N.79(13)

Li 29 dicembre 1459 Girolamo del fu Gasparo Bargellini, rettore dell'Ospedale di S. Bovo, locò a Burnino e Filippo Bianchi, ai loro eredi e successori anche estranei, certo terreno sotto Santo Stefano, che confinava la via pubblica, un vicolo vicinale, Bartolomeo Barbieri, gli eredi di Girolamo e Francesco Bolognini successori Lupari Venturino, sopra del quale vi era una casa con metà di pozzo, e una bottega davanti, il tutto per L. 18 annuali, moneta di Picchioni, col patto di poter francare per via di permuta, aumentando il canone di soldi 10. Rogito Bartolomeo Panzacchia.

Gli Esposti e l'Ospedale di S. Bovo uniti, seguendo la forma delle altre locazioni, e specialmente quella fatta da Gaspare Bargellini, Rettore di S.Bovo, a Brunino del fu Bagarotto del già Vandino de' Bianchi, rogata da Bartolomeo Panzacchi sotto la data delli 29 dicembre 1459, concessero in enfiteusi ad Alessandro del fu Burnino Bianchi Muto, e a Francesco suo figlio, un terreno sotto Santo Stefano confinato dalla via pubblica, da altra via vicinale, dal già Venturino Lupari, dagli eredi di Girolamo e Francesco Bolognini, dal già Bartolomeo Barbieri, o suoi successori, sopra il qual terreno vi era una casa con metà di un pozzo, e una bottega di dietro ad uso di barbiere, per L. 26. Rogito Mutino Gessi e Alberto Budrioli delli 22 dicembre 1458.

Questa investitura fu rinnovata li 29 dicembre 1459, e si dà per confine una via vicinale, Bastiano Barbieri, gli eredi di Girolamo e Francesco Bolognini, successori di Venturino Lupari. Rogito Bartolomeo Panzacchia.

L' altra locazione fatta a Girolamo e Vincenzo, fratelli Bavosi, successori di Paolo Arnasani, li 23 dicembre 1630, dice che il terreno è largo piedi 15 davanti sulla via di Santo Stefano cominciando dalla via vicinale fra detto terreno e il palazzo Bolognini, e andando verso i Bavosi successori Bonsignori Giorgio, includendo in detta larghezza di piedi 15 la muraglia verso detta via vicinale, e da detta muraglia fino alla metà del pozzo esistente nella corte dei detti Bavosi, forse di piedi 13 1/2 in larghezza, e così da detta via di Santo Stefano fino alla metà della stanza detta la Bugadaria, includendo il portico forse di larghezza piedi 15 e di lunghezza piedi 50, sopra il qual suolo vi erano i miglioramenti di una casa con metà di un pozzo, e bottega già ad uso di barbiere, poi chiusa, per l'annuo canone di L. 28. Rogito Giulio Belvisi.

Pare dunque che quivi verso levante vi fosse uno stabile dei Barbieri, che poi divenne Bonsignori, indi Arnasani, finalmenle Bavosi.

1532, 26 ottobre. Lodovico del fu Bornino Bianchi locò a Marcantonio del fu Lodovico Lupari una casa grande con bottega nella parrocchia e piazza di Santo Stefano, per scudi 52 d'oro dal Sole. Rogito Francesco Buoi. Confinava la piazzola, il Viario, Gio. Maria Bolognini mediante via vicinale morta, o chiusa, e Galeazzo Bolognini di dietro.

Si pretende da molti che questa casa prima di essere dei Bianchi sia stata degli Aldrovandi. È però certo che li 6 giugno 1458 apparteneva a Brunino Bianchi, poiché in tal giorno ottenne dall'Ornato di fabbricare un muro di pietra sopra il terreno del Comune, posto in parrocchia di Santo Stefano, nella contrada del Vivaro.

Li 23 giugno 1497 Lodovico Taddeo, Giulio Francesco, e Girolamo del fu Gio. Bolognino assegnarono a Pandolfo e Lodovico, fratelli Bianchi, un guasto, o terreno vuoto presso la strada del Vivaro verso mattina, presso i Bolognini a sera e presso i Bianchini di sotto. Rogito Giacomo Budrioli e Agostino Landi.

Paolo Armastelli, o Arnassani, e Bagarotto Bianchi la vendettero per L. 15500 a Girolamo e Vincenzo fratelli Bavosi, come da rogito di Tommaso Maurini delli 14 dicembre 1628. Girolamo e Vincenzo Bavosi francarono in via di permuta il canone di L. 28. Rogito Giulio Belvisi delli 5 luglio 1633.

Questa casa fu poi venduta dai discendenti dei suddetti Bavosi al dottor medico Luigi Rodati, dal quale fu fabbricata I' attuale facciata nella primavera dell'anno 1824. Il portone fra la suddetta casa e il prossimo palazzo Bolognini segna il principio di una strada che si disse Inghilterra, la quale comunicava con altra che di dietro alla casa dei Bolognini e dei Pepoli terminava nella via oggi detta Volta dei Sampieri dov'è il portone dei Pepoli.