battista Buoi. N. B. Questa casa era nell'isola