Borgo della Paglia, dal IV volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani
Borgo della Paglia comincia in strada S. Donato e termina nelle vie dei Castagnoli, e delle Tuate.
La sua lunghezza e di pertiche 113. 03. 6 e cioè a cominciare da una linea tirata dal pilastro della casa Conti N. 2838 a quell’altro dello stesso proprietario posta nella parte opposta in strada S. Donato, fino all’ angolo del pillastro della casa dei Canterzani. La sua superficie è di pertiche 268. 11. 9.
Non si conosce l’etimologia del nome di questa contrada ma pare che derivi o dal mercato della Paglia che vi si teneva un dì, o fors’anche dai Magazzeni di questo genere che erano in questi contorni.
In Borgo Paglia si pubblicavano i bandi del 1289 dal Pozzo presso la casa di M. Michele Bisellieri.
Le suore di S. Agnese nel 1297 affittarono 70 chiusi di casa nel Borgo della Paglia.
Borgo della Paglia a destra entrandovi per strada S. Donato.
Sotto il primo arco del portico di S. Ignazio dalla parte di strada S. Donato eravi l’ ingresso ad un’ oratorio formato in una sala a pian terreno frequentato da giovani artigiani che vi si radunavano le feste a recitarvi i divini uffici. Si dubita molto che cominciassero del 1629.
Nel 1735 fu decorato analogamente poi chiuso nel 1773 per la soppressione dei Gesuiti, che lo regolavano.
N.2840, 2841, 2842, 2843. Chiesa, e noviziato di S.Ignazio già dei Gesuiti. Il fondatore di questo Colleggio e dell’Università di S. Lucia fu il padre Alberto di Camillo Serpa Angelelli, il qual Camillo testò li 30 agosto 1602 lasciando due figli Cristofaro, e il predetto Alberto.
Li 30 marzo 1627 il Senato incaricò l’ Assunteria dei Magistrati per informare sull’ istanza fatta dai Gesuiti di fondare una casa di noviziato in Bologna.
1627 11 Maggio Alberto di Camillo Angelelli , comprò da Sebastiano Gabrielli varie case nel Borgo della Paglia sotto la parrocchia della Maddalena ad oggetto di erigere il noviziato pei Gesuiti pagandole L. 33000. Confinava la strada a mezzodì il colleggio Ancarano a ponente, i beni di detto Colleggio a settentrione, ed alcune casette contingue alla casa grande a levante rogito Giovanni Battista Fontana. Questi stabill già consistenti in due case erano stati comprati da Sebastiano del fu Nicolò Gabrielli, e venduti li 1 ottobre 1572 dai fratelli, e figli di Giovanni Francesco Ercolani per L. 12000 rogito Tommaso Passarotti.
1630 22 Marzo Galeazzo Paleotti governatore del Colleggio Ancarano, e come procuratore di Odoardo Farnese Duca di Parma, e padrone di detto Collegio vendette a comodo del noviziato due tornature circa d’Orto per L. 4676. 8.
1630 16 Novembre. Li Gesuiti comprarono tre piccole case nella Braina di S. Donato per lire 2000 dal rettore della Capellania dei Santi tre Re Maggi.
1643 31 Maggio. Li gesuiti comprano dai Gesuati una casa nella Braina di S. Donato per lire 1400.
1663 20 Giugno. Compra di una casa fatta dai PP. di S. Martino sotto la Maddalena in Borgo Paglia per lire 1100.
1669 26 Aprile. Achille, Francesco Giacomo Antonio fratelli Galli detti dei Pellacani vendettero al noviziato una casa in Borgo della Paglia per lire 9000 che fu demolita per proseguire la fabbrica del noviziato. Questa casa era posta nel gomito che fan le strade di S. Donato e il Borgo della Paglia. Confinava la via a oriente, li compratori, e li Dosi a mezzodì, e a sera, li Bertocchi, e li Maliati a settentrione, rogito Carlo Cavazzi.
1735 8 Gennaio. I Gesuiti di S. Ignazio comprarono dall’avv. Girolomo Calzolari una casa in strada S.Donato per L. 3000 questa per compire la casa del noviziato. Confinava d’avanti con la strada di S. Donato, di dietro, e da un lato coi compratori, anche come possessori della casa di Abbondio Artemisi altra volta Sedazzi e con Ferdinando Sforza. Pagata L. 3000.
I gesuiti fecero una Chiesa dov'è in oggi la porteria , o ingresso al locale, abitando essi nella casa grande dei Gabrielli, che restava dov’ è la Chiesa nuova. Dilatandosi essi colla fabbrica del nuovo Collegio verso strada S. Donato, misero mano all’attual chiesa di S. Ignazio nel 1724 compiendola nel 1727 e profanandone l’antica.
Li 3 settembre 1752 fu consacrata la chiesa attuale sul principio del portico dalla parte di strada S. Donato ove eravi l’oratorio della congregazione della Natività di Maria Vergine detta degli Artisti fondato nei 1629 poi profanato.
Soppressi i gesuiti li 16 agosto 1773 fu dato questo locale ai signori delle missioni, i quali li 5 ottobre 1773 avendo ottenuto dal Senato l’ ingresso, e la stabile mansione in Bologna ne presero possesso nel mese istesso.
Li 14 settembre 1797 fu decretata la traslocazione di questi religiosi nel convento dei Carmelitani delle grazie in strada S. Mamolo, lo che ebbe esecuzione.
Li 12 ottobre susseguente cedettero essi qualunque diritto che potesse loro competere sopra il collegio di S. Ignazio destinato in prevenzione per mettervi gli Esposti.
Li 31 marzo 1798 gli amministratori dell’ospitale dei Bastardini proposero di commutare il locale di S. Ignazio col monastero di S. Procolo, che fu accordato li 28 aprile susseguente, e li 4 maggio fu stipulato il cambio. La prossimità di questo fabbricato a quello dell’ Instituto destinato per l’Università suggeri forse il progetto di farne un appendice facile ad ampliare colle vicine Ortaglie per istabilirvi un esteso Orto Bottanico, ed Agrario. Il governo accettò il progettò, ne ordinò l’esenzione acquistò l’Orto della Viola e fece chiudere il terrapieno della mura fra le porte della Mascarella, e di strada S. Donato. Quest'orto escluso il terrapieno è di tor. 10, tav. 110.
Il locale del Collegio fu destinato alle scuole di pittura, scultura, architettura, ornato, prospettiva, paesi, ed incisione, e a deposito generale dei quadri delle soppresse corporazioni, frai quali ne fu poi fatta una scelta che si vede collocata in due distinte galerie (1). La sala dei Gessi degli antichi capi d'opera di scultore contiene quelli che si vedevano raccolti nell’ antico Instituto, ai quali non pochi sono stati aggiunti dalla munificenza del governo. La Chiesa fu destinata alle pubbliche funzioni, e specialmente alla distribuzione dei premi fra quali merita ricordanza il Curlandese instituito li 16 agosto 1785 da Pietro Biron, duca di Curlandia deliberato li 29 luglio precedente che lasciò mille zecchini effettivi per una medaglia di zecchini 40 da darsi ogni anno ai pittori, scultori, e divisa in due, agl’incisori e architetti. Fu trovato che la cupola era superfiua, e ne fu decretata la demolizione li 2 settembre 1802. Li 20 settembre 1803 la calotta e il cupolino che erano coperti di piombo erano già distrutti. Il tamburo restò intatto; il 1809 finalmente anch'esso fu demolito poi questa chiesa ridonata al culto servì per oratorio ai studenti dell’Università.
N.2844. Qui era stato traslocato il Collegio Ancarano quando per ampliarlo fu acquistata una casa già Morandi, e venduta li 3 luglio 1562 da Giovanni Battista del fu Floriano Morandi ai scuolari del detto Ancarano per lire 2500 a rogito di G. del fu Francesco Fronti. Si dice posta sotto la parocchia di S. M. Maddalena in confine di Giovanni Francesco Ercolani, e del Colleggio ossia dei compratori. Da questa confinazione si deduce che la casa predetta si trovava verso levante cioè in confine della Chiesa di S. Ignazio e di una casa, che i detti studenti vennero ad abitare nel 1532, della quale ignoriamo l’ antico suo proprietario.
Li 7 febbraio 1739 i Gesuiti comprarono dal Collegio Ancarano una casa grande con prato, e alcune case contigue, che confinavano colla Chiesa, colla casa di approvazione, e col muro dell’ orto del Noviziato a levante, e a mezzodì col Borgo della Paglia. La facciata del Collegio, e della casa infrascritta è uniforme, con otto occhi di portico e 10 finestre al secondo piano comprese quelle della seguente casetta che non fa parte di questo contratto la quale confinava con quella del cap. Gamberini, coll’orticello di D. Francesco Tommasi d’Antonio e Domenico fratelli Orsoni, e del conte Francesco Malvasia, per lire 27000 rogito Ercole Guidotti e Luca Fagottini.
1750 31 Dicembre. Il noviziato vendette parte del Collegio Ancarano al P. Leonardo Cominelli rettore di S. Lucia per uso e comando di una casa d'esercizio, per L. 11,000 con scrittura privata, la quale dice parte, perchè il noviziato serve l’orto , e i sotterranei. Questo stabile prese poi il nome di casino degli esercizi, perchè in esso si ritiravano i preti secolari per otto giorni prima della loro consecrazione a far gli esercizi spirituali ed ora fa parte dello stabilimento di S. Ignazio.
N.2845, 2846, 2847. Case in oggi degli eredi di Domenico Boari. Il N. 2845 è la casa non compresa nel precitato contratto del Collegio Ancarano coi Gesuiti, il 2846 è quella che li 11 febbraio 1621 era d’ Antonio Maria, e di Giovanni Battista fratelli, e figli del fu Giovanni Accursi, che confinava da tre lati col Collegio Ancarano. Nel 1661 li 18 marzo fu venduta da Benedetto del fu Stefano Ghini a Tadea del fu Bartolomeo Orlandi vedova di Giulio Cigarini, e di Vincenzo Facchinetti per lire 3500, rogito Domenico Baldini, la quale si dà per essere sotto la Maddalena nel Borgo della Paglia in confine del collegio Ancarano. Passò al Cap. Gamberini, ai Serra, indi all’attuale possessore.
Si passa la via delle Case nuove del Borgo della Paglia:
N.2849, 2850. Parte del suolo di questo stabile era un di enfiteotico del benefizio di S. Giacomo in S. M. dei Galluzzi, che da alcuni si crede il casino dei Bentivogli, ma senza fondamento. Avvi qualche sospetto che questo stabile sia quello che Bartolomeo Dondini vendette li 8 marzo 1584 a Giovanni Battista di Giacomo Stella, che si dice portasse il N. 2850 nel Borgo della Paglia, nel qual contratto fu compresa anche una casuccia in strada S. Donato, per lire 8500, rogito Alessandro Chiocca. Il rogito si è trovato nell’archivio Guidalotti, ne fu successore Barbieri. È certo che fu della famiglia Barbieri nel 1597. Gli eredi di Girolomo di Nicolò cav. di S. Stefano morto li 26 febbraio 1626 lo vendettero al mercante Alessandro Zaniboni per lire 31,000. Bartolomeo del detto Alessandro coll’acquisto di altre case nella via detta Case Nuove aggrandì questo palazzo, e vi mori nel 1719.
Il Palazzino nel giardino fu fabbricato da un fratello di detto Bartolomeo nel 1705, ed estimato lire 71600. Isabella Pico dei duchi della Mirandola sorella del Cardinale lo acquistò per lire 42,000 e vi mori del 1732.
Li 11 dicembre 1739 il Cardinale Lodovico Pico della Mirandola vendette ed anche in via di donazione cedette il palazzo già. del mercante Bartolomeo Zaniboni, e case annesse nel Borgo della Paglia, e di S. Marino per erigervi un collegio come dagli atti del notaio Claudio di Roma ai PP. Somaschi, che se ne servirono per Ospizio fino al 1767. Ne affittavano però porzione, e vi mori li 18 aprile 1767 la marchesa Elisabetta del conte Costanzo Bentivogli vedova del Senatore Paolo Magnani ultima del suo ramo, lasciando eredi gli Ospitali Azzolini e degli Abbandonati. Il Senatore Gregorio M. Casali fu sostituito nel testamento del marchese Filippo Bentivogli, il qual Filippo fu erede del marchese Giuseppe ultimo dei Paleottt del ramo Senatorio, e transigette cogli Ospitali per cui poi si disse Bentivogli o Paleotti.
Nel 1770 lo comprò il marchese Lorenzo Centurioni Spinola di Genova per zecchini 4500 ossia L. 46125 il quale lo ristaurò, finì la fabbrica del palazzino, fece la nuova scala, atterrò la merlatura del muro lungo la via delle Case Nuove, comprò nel 1772 la vicina casa dei Certani N. 2850 atterrò il portico, e costrusse una loggia che passava al palazzino unendola al palazzo ed aprendovi una elegante Capellina dedicata al nome di Maria il venerdì 27 maggio 1774. Morì il Centurioni il giovedì 8 dicembre 1774 del quale furono eredi Maria Centurioni Spinola, e Domenico Paolo Girolamo Palavicini che afilttarono il pian terreno L. 500, il secondo piano L. 850, il terzo L. 300, totale L. 1650, e poi venduto per lire 80,000 a Carlo Ceneri, che sborsò lire 30,000, e il resto si obbligo pagarlo a lire 10,000 annue. Mori egli d’ anni 64 m. 5. g. 6. sexto kal. febb. 1786, come da rogito di Michele Carrazzo notaio di Genova dei 4 agosto 1779.
N.2851. Casa dei Diolaiti della Barigella, poi dei Roatti indi dell’ astronamo Petronio infine dei Matteucci merciari nella piazza del Gigante.
Li 29 luglio 1803 l’Opera dei Medicanti vendette ad Angelo Boriani per persona da nominare una casa dell’ eredità del dott. Matteuzzi sotto la Maddalena nel Borgo della Paglia con stalla, per lire 11,550 rogito Giovanni Battista Comi, la persona nominata fu Giuseppe Collina.
N.2856. Casa dei Masini notari raccoglitori del rinomato archivio Masini composto dei rogiti di 950 notari riunito nel 1808 al grande pubblico archivio dietro vitalizio contratto coll’ultimo possessore.
Si passa la via di Cento Trecento.
N.2863. Casa che sembra quella degli Scaramuzza, e che nel 1568 appartenne al dott. D. Massei, che la lasciò al sacerdote dott. Beccarini, e da questi legatata a Giovanni Pulega morto nel 1737 senza figli. Passò al Curato pro tempore di S. Felice. In questo stabile vi ha abitato per molti anni il celebre Gabriello Manfredi.
N.2864. Si sa che del 1557 i Basenghi ebbero casa nel Borgo della Paglia contigua a quella degli Argeli poi Codronchi andando verso Cento Trecento e che poi divenne proprietà della fabbrica di S. Petronio. Queste due indicazioni combinano a favore di questo numero.
Li 26 febbraio 1540. Sebastiano, Vincenzo, ed Angelo fratelli Spuntoni comprarono da Giovanni Battista del fu Gaspare Scala una casa sotto la Maddalena nel Borgo della Paglia, per lire 2800 rogito Giovanni Battista Beroaldi e Girolamo Castelani, confinava Giulio Petroni di sopra, e gli Spuntoni da due lati.
1568 8 Gennaio. Comprava Giovanni Spontoni da Lodovica e da altri dei Mellara, dei miglioramenti di una casa sotto la Maddalena in Cento Trecento, di diritto dominio dell’ altare di S. Giacomo in S. Maria Rotonda a cui si pagavano soldi 16 di canone. È detto esser posta in contrada le Cento Trascende in confine d’ altri beni di detto altare, condotti dagli eredi di Prospero Mellara padre della suddetta venditrice, degli eredi di Sebastiano Scaramuzza di sopra, e di Nicolò dal Purgo mediante chiavica per lire 625, rogito Andrea Rota.
1571 17 Marzo. Comprò Giovanni Spontoni da Lodovico Guarini, i miglioramenti di una casa enfiteotica dell’ altare suddetto, posta sotto la parrocchia della Maddalena in Cento Trecento, a cui pagavano annui soldi 16 di canone. Pare che confinasse coi dal Purgo, pagata lire 600, rogito Andre Rota.
1609 17 Settembre. Comprava Vincenzo, e fratelli Spontoni da Giacomo Alfonsi, e da Angelica Gaiani, una parte di casa vecchia sotto la Maddalena in Cento Trecento per lire 3050. Rogito Banzo Banzi, confinava il collegio Ungaro, gli Argeli, e la casa grande dei Spontoni.
1650 25 Gennaio. Fu consegnato il testamento di Giulio del fu Paolo Spontoni col quale lasciò erede la fabbrica di S. Petronio mosso da giuste cause e particolarmente per l’insortogli scrupolo sull’ amministrazione da esso tenuta dei beni di detta fabbrica per anni 23 a rogito Carlo Filippo Zanetti.
Nicolò Spontoni viveva nel 1310. Furono nobili, e contrassero alleanza con distinte famiglie. L’ ultimo dei Spontoni fu F. Alessandro cappucino che mori d’ apoplesia li 21 giugno 1705.
Li 3 giugno 1658 la casa della fabbrica di S. Petronio sotto la Maddalena nel Borgo Paglia confinava cogli Argeli, Cento Trecento e la casa annessa, la quale confinava colla casa grande, il Borgo della Paglia e Cento Trecento, rogito Cristoforo Sanmartini e Battista Marsemigli. Questa casa fu comprata li 27 giugno 1800 dal dott. Clemente Scarselli causidico poi morto sacerdote.
N.2865, 2866. Case dei Paltroni, famiglia che si suppone derivasse da Mantova, da un Ennano notaio dei Cartolari; che ne sia, il certo suo stipite è proveniente da Giovanni d’Ugolino Riformatore del 1322. Terminarono i Paltroni in Orinzia moglie di Paolo Emilio di Giovanni Argeli, dotata di L. 16300 come da instituto dotale dei 10 dicembre 1573 la quale portò l’eredità, e il cognome alla famiglia Argeli, che si dissero dei Paltroni dopo la morte di Giulio il qual Giulio li 6 maggio 1580 rogito Ippolito Peppi comprò da Gandolfo de Buoi una casa già di Bartolomeo Grossi Budriese che confinava col compratore da due lati e cogli eredi di Tommaso Passarotti dall’ altro, la qual casa li 25 settembre 1607 fu assegnata da Giovanni Argeli Paltroni al Capitolo di S. Pietro per liquidazione di un legato di lire 4000 ingiunto al detto capitolo da Giulio Paltroni. Rogito Ippolito Peppi. Questo stabile sarà stato redento dagli Argeli perchè anche in oggi fa parte del N. 2866.
Cesare di Lodovico Argeli Paltroni mori li‘ 12 dicembre 1710 lasciando un solo figlio naturale di nome Cesare morto nel 1760 del terz’ ordine di S. Francesco, e due figlie legittime, e cioè Orintia moglie di Gaspare di Carlo Scali alla quale lasciò l’ eredità Paltroni, ed Eleonora maritata ad Innocenzo Codronchi d’ Imola che ebbe l’eredità Argeli, nella di cui parte vi fù compreso anche questo stabile abitato dai suoi discendenti che aggregati alla nobiltà Bolognese copersero le primarie magistrature di questa Città.
N.2867. Casa con corte, orto e tre porte, due nella Mascarella, ed una nel Borgo della Paglia, posta sotto la parecchia di S. Maria Maddalena di strada S. Donato venduta per L. 1300 in bolognini d'argento da Giovanni del fu Lodo vico dall’ Armi, a Giovanni del fu Antonio Loiani. Confinava le prenominate vie, Martino di Guido Beccaro detto Martino di Lando, e Antonio figlio di Martino. Rogito Bartolomeo Panzacchia del 1° aprile 1465.
1470 11 Gennaio. Comprava Antonio del fu Giovanni Loiani da Gaspare del fu Giovanni Morbioli una casa sotto la Mascarella, in contrada della Mascarella che confinava col compratore da due lati, e con Mastro Giovanni da Dozza, pagata lire 180 di bolognini d’ argento. Rogito Bernardo da Sassuno.
Nel 1484 sotto li 15 aprile, Antonio, fratelli e figli del fu Giovanni Loiani abitavano nella Mascarella.
1533 18 Aprile. Casa di Paris Morbioli posta sotto S. Martino nell’angolo delle contrade della Mascarella, e del Borgo della Paglia. Rogito Francesco de Buoi.
Nel 1544 li 13 giugno l’ Ornato concedette suolo pubblico a Francesco de Laude per dirizzare la facciata della sua casa nell’angolo del Borgo della Paglia, e della Mascarella che era di piedi 73, e confinava con Bartolomeo Grotti di Budrio.
Li 30 Gennaio 1573. Cecilia di Lorenzo Caprari vedova di Agostino Pellicani, la vendette per lire 2900 a Tommaso di Silvestro Passarotti marito d’ Ippolita Guastavillani. Rogito Innocenzo Burnetti nel quale vien detto essere sotto la Mascarella nell’angolo di questa strada, e di quella del Borgo della Paglia.
Li 28 gennaio 1576 Tommaso di Silvestro Passarotti ottenne di occupar suolo d’ avanti la sua casa nel Borgo della Paglia presso Gandolfo de Buoi in lunghezza di piedi 14, e in larghezza piedi 4 per ridurlo ad uso di portico.
Nel 1623 15 Novembre. Rogito Francesco Venezia con patto di francare, ma si sa che apparteneva a Nicolò di Scipione Calcina.
1650 5 Aprile. Alessandra del fu Francesco Limidi vedova di Nicolò Calcina testò a favore delle suore di S. Guglielmo dove mori, e dove erano suor Diana Stella, suor Angela Margarita Limidi entrambe professe. Rogito Scipione Corazza.
1651 9 Settembre. Casa dell’eredità di Nicolò Calcina posta nell’angolo della Mascarella, e del Borgo Paglia. I Calcina si dissero Grassi, Calcina dal Gambaro, e Prevedelli Calcina.
1664 2 Giugno. Fu transatto fra le suore di S. Guglielmo eredi di Alessandra Limidi vedova de fu Nicolò Calcina e gli eredi di detto Nicolò, per cui le suore ricevettero una casa sotto S. Martino maggiore nell’angolo della Mascarelia, e del Borgo della Paglia. Rogito Scipione Corrazza.
1664 27 Giugno. Il conte Filippo Bentivogli comprò dalle suore di S. Guglielmo eredi Limidi una casa nell’angolo della Mascarella, e del Borgo della Paglia per lire 7000, rogito Vincenzo Sabattini. Confinava a ponente la via della Mascarella gli Argeli da due parti, e il Borgo della Paglia.
Si passa la via della Mascarella.
N.1599. Palazzo della famiglia senatoria Bentivogli discendente anch’essa da Zambono da Viadagola staccata dai Bentivogli dominanti per Bente di Ivano capo di questo ramo, e fratello di Francesco capo dell’altro del cui ramo esiste un superstite ancora oggidì in Ferrara.
Nell’archivio Bentivogli non si trovano notizie delle compre fatte nel secolo in cui fu edificato questo palazzo, e solo si è rinvenuto che li 12 giugno 1310 Zanetto Bentivogli comprò da Giovanna moglie di Filippo Lisignoli o Losignoli, una casa sotto S. Martino nel Borgo di S. Pietro sopra terreno del Vescovo in confine del compratore, pagata lire 50, rogito Francesco Brusca.
Nel 1472 i Bentivogli non dominanti presero in affitto la casa, che fu di Carlo da Saliceto per esso lasciata ai Domenicani, Francescani, Eremitani e Carmelitani per annue lire 24 posta sotto S. Martino dell’Avesa.
Li 28 giugno 1519 fu data licenza al conte Ercole Bentivogli di chiudere il portico, che va da oriente, ad occidente per fabbricare la sua casa, ed abitazione sotto S. Martino dell’ Avesa dal lato di detta casa a mezzogiorno (Borgo Paglia) e ciò per estendere la detta sua facciata, lasciando ampliata la pubblica strada per piedi. 8.
1552, 19 Febbraio. D. Marcantonio, Antonio, Andrea, Andalò , e Giovanni Battista Bentivogli che avevano in animo di riedificare la loro casa nel Borgo della Paglia posta fra la Mascarella , e la via delle Moline ottennero suolo pubblico per la lunghezza di piedi 25 dalla parte della facciata, ed altro che restava sotto un antico e ruinoso portico per piedi 7 once 4, ed anche dalla parte d’ occidente all’ingresso della via delle Moline, dalla parte finalmente della Mascarella per piedi 9 e mezzo. Pretendesi che nell’ angolo della Mascarella vi fosse una casa dei Campanazzi in questo palazzo.
Si cominciarono le fondamenta di questo palazzo li 5 novembre 1551 con disegno di Domenico Tibaldi. Il conte Costanzo Bentivogli nel suo testamento dei 5 dicembre 1552 rogito Cornelio Berti, ordinò che per onore dell’agnazione si si continuasse la fabbrica del medesimo dai conti Ercole e Alessandro suoi cugini e nobilmente condotto a termine. La sala è lunga piedi 51 e larga piedi 30 once 4, dove nell’autunno 1564 si recitò in musica l’ Incostanza della Fortuna del maestro Virginio Amoretti da Bombiana, e nella primavera del 1600 il Fileno disperato.
1570 5 Dicembre. Il Senatore Ercole Bentivogli comprò da Bonifazio Piodi una casa con orto sotto S. Martino nelle zuate (tuate?) per lire 3250, rogito Galeazzo Bovi.
Fu concesso dal pubblico, li 27 dicembre 1632 al conte Ercole, o fratelli Bentivogli di chiudere il portico delle loro stalle annesse dalla via dal lato del loro palazzo verso le Moline.
Il conte Girolamo del conte Fulvio, terminato il suo Ganfalonierato del secondo bimestre del 1713 volle dare li 1 maggio un pranzo spettacoloso nella sua sala, al quale effetto vi fece costruire una gran vasca nel mezzo attorno della quale eranvi le tavole per i comensali che per riempirla vi vollero 150 castellate d’acqua. Il servizio fu fatto con barchette elegantemente ornate. Il peso, e li trapellamenti dell’acqua pregiudicarono non poco la fabbrica, ma non per questo si mancò di profondere applausi per una sì strana, e bizzara invenzione.
Borgo della Paglia a sinistra entrandovi per strada S. Donato
N.2838. Casa che fu dei Fongarini poi dei Conti del Perito.
N.2828. Casa dei Golinelli merciari. Nello stato di Gregorio morto li 1 marzo 1665 questa casa fu valutata lire 18000. Sua erede fu Cattarina Golinelli moglie di Gioseffo Muratori la cui unica figlia di nome Angela portò le due eredità al conte Nestore Morandi del Torresotto di strada Castiglione.
Nel 1723 fu valutata lire 17000, e passò all’abb. Benotti di S. Giovanni in Monte e da lui venduta all’avv. Leoni. Ai Morandi successe Golinelli, la parrocchia della Maddalena per un capitale di L. 10460. Quivi al secondo piano vi tenne finchè visse il suo studio il celebre Gaetano Gandolfi. Appartenne poi all’avv. Leoni.
NN. 2825, 2826, 2827. Stabile di fronte piedi 53 che fu di D. Valerio dal Buono poi di Gertrude Corradini.
NN. 2822, 2823. Casa della famiglia Schiassi notari composta di uno stabile già Ferrari verso la Maddalena, di altro verso il Guasto che fu dei Buratti nobili, poi del suo erede il Senatore Orsi. La facciata fu fatta da Francesco Schiassi al quale fu concesso suolo il 28 giugno 1789.
N.2817. Casa che del 1607 era di Pirro Belliossi, e del 1681 di Cesare Riguzzi, poi Scarselli.
N.2816. Casa grande dei Pollicini Bonafede. Pietro e Paolo del fu Bartolomeo di Bonafede Pollicini sotto li 19 febbraio 1468 avevano casa nella parrocchia della Maddalena presso Giacomo Calzolari, e Silvestro da Castel Franco.
Nel cammino della sala che guarda nella strada evvi una iscrizione che ricorda aver appartenuto ai Pollicini.
1550 18 Marzo. Pietro Antonio e Prospero fratelli e figli del fu Francesco Pollicini comprarono da Anastasia del fu Giovanni. Francesco de’ Barbari, e da Lucia del fu Alessandro Lanzi la terza parte di una casa sotto la Maddalena nel Borgo della Paglia. Confinava Vespasiano Aromatario, gli eredi di Prospero Pezzani, le suore del terz’ordine di S. Domenico, e fu pagata L. 100 rogito Alessandro Fantini.
1570 4 Marzo. Prospero del fu Francesco Pollicini comprò da Vespasiano del fu Giovanni Francesco Barbari la parte di dietro di una casetta nel Borgo della Paglia sotto la Maddalena presso il compratore da un lato, le suore di S. Domenico dall’ altra, e di dietro Floriano Macchiavelli, per lire 200.
1607 20 Aprile. In quel dì comprava Prospero del fu Francesco Pollicini da Domenico Maria Poggi una casa in Borgo Paglia, che confinava a oriente Pirro Belliossi, a occidente il compratore, di dietro Valerio Fasanini, per lire 3200, rogito Giulio Spontoni.
Francesco Maria del fu Pietro Antonio Pollicini testò li 11 settembre 1680. Vuole, che unendosi tutta la sua eredità in una sol testa dei Lambertini debba questi addottare armi, e cognome Pollicini non frammischiando in quelle e in questo nulla che sia della famiglia Lambertini. Rogito Luca Antonio Tirraferri. Morì li 3 novembre 1680, e furono eredi Alberto ed i figli di Marcello di Giovanni Lambertini, e di Lavinia di Pier Antonio Pollicini sorella del detto testatore ed ava di Benedetto XIV. L’ obbligo di portar il cognome Pollicini fu tolto da un breve di Clemente XlI dei 2 giugno 1734. La moglie del suddetto Francesco Maria fu Lavinia Sassoni ultima, ed erede morta li 30 giugno 1697 la cui eredità passò ai Ghelli. In questa casa abitarono i Lambertini, poi i Zanotti, e cioè Giovanni Pietro, Francesco can. Ercole, e il nipote Eustacchio. Fu comprata dal dottor medico Pasquale Antinori, e dai suoi eredi venduta a Giovanni Vincenzo Mazzi di Cento.
Li 14 marzo 1681. La casa grande dei Pollicini confinava verso il Guasto con la Casa dei PP. di S. Domenico, dall’ altra parte con i Riguzzi , e di dietro cogli orti Padovani, e Bottrigari. Pasquale Antinori comprò questa casa dai Lambertini per lire 8800 nel 1784.
N.2815. Casa di Francesco del fu Guglielmo da Piacenza che col suo testamento del 5 febbraio 1514 a rogito di Giovanni Battista Bovi la lasciò in usufrutto, a suor Leandra sua figlia, e a suor Maddalena sua sorella terziarie Domenicane assieme alle mobiglie, che conteneva. La proprietà la lasciò ai PP. di S. Domenico rimettendo all’ arbitrio del priore pro tempore di far abitare nella predetta casa quelle terziarie, che più gli piacerà. I PP. Domenicani vi tennero le dette terziarie finchè stabilmente furon collocate in via Garofalo in una casa anticamente di proprietà dei PP. Predicatori.
Li 6 dicembre 1584 fu permutato l’ uso di questa casa trasportandolo in quella rimpetto al Cimitero di S. Domenico come da rogito di Annibale Rusticelli.
N.2814. Bernardino Lanci vendette a Vespasiano dalla Penna una casa con orto sotto la parrocchia della Maddalena nel Borgo della Paglia. Confinava detta via, il compratore da due lati, il Guasto Bentivogli per lire 1070, rogito Battista Bovi 3 settembre 1518. Questa casa passò al conte Gaspare Bianchi per eredità di Diamante Pocapenna. Rogito Cesare Gerardi dei 4 agosto 1552.
Passò a Castellano del fu Scipione Morbioli da lui venduta li 7 aprile 1621 a Flaminio del fu Dionisio Dalle Donne. Si descrive per casa grande con orto , stalla, rimessa ecc. con altra casa ruinosa contigua poste nel Borgo della Paglia. Confinava la predetta via, altra che va verso il Guasto Bentivogli, i frati di S. Domenico , i Zenzifabri, Pietro Antonio Pollicini, e gli eredi di Valerio Fasanini, per lire 9250 rogito Bondi de’ Bertoliesi.
1639 7 Febbraio. Il Can. Lorenzo di Pietrantonio Pollicini comprò dai Teatini, e dai Bernabiti eredi di Domenico Dalle Donne una casa nel Borgo della Paglia che confinava la via del Guasto, una casa dei Domenicani, la via del Borgo Paglia, la stalla da Bernardino Paleotti, poi mediante l’orto coi Padovani con Scipione Bottrigari, e con Pietrantonio Pollicini da due lati. Pagata lire 9050. rogito Pietro Beliossi.
Si passa la via del Guasto.
Si passa il vicolo del Guasto.
N.2803. Giovanni del fu Tommaso Beroaldi comprava da Nicolò da Saliceto una casa sotto S. Maria Maddalena per lire 475 rogito Francesco da Manzolino dei 24 settembre 1379. In queste vicinanze vi era il Trebbo dei Salicetti, detto anche Trivio dei Salicetti.
1430 21 Dicembre. Fece testamento Nicolò del fu Tommaso Beroaldi abitante in casa propria nel Borgo della Paglia rogito Giovanni Gandoni.
Li 16 ottobre 1548 Vincenzo Beroaldi vendette al dottor Alessandro di Verzuso Magnani una casa nella via Borgo Paglia sotto la Maddalena per L. 5200 rogito Paolo Alberto Crescimbeni.
In questa vendita fu compreso il gius del cortile, dove dicesi vi fossero le stalle dei Bentivogli, siccome asserisce risultare da rogito di Bornio da Sala.
Li 14 luglio 1543 il detto Alessandro Magnani aveva già ottenuto licenza da Ercole di Annibale Bentivogli, e da Elena Rangoni Bentivogli di fabbricare sopra colonne nel Borgo della Paglia presso il Guasto Bentivogli. Rogito Bornio da Sala.
Nell’ inventario legale dell’ eredità Cristoforo Magnani firmato li 15 giugno 1657 si qualifica questa casa per grande ed abitazione antica dei Magnani posta nel Borgo della Paglia in confine del Guasto d’ Alessandro Bondi, e degli eredi di Francesco Maria Boschetti.
Nel 1725 23 aprile il conte Cristofro Magnani ottenne il permesso di demolire il portico davanti la sua casa nel Borgo della Paglia. Il ramo Magnani che qui abitava era quello del Senatore Adriano di Cristoforo erede del ramo del marchese Paolo Scipione e che passò nel 1753 ad abitare nel palazzo Magnani da S. Giacomo.
Li 9 novembre 1765 i figli di Adriano Magnani diedero il loro consenso al padre di vendere la casa nel Borgo della Paglia annesso al Guasto Bentivogli. Rogito Giovanni Gotti; e del 1766 il detto conte Adriano la vendette a Sebastiano di Domenico d’ Angelo Felicori.
Angelo Felicori oste un da S. Egidio passato il ponte di Savena all’ insegna del Mondo ebbe due figli uno arciprete di Marano, l’altro di nome Domenico che dopo la morte del padre si associò al Ramponi mercante da panni, poi fu macellaro nella bottega in S.Mamolo dai Celestini, ed ebbe Sebastiano che comprò questo casamento e che fu legale. Angelo notaro vi ha fatto molti risarcimenti, e vi ha unito il vicino Guasto Bentivogli preso in affitto perpetuo dal Comune, che dal conduttore è stato ridotto a delizioso giardino contornandolo di muro di pietra dalla parte del Borgo della Paglia, e di grossi Gessi di dietro al Teatro Nuovo, e lungo il vicolo del Guasto. Il Felicori obbligossi prestare il giardino al pubblico quante volte ne fosse stato richiesto per essere unito al palco scenico del Teatro Nuovo in occasione di straordinari spettacoli.
Il suddetto Giovanni del fu Tommaso Beroaldi, Tritavo del famosissimo letterato Filippo di Giovanni Beroaldi, il quale cominciò a tener gli atti del Senato li 9 gennaio 1505, e mori il giovedì tra le 14 e 15 ore del 17 luglio anno stesso, è presso che certo, che abitava in questa casa che poi fu dei Magnani, e loro venduta da Vincenzo di Filippo, i cui figli Filippo iuniore, Camillo, e Alessandro furono gli ultimi del ramo Beroaldi del seniore Filippo sommo scrittore.
N.2802. Nell’inventario legale dell‘eredità di Valerio Petronio Maddalena fatto a rogito di Giovanni Domenico Solignati li 9 giugno 1600 si rileva , che questa casa faceva parte della sua eredità, ed è designata per essere nel Borgo della Paglia, confinare a levante, e a mezzodì col cav. Magnani, a sera con Sante Pegolotti, e a settentrione colla via pubblica. Il Maddalena mori in Genova, e fu di lui erede Giovanni Battista Cattani, ma insorta lite colla compagnia di S. Giacomo fu ceduta per transazione questa casa alla detta compagnia la quale li 16 gennaio 1610 la vendette per lire 7200 ad Alessandro e Giovanni Pietro fratelli Bondi rogito Giacomo Duzzi.
Girolamo Gabrielle del fu Alessandro Bondi procurò a questo stabile l’uscita nella via dei Castagnoli al N. 2798 mediante lo stabile vendutogli dal conte Ercole del fu Girolamo Bentivogli, per lire 3800. Rogito Marco Melega, confinava col compratore, col venditore, e coi Pegolotti.
Alessandro iuniore Bondi del fu Girolamo con suo testamento dei 25 agosto 1710 aperto li 22 marzo 1713 lasciò erede Silvio di lui fratello, e dopo la sua morte la contessa Cattartna Bulgarini Rossi sua nipote, e dopo lei, Tadeo Cesare Riguzzi suo cugino carnale. Estinti i Riguzzi ordinò che la sua eredità passasse all’ospitale della Morte come da rogito di Domenico Maria Boari. Silvio ebbe una sola figlia di nome Silvia maritata in Antonio Fantoni morta senza successione nel 1770. Antonio la vendette nel 1778 per lire 10000 al perito Bernardo Gamberini il quale nel 1780 la ristaurò, e nel susseguente anno andò ad abitarla.
N.2801. (Il testo originario riporta 1801, errore di cui il Breventani non si accorse). Casa dei Pegolotti, non gli antichi che nel 1318 abitavano sotto san Tommaso della Braina, ma di altri discendenti da un Sante di Cristoforo mercante Veneziano che acquistò questa casa nel 1582 e che Giovanni Pietro del detto Sante ne vendette due terzi per lire 4400. 12. 4 ad Alessandro, Silvio e Giovanni Pietro del fu Girolamo Gabrielle Bondi confinanti. Rogito Martino Diolaiti e Pietro Maria Scarselli. Passò come il precedente numero al suddetto Gamberini, il cui figlio Giuseppe fabbricò il portico nel 1801. Queste due case prima della compra Gambarini furon condotte in affitto dal marchese Agostino Marsili per annue lire 650.
N.1484. La porzione di casa in confine del precedente N. 2801 (Il testo originario riporta 1801, errore di cui il Breventani non si accorse) appartenne ai Passarotti, che fu divisa fra. Petronio e Silvestro fratelli, e figli di Tommaso ai 24 settembre 1530 rogito Girolomo Zanettini. Si descrive per confinare cogli eredi di Vincenzo Beroaldi successore dei Frantaini di sopra mediante chiavica, cogli eredi degli Arienti alias Sabadini, con Alessandro Bentivogli, o Filippo de’ Bianchi il Borgo della Paglia da sera, gli eredi di Antonio Beroaldi a mattina.
Dopo la casa dei Passarotti veniva lo stabile di Francesco di Giacomo Containi o Frontaini venduto li 19 gennaio 1529 a Vincenzo Bazzalieri alias Beroaldi per llre 1500, rogito Vitale Antonio Mantachetti, e Andrea Maria suo figlio. Si dice che questa casa fosse posta sotto la parrocchia di S. Martino dell’Avesa in capo al Borgo della Paglia in confine degli eredi di Tommaso Passarotti.
Presso il suddetto stabile ve n’ era un secondo degli stessi Bazzaleri alias Beroaldi, venduto li 9 marzo 1533 da Alessandro, fratelli e figli di Vincenzo suddetto a Floriano Sarti per L. 5500 rogito Andrea dal Bue. Confinava Petronio e Silvestro Passarotti. Nella stessa vendita vi fu compresa la casa d'angolo della via dei Castagnoli col Borgo della Paglia che fu dei Bentivogli, e data in permuta li 7 novembre 1515 da Giovanni Bentivogli a Giacomo di Bartolomeo Boatieri e ad Alessandro Fava rogito Bornio Sala.
Si da per posta sotto S. Martino dell’ Avesa nel Borgo della Paglia in confine della via pubblica da due lati, e dei Beroaldi dagli altri due. Si trova che li 15 maggio 1562 Paolo Emilio Bianchini possedeva le case sotto S. Martino in confine dei Passarotti, e del Borgo della Paglia Rogito Carlo Vasini iuniore.
1570 3 Marzo. Rogito Cornelio Berti. Transazione tra Smeralda Bazzaleri alias Beroaldi vedova d’ Antonio Pigna ed Alessandro ed Ercole di lei figli da una parte, e Paolo Emilio Bianchini ed Alessandro Sarti dall’altra sopra la successione al fedecomesso di Vincenzo Bazzaleri alias Beroaldi, particolarmente sopra tre case situate sotto la parrocchia di S. Martino nel Borgo della Paglia, possedute al tempo della sua morte dal detto Vincenzo ed ora del detto Bianchini come successore di Alessandro Sarti, che le acquistò dai figli ed ere di instituitì del predetto Vincenzo li 9 marzo 1538 per L. 6500 a rogito Andrea Bovi per la quale transazione i Sarti i Bianchini pagarono una somma ritenendo le case per se.
1525 23 Marzo. Il marchese Francesco Manzoli Bentivogli comprò da Pantasilea Orsi Bianchini, e da Cattarina Ringhieri Bianchini una casa grande con botteghe ed altre case annesse poste nel Borgo dello Paglia rimpetto al palazzo Bentivogli per lire 20000 rogito Giovanni Rizzi. L’ unione delle annunciate case e botteghe era detta l’ Isola Bianchini, e cosi si seguitava a dire nel 1647 rogito Giovanni Grazia, nel qual anno li 23 dicembre fu venduta dal conte Carlo Andalò, fratelli e figli del fu Alessandro Bentivogli per lire 16000 al conte Ercole, fratelli e figli del fu Alessandro Bentivogli per lire 16000 al conte Ercole, fratelli e figli del fu Girolamo Bentivogli.
Aggiunte
1568 22 Gennaio Comprò Ercole dei Galli da Virgilio Pacchioni per lire 4200 una casa sotto la Maddalena in strada S. Donato, o in principio del Borgo della Paglia. Confinava di dietro con Alessandro Bonazzi, da un lato con Pietro Malati, e da un altro colla casa dei Fontana. Rogito Cesare d’ Annibale Fava.
1584 8 Marzo. Bartolomeo Dondini vendette a Giovanni Battista di Giacomo Stella una casa sotto la Maddalena nel Borgo della Paglia, e una casuccia in strada S. Donato per lire 8500. Rogito Alessandro Chiocca.
Casa del fu Giovanni Buratti nel Borgo della Paglia sotto la parrocchia della Maddalena quasi rincontro la casa del cav. Barbieri. Confinava con Vincenzo Amici, con Domenico Michelini, e coi Piatesi.
1634 9 Luglio. Case di Giovanni Paolo Fronti e di Ginevra Gongoli nel Borgo della Paglia in faccia del Collegio Ancarano.
1297 30 Gennaio. Agnese Andalò Orsi lasciò alle suore di S. Agnese tre tornature di terra casamentata nel Borgo della Paglia cosi dall’archivio di S. Agnese.
1305 7 Febbraio. Cessione delle suore di S. Agnese a Lorenzo Caccianernici delle ragioni, che gli competevano sopra certe case nel Borgo della Paglia e Mascarella dell’ eredità d’ Agnese Andalò Orsi per lire 200. Rogito Aristotile Nozzini. Queste case dovevano essere dove furono quelle degli Argeli.
1521 10 Settembre. Prospero Pezzani calzolaro comprò da Francesco, e Carlo de’ Valeriani una casa sotto la Maddalena nel Borgo della Paglia, presso Rinaldo Capeletto, poi Giovanni Francesco detto il Villano de’ Barbari, madonna Serafina da Dozza e Vespasiano di Zanino Boccapenne, per lire 1300 rogito Domenico Fortini e Giulio Marani.
1622 1 Dicembre. Pezzani Prospero comprò da Pietro e Giovanni Mazzoni una casa nel Borgo Paglia sotto la Maddalena. Confinava Giacomo Zuna lardarolo e quelli de’ Perracini a sera. Per lire 70 rogito Giulio Maranini.
1536 11 Gennaio. Cattarina del fu Giovanni Pezzani sorella del fu Prospero Pezzani e moglie di Antonio Balzani vendette al dottor Andrea Folchi, come marito, e procuratore d’ Isotta figlia di detto Prospero, a nome anche di Grazia Ginevra ed Agata, figlie dello stesso Prospero una casa sotto la Maddalena nel Borgo Paglia presso la casa grande di detta Isotta, presso le sorelle, Antonio Poggio Maciero, e dalla parte di dietro presso Gasparo Fasanini, per lire 600, rogito Giovanni Battista Ferri alias Ramponi.
1634 9 Luglio. Case di Giovanni Paolo Fronti , e di Ginevra Gongoli nel Borgo della Paglia in faccia al collegio Ancarani.
1648 22 Febbraio. Casa di Giovanni Buratti (della famiglia nobile) posta nel Borgo della Paglia sotto la Maddalena quasi in faccia la casa del cav. Barbieri (poi Centurioni) che confinava con Vincenzo Amici, Domenico Michelini, ed i Piatesi (come padroni della casa ora Scarselli in strada S. Donato).
1472. I Bentivogli conducevano in affitto la casa che fu di Carlo da Saliceto per esso lasciata ai Domenicani, Francescani, Eremitani e Carmelitani posta sotto S. Martino dell’ Avesa pagando L. 24, forse li Bentivogli non dominanti.
1576 28 Gennaio. Fu concesso a Tommaso di Silvestro Passarotti di occupar suolo d'avanti la sua casa in Borgo della Paglia, presso Gandolfo de Buoi, lungo piedi 14 e largo piedi 4 e ridurlo ad uso di portico.
1504 15 Novembre. D. Antonio Galeazzo Bentivoglio comprò da Giovanni Marco Bonardi una casa nel Borgo della Paglia, rogito Nicolò Aldrovandi. Questo Bentivoglio è il Protonotario figlio di Giovanni.
1297 30 Gennaio. Agnese Andalò lasciò alle suore di S. Agnese 3 tornature di terra casamentate nel Borgo della Paglia.
1305 7 Febbraio. Cessione delle suore di S. Agnese a Lorenzo Caccianemici delle ragioni che gli competevano sopra certe case nel Borgo della Paglia e della Mascarella dell’ eredità d’ Agnese Andalò Orsi, per lire 200, rogito Aristotile Nozzini.
1635 9 Luglio. Fra i beni Urbani dell’ eredità di Monsignore Buratti per venuti agli Orsi, evvi una casa in Borgo della Paglia incontro al cav. Barbieri afilttata per lire 160.
1509 8 Marzo. Due case contigue del dottor Giovanni Battista Malavolta sotto la Maddalena nel Borgo della Paglia, confinavano con altra casa dei Malavolta, Pietro Isolani e Tommaso Morandi. Fu data in permuta a Floriano Agostino fratelli Scardui i quali cedettero in cambio una casa sotto, e in strada S. Donato in confine di Lodovico, nipoti Scardui e Alberto Palmieri. Rogito Antenore Macchiavelli.
1521 26 Aprile. Comprava Vincenzo Ercolani di Pier Giacomo Marsi, parte di terreno e case sotto la Maddalena in luogo detta la Viola.
1521 4 Marzo. Compra fatta da Paolo del fu Girolamo Ercolani, a comodo del cameriere del Papa da Melchiorre del fu Barnaba Marsi di una casa con orto sotto la Maddalena nel Borgo della Paglia, per lire 1100, rogito Girolamo Castellani e Angelo Spuntoni.
1521 5 Marzo. Compra di Paolo del fu Girolamo Ercolani da Giovanni e fratelli e figli del fu Tommaso Morandi di una casa grande con orto posta nel Borgo della Paglia sotto la Maddalena per L. 2000, rogito Castellani e Spuntoni.
1527 21 Gennaio. Giacomo di Bartolomeo Boateri anche a nome di Antonio e di Bernardino di Alessandro Fava vendettero a Pietro di Giacomo Bonfigli una casa nei Castagnoli. Confinava i Cartari e gli eredi di Matteo Berò.
Una casa sotto S. Martino nel Borgo della Paglia, confinava con Vincenzo Beroaldi, la via pubblica da due lati, altre volte spettante a Giovanni Bentivogli Rogito Camillo Savioli alias dall’ Occa. Queste due case assieme a due botteghe in via Chiavature sotto S. Matteo delle Pescarie furon pagate lire 4955. Le dette botteghe furon anche esse dei Bentivogli.
(1) Il Governo Pontificio nominò una commissione composta de‘ più rinomati Accademici professori dell'epoca onde stimare, e deliberare quali fossero i quadri de‘ quali si potesse permettere la vendita all’estero. Ciò ebbe luogo nell'anno 1830 ed i professori deputati ad hoc furono:
De Maria Giacomo, Scultore
Frulli Giovanni Battista, Figurista
Rosaspina Francesco, Incisore
Tambroni Gaetano, Paesista.
Eccettuato il Frulli, gli altri tre e specialmente il Demaria e Rosaspina profittarono e guadagnarono in singolar modo nello stimare i quadri affidati al loro giudizio, per cui mancarono verso se stessi ingannarono il Principato e tradirono la Patria che mercè loro perdeva ìrremisibilmente tesori d'arte. Non vergognarono persino stimare un quadro cento scudi mentre era già stato venduto 400 luigi d'oro e neppure di sovrapporre ad una preziosissima tela di verun conto; per cui ne venne la facilitazione di esportarla secondata dalla ignoranza. o malizia degli impiegati doganali che sulla tela riportata stabilivano i diritti che competevansi all’Ufficio, ed i periti professori intascando somme rilevanti poterono lasciare alle rispettive famiglie un ricco patrimonio.