N.495

Casa di Matteo, Lodovico e Gaspare fratelli, figli del fu Domenico dall' Oro, venduta a Bonaparte del fu Giorgio Ghisilieri per L. 2800, rogito Giacomo Carlini delli 6 aprile 1514, posta nella via detta delle Grade di Mezzo, nel qual prezzo è compresa una casetta ad uso di stalla. Confina la prima la strada verso sera, Ercole Savi a mattina e a mezzodì, e i Guidotti a settentrione. La stalla, che è nella parte opposta, confina Alessandro Marchesini a settentrione, la strada a mattina, Zaccaria Celidoni e Girolamo Ringhiera a sera mediante Androna, e certa casa detta dei Sigli (pare a mezzodì).

I dall'Oro fu famiglia antica e nobile, che pare oriunda da Medicina da un Iacopo di Pellegrino nel 1294. Battista iuniore, canonico di S. Pietro, lasciò erede il capitolo della cattedrale nel 1596. Finì in D. Gio. Battista morto li 28 febbraio 1703 mentre era capellano degli Anziani.

1566, 31 ottobre. Adamantino Ghisilieri aveva casa sotto S. Damiano. Rogito Annibale Cavalli. Confinava Oppizzone Guidotti a settentrione, Vincenzo Savi a mattina e Giacomo Monoini a mezzodì. Idem, una stalla in faccia, in confine dei Berò, di Pietro Albergati, e di Domenico Maria Ringhiera. È probabile che questo ramo abbia abitato prima in via Poeti (Vedi N. 473).

1613, 14 marzo. Achille del fu Coriolano Ghisilieri, e Girolamo del fu Giovanni Maria Ghisilieri, donano a Carlo, naturale leggittimato di detto Achille, una casa grande sotto S. Damiano, nella strada che va a S. Domenico, e la stalla e rimessa in faccia alla predetta casa abitata da Achille. Confina a occidente la via pubblica, a mezzodì i Mondini, a oriente e a settentrione i Boccaferri. La stalla e rimessa confinava coi Berò a settentrione, cogli Albergati a mezzodì e colla via ad oriente.

Achille di Coriolano di Alessandro di Andrea di Nicolò Ghisilieri, morto li 22 marzo 1614, lasciò fra gli stabili della sua eredità una casa nella contrada che dalla piazzola dei Calderini va a S. Domenico, e una casa con rimessa rimpetto alla predetta. Rogito Girolamo Galeazzo Berò delli 22 dicembre 1614.

Il suddetto Achille, nel suo testamento fatto a rogito di Antonio Malisardi delli 10 febbraio 1614, ordina che nella sua casa, posta nella contrada dei Calderini si faccia una chiesa con quella magnificenza che potrà comportare la sua eredità. Questa sua disposizione non fu eseguita.