N.1335

In questa località era precisamente situata la casa di Nicolò Poeti, dal di cui figlio, Alessio, fu venduta "con tutti i mobili e le masserizie" 19 di dicembre 1469, a Filippo Bortolotti, per la somma di L. 1,300 in argento come da rogito di Taddeo Mammellini.

Nel 1577, addì 11 luglio Vincenzo di Antonio Bertolotti, col patto d’affrancazione vendeva per la somma di Scudi 300 in oro, a Girolamo di Scipione Leoni, parte di una casa situata nel Vivaro, in confine di beni de’ Pepoli - come da rogito di Ludovico Mammellini. Quel patto d’affrancazione fu estinto il 6 dicembre 1578, come si vedrà poi.

In novembre del 1578 - il detto Bertolotti vendeva a Giovanni di Filippo Pepoli, per L. 550, porzioni della casa in discorso "in confine de’ Pepoli e‘ degli Orsi" - come da rogito del medesimo Lodovico Mammellini.

Nel 1578, addì 5 dicembre, il senatore Giovanni del fu Filippo Pepoli, come da rogito di Andrea Mammellini acquistava definitivamente, per la somma di L. 5,800, da Vincenzo del fu Antonio Bertolotti "una casa sotto S. Stefano nel Vivaro, in confine di Fabio Pepoli e di Alessandro Orsi". Col prezzo di detta casa il Bertolotti, a comodo del compratore, rimborsava il 6 dicembre stesso, vale a dire nel successivo giorno, i Scudi 300 in oro a Scipione Leoni; ed il giorno 11 del mese stesso altre L. 500 a Giovanni Battista di Baldassarre Cinelli - come da rogito di Andrea.

Molte e varie famiglie de’ Bertolotti e Bartolotti contansi in Bologna. Quella della quale qui si tratta pare la più antica, ed ebbe de’ Notari, fra cui Domenico di Guido Bertolotti che nel suo Memoriale del 1335 lasciò scritto che nello stesso anno, per L. 200 era avvenuto in Bologna un contratto di vendita _ _ come segue:

» Libbre 2,000 di Carne salata.

» » 1,000 » Lardo.

» » 1,000 » Cacio grosso (vecchio).

» » 1,000 » » sottile (giovine).

» » 500 » Olio.

In totale: Libbre .......... .. 5,500 di Grascine; il che davaun medio valore minore di denari 9 per Libbra.

In codesta situazione possedeva Guidotto di Uguzzone Mazzi da Imola, il quale - come da rogito di Graziano di Domenico, il 22 gennaio 1369 - vi locava per l’annua pigione di Ducati 36, a Nicolò di Guglielmo da Rimini una casa "posta in cappella (parrocchia) S. Stefano e S. Agata". Di tale casa lo stesso Guidalotto dispose nel suo codicillo testamentario rogato da Lodovico Codagnelli il 26 settembre 1443 - nel quale però viene indicata come situata "sotto S. Agata in Strada Castiglione".

Nel 1412, addì 3 agosto - Alberto di Bertone di Donato da Bergamo, (capostipite poi od autore de’ Formagliari) comprava per L. 500 da Elena di Ugolino De’Nobili, da Vado, moglie di Francesco Dal Bello, di Pianoro, una casa "sotto S. Stefano nel Vivaro" come da rogito di Cola Marzapeschi e dei Codagnelli suddetti. E a questo contratto fecesi concorrere come sigurtà Uguccione de’ Mazzi, capostipite de’ Guidalotti.

La casa stessa fu poi acquistata dagli Orsi che la vendettero ai Pepoli, e Gera Pepoli la comprese nella fabbrica del suo grande Palazzo.