N.391,392 Chiesa e Collegio dei Padri Barnabiti, che fu già dei Padri della Compagnia di Gesù.

Immagine tratta dagli schizzi topografici disegnati da Giuseppe Guidicini a corredo delle note manoscritte delle "Cose Notabili ..." e pubblicati per la prima volta da Arnaldo Forni nel 2000.

(Nord verso destra). E' disegnata la sagoma della nuova chiesa di Santa Lucia (ora Aula Magna dell'Università di Bologna) e lo scomparso Campo di Santa Lucia, il vicolo che congiungeva Strada Castiglione a via de' Chiari. Di questo vicolo è rimasto un relitto su via de' Chiari, oggi utilizzato come accesso all'Aula Absidale dell'Aula Magna.

Presso la casa già Gozzadini vi era quella della parrocchia di Santa Lucia che confinava colla canonica, avente ingresso nel Campo di Santa Lucia, la qual canonica essendo stata concessa ai gesuiti con Bolla delli 18 luglio 1562, supplì a questa, e vi abitò D. Pietro Magnani rettore e parroco di Santa Lucia. Veniva in seguito di detta nuova canonica la chiesa parrocchiale di Santa Lucia, la quale a settentrione confinava colla via Campo di Santa Lucia. Questa antica chiesa fu fondata nel 1208 "die sabato nono intrante mense febbruarj indictione XI" dai canonici di S. Vittore e di San Gio. in Monte. Il Sigonio dice che Gerardo Ariosti vescovo di Bologna nel 1208 concesse licenza al prete D. Sabino di fabbricare la chiesa di Santa Lucia in urbe ad claustrum Castellionis. D. Sabino lasciò i suoi beni di Sasso-Ferrato alla detta chiesa con obbligo di pagare l'annuo censo di due ceri di libbre due, un porco cignale, e bolognini dieci ai Padri di S. Gio. in Monte, che si riservarono di cantar messa in detta chiesa il giorno della Santa. Rogito Guglielmo.

Dal 1295 al 1418 la chiesa di Santa Lucia fu governata dai canonici di S. Gio. in Monte, i quali li 18 aprile la diedero a D. Michele Avanzi. Una Bolla di Pio IV eseguita dal Cardinal Giacomo Savelli li 17 giugno 1562, investì i Gesuiti, i quali presero possesso della detta chiesa il 9 novembre dell' anno stesso. La giurisdizione parrocchiale di Santa Lucia si estendeva fuori di porta Strada Castiglione che li 28 gennaio 1567 fu ceduta alla parrocchia di Santa Maria della Misericordia per decreto del vescovo Gabrielle Paleotti.

1568, 16 aprile. Il predetto vescovo separò il ius parrocchiale dalla chiesa di Santa Lucia e lo trasportò in una cappella da fabbricarsi presso la chiesa medesima, con obbligo di assegnare al Rettore una casa in Campo di Santa Lucia. Li 28 luglio 1624 fu soppressa la parrocchia di Santa Lucia e distribuita la sua giurisdizione a S. Gio. in Monte, a S. Biagio ed a S. Damiano, per decreto del Cardinal Arcivescovo Lodovico Lodovisi, eseguito li 10 gennaio 1625 dal Cardinal Legato Lomellini.

1576, 3 maggio. I Gesuiti ottennero dal Reggimento di poter allungare la loro chiesa di Santa Lucia di piedi 13 verso Strada Castiglione, di piedi 23 a tramontana e di atterrare un pinastro che era nell' angolo delle due strade, Campo di Santa Lucia e Castiglione, dalla parte delle case Formiggini. Con queste ampliazioni la chiesa contava nove cappelle compresa quella del curato, che è la stessa che servì poi alla congregazione di S. Salvatore detta dei Cavalieri, che vedesi a capo del primo dormitorio a destra della porteria fabbricata nel 1662.

La chiesa vecchia fu profanata circa il maggio 1650. Il suo antico campanile è conservato e serviva per la chiesa nuova di Santa Lucia.

Dopo la chiesa, al decimoterzo arco del portico, eravi la via detta campo di Santa Lucia che terminava a quella dei Chiari, e precisamente dov'è il portico in confine del Collegio di S. Luigi. Questa strada nel 1122 era detta "Campo Galuffo" siccome da un rogito di Guglielmo da Sanguineta delli 10 ottobre che tratta della compra fatta dai Canonici di S. Vittore e di S. Gio. in Monte, da Giacomina da Pisa, e da Isabella figlia di Piacenza, di una casa sopra terreno della chiesa di S. Gio. in Monte, pagata L. 20.

Li 21 luglio 1204 era detto Campo Galippo secondo un rogito di Giovanni di Gio. Leonardo in proposito di una casa dei Padri di S. Gio. in Monte presso la chiesa di Sant' Ermete, in confine della via del Fossato della città di Bologna.

Nel 1250 si trova rinnovato l'antico nome di campo Galuffo. Prese poi il nome di Campo di Santa Lucia dopo che fu eretta la chiesa dedicata a questa Santa.

1673, 28 giugno. Avendo divisato i Gesuiti di compiere il loro portico, ottennero di chiudere la via Campo di Santa Lucia, ma soltanto dalla parte di Strada Castiglione, volendo che restasse aperta dalla parte della via dei Chiari finchè si fosse sostituita altra strada da aprirsi presso il fianco settentrionale della nuova chiesa di Santa Lucia che si stava fabbricando, la qual strada si obbligarono i Gesuiti di darla compiuta pel maggio del 1674, ma che mai fu fatta, quantunque quella del Campo di Santa Lucia fosse poi chiusa anche dalla parte della via dei Chiari.

Nell' angolo settentrionale della via Campo di Santa Lucia vi era la casa di Giovanni Antonio da Formigine ereditata dalla di lui figlia Francesca moglie di Gio. Battista del fu Annibale Rusticelli, e da loro venduta li 12 gennaio 1612 ad Alessandro Duglioli o Bagnacavallo. Confinava la via a sera, il campo di Santa Lucia a mezzodì, i beni Zani a tramontana, più due casette in detto campo, per L. 8400. Rogito Vincenzo Orlandini. Del 1640 era del conte Francesco Pepoli, che li 29 marzo 1644 l'assegnò per gli atti di Carlo Gentili al dott. Nicolò Zoppi figlio di Ottaviano Turchi, ed a Francesca Lini di lui moglie, e da questi venduta al conte Carlantonio Zani per li re 4000. Le due casette annesse, una delle quali ad uso di stalla e rimessa in Campo di Santa Lucia, non furono comprese in questo contratto.

1646, 25 novembre. Protesta di Francesco del fu Giacomo Pepoli ai Gesuiti compratori di una casa in Strada Castiglione, sotto S. Damiano, confinante la strada pubblica, i Zani, ed il Campo di Santa Lucia, che non debbasi demolire, e che intende a lui salva l'ipoteca in caso di lite, per averla data in pagamento a Francesco del fu Alessandro Lini per L. 4000 nella compra da lui fatta di molti beni nel comune di Bagno per L. 30000. Atti di Giulio Cesare Cavazza.

A questa succedeva la casa che fu del famoso dott. di leggi, e di Decretali Antonio Bertolino da Budrio che col suo testamento, a rogito di Giacomo di Bertoluzzo da Ozzano delli 8 febbraio 1407, istituì eredi i di lui figliuoli da nascergli, e mancando discendenza, i monaci di S. Michele in Bosco, col peso di maritar donzelle, e di far elemosina del sopravanzo. Mori egli li 8 ottobre 1408 e fu sepolto a S. Michele in Bosco. L'eredità passò ai detti monaci. La suddetta casa fu venduta ai conti Guido, e Filippo fratelli Pepoli per scudi 2250 d' oro.

L' inventario delli 17 dicembre 1568 dell' eredità del fu senator Cornelio Pepoli descrive una casa grande con orto in Strada Castiglione acquistata dai Padri di S. Michele in Bosco, con stalla rovinosa annessa a detta casa posta sotto la parrocchia di Santa Lucia. Rogito Oldrato Garganelli ed Angelo Ruggeri. Gli eredi del Senatore Cornelio Pepoli la vendettero li 25 gennaio 1569 al Seminario per lo stesso prezzo. Nel rogito è descritta come sopra. Confina Girolamo Beroaldi, Matteo Zani, la via detta Campo di Santa Lucia e Paolo Manfredini.

1583, 18 agosto. Il Senato concede che davanti le case del Seminario in Strada Castiglione siano tolte tutte le sinuosità del muro, e che sia condotto a filo un portico dalla prima colonna di quello d' Andrea Zani a mezzodì fino all' ultima in confine di Paolo Manfredini tintore a settentrione, e quello con colonne di pietra servendosi di suolo pubblico.

1599, 30 gennaio. In tal giorno il Seminario abbandonò questa casa e passò in quella con torre che fu dei Seccadenari, di dietro a S. Pietro (vedi via Carbonara NN. 1708 e 1709.

1599, 2 aprile. Permuta del Seminario coi fratelli Enea ed Ercole Viggiani di una casa in Strada Castiglione, con orto e stalla. Confinava la detta via, i beni di Andrea Zani, di Lodovico Torri, e dietro il Campo di Santa Lucia, per L. 10000. Rogito Girolamo Folchi. I Viggiani pagano L. 6000, e danno al Seminario una casa in Cartoleria Vecchia, la quale verso Strada Castiglione confina col dott. Albice Duglioli, verso S. Biagio con Gio. Paolo Bernia, e di dietro col vicolo delle suore di S. Lorenzo. Ercole Viggiani testò li 18 agosto 1600, rogito Giulio Cesare Negrini, lasciando erede Enea di Gio. Battista dottor di fisica e medicina, lettor famoso morto li 4 ottobre 1602, che con testamento lasciò erede Giuditta unica sua figlia, e dopo lei chiamò i di lui agnati Giasone e Pompeo Viggiani. La detta casa toccò in divisione a Giasone, come da rogito Vittorio Biondini delli 4 aprile 1606, i cui figli Camillo e Costanzo la vendettero ad Ercole del fu Domenico Maria Locatelli, per L. 1840. Rogito Ercole Fontana del primo settembre 1618. Si da per posta in Strada Castiglione, in confine della strada a sera, di Paolo Zani a mezzodì, di Lodovico Torri a tramontana, dei Beroaldi a mattina, la via campo di Santa Lucia di dietro.

1621, 30 aprile. Ercole del fu Domenico Maria Locatelli vende ai gesuiti una casa grande con corte, orto, stalla, sotto Santa Lucia in Strada Castiglione. Confina a sera detta strada, a mezzodì Paolo Zani, a tramontana Lodovico Torri, e a mattina i Beroaldi od i suoi successori, per L. 22000. Rogito Antonio Malisardi. La fronte di questa casa era di piedi 90. Occupava gran parte della piazza e chiesa attuale.

1623, 2 aprile. Fu posta la prima pietra della nuova chiesa nella quale li 25 maggio 1659 fu celebrata la Santa Messa.

In un libro di spese dei Gesuiti si trovano le seguenti partite relative alla nuova chiesa:

1621. Pagati a Girolamo Argenta architetto di Ferrara che fece due disegni per la chiesa nuova L. 36, 00, 0.

1623. A Girolamo architetto venuto a visitare il sito per la fabbrica. . L. 28, 13, 4.

E per viatico del suddetto L. 40, 00, 0.

E più per viatico del padre Cabeo venuto a Bologna per architettare la detta chiesa L. 13, 06, 0.

Dopo l'Argenta, la fabbrica fu sorvegliata dal 1650 al 1658 da Francesco Martini. Nel 1704 si principiò la crociera, e si abbandonò il lavoro nel 1706. La sacristia si cominciò nel 1704 e fu finita nel 1706 colla spesa di L. 21411, 18.

I Gesuiti si dicon venuti a Bologna nel 1546 ad istanza di Violante Casali vedova del senator Gozzadini, e che poi nel susseguente anno 1547 prendessero in affitto una casa nel borgo degli Arienti dai Padri Olivetani, contigua alla chiesa di S. Bernardo.

1548, 25 aprile. Gio. Battista del fu Gio. Gigli comprò da Leonora del fu Andrea Rossi, detta Grapedina, una casa sita nel Campo di Santa Lucia, per L. 650, nella quale li 8 maggio susseguente vennero ad abitarvi i Gesuiti.

1556, 19 aprile. Il Gigli dichiara che la compra di questa casa fu fatta coll' intenzione di rilasciarla ai Gesuiti, per essere stata sempre dai medesimi abitata. Rogito Marco Sabadini.

Nel 1549 aprirono due scuole gratuite per ragazzi nella via campo di Santa Lucia. Ottennero la chiesa vecchia di Santa Lucia nel 1562 e furon soppressi il lunedì 16 agosto 1773 mediante Bolla di Clemente XIV. Questo locale fu concesso ai Bernabiti che riapersero la chiesa li 19 novembre dell' anno predetto.

1583, 26 febbraio. Il Senato concesse ai Gesuiti di coprir il canal di Savena lungo la fronte della lor chiesa e collegio (da Cartoleria Vecchia a Campo di Santa Lucia) e di fabbricarvi sopra un portico al quale corrispondesse un Oratorio per la società dei Perseveranti, accordandogli per questo un sussidio di L. 2000.

1660, 2 novembre. Il Cardinal Legato Farnese ordinò di coprire il canal di Savena dalla chiesa nuova di Santa Lucia fino alla caduta dell'Avesa da casa dei Pepoli. I Gesuiti, oltre il pagamento delle tasse che gli competevano, furono obbligati di pagare L. 2000 a sollievo degli interessati. Rogito Pietro Maria Negri notaro dell' Ornato.

II portico fu terminato nel 1676.

1669, 9 dicembre. Francesco Barella e Carlo Pesti, architetti muratori, stimano la porzione già fabbricata di ciascuna delle due cappelle della Croce della chiesa nuova L. 10364, e complessivamente L. 20728.

1658, 7 dicembre. Fu fatto il decreto che fosse coperto il canal di Savena, lavoro che fu eseguito nel 1661. I Gesuiti furono tassati d'i L. 2700.

Si ha memoria che per la fabbrica della chiesa, oltre la casa dei Locatell! già di Antonio da Budrio, pervennero ai Gesuiti gli altri seguenti stabili, che qui descriviamo per mostrarne la rimarchevole estensione.

Nella via di Cartoleria Vecchia.

1559, 11 ottobre. Pietro del fu Salvatore Fragnido vende a Giulia di Marcantonio Scavazzoni la metà per indiviso di una casa in Cartoleria Vecchia. Confina di dietro, mediante la chiavica, i beni dei preti di Santa Lucia così nominati, altra casa del venditore, per L. 1450. Rogito Domenico Maria Mamellini.

1561, 30 maggio. L'altra metà fu comprata dai figli di Giacomo Riva per L. 1450. Rogito Cesare Gherardi.

Casa Riva in Cartoleria Vecchia. Confina la casa Savignani e la casa Cavallina, che era già di Fragnido. Fu incorporata nel Collegio. Nel 1600, 30 giugno i Gesuiti la possedevano parte per eredità, parte per compra.

1585, 12 luglio. Ippolita del fu Dionisio Zani vedova del fu Nicolò Cavallina dona ai Gesuiti una casa in Cartoleria Vecchia. Confina la via pubblica a mattina, la chiavica a sera, i De Bianchi a mezzodì, e i Conti a tramontana. Rogito Gio. Giacomo Vincenzi.

Questa casa era stata dei Brocoli, poi comprata da Girolamo Belondi, o Biondi. Fu demolita per la fabbrica del Collegio.

1610. La casa di Galeazzo del fu Luca Ghini in Cartoleria Vecchia era di Girolamo del fu Alessandro Caprara. Confinava a levante la via, a sera la chiavica, e Marcantonio Conti a tramontana. Per L. 3425.

1666, 15 novembre. Comprano i Gesuiti da Giuseppe Carlo e dal canonico Antonio Annibale del fu Gio. Taddeo Bianchi, due case con stalla, rimessa tutto contiguo, in Cartoleria Vecchia. Confinano coi compratori e coi Zecchi. Per L. 8000. Rogito Alessandro Andrei.

Casa dei Squatoni già di Taddeo Tanari in Cartoleria Vecchia.

1610, 18 settembre. Casa di Protasilao del fu Lodovico Savignani demolita per la fabbrica del Collegio. Confinava la casa Cavallina che fu già Fragnido.

Casa d'Andrea Cavallina in Cartoleria Vecchia incorporata come sopra.

Casa Ruggieri in Cartoleria Vecchia. Era contigua al portone delle carra del Collegio e fu demolita per quella parte del Collegio fatta in occasione di fabbricare le nuove scuole.

1643, 13 maggio. Casa di Lorenzo del fu Benedetto Modelli in Cartoleria Vecchia demolita per la fabbrica del Collegio, pagata L. 1450.

1644, 22 febbraio. Casa già di Paolo Allè, poi del canonico Munari, demolita per il Collegio, pagata L. 1433, 6, 8.

Casa Pagnoni già di Ovidio Paltronieri, pagata L. 1800, demolita per la fabbrica del Collegio.

1610, 14 aprile. Casa di Giacomo del fu Vincenzo o Giuseppe Manzoni, pagata L. 1500, demolita per le nuove scuole.

Casa Zecchi in Cartoleria. Confina col De Bianchi. Pagata L. 2500, demolita per le nuove scuole.

1642, 13 marzo. I Gesuiti comprano da Matteo Pederzani una casa in Cartoleria Vecchia per L. 4500. Confina di dietro col Collegio, a dritta dell' ingresso Fabrizio Viggiani, e a sinistra gli eredi Solimei. Rogito Gio. Lodovico Calvi. Fu incorporata al Collegio di S. Luigi. Allora confinava la casa di Cattani Vincenzo in via dei Chiari, e la casa dei Tortorelli. Assegnata al Collegio di S. Luigi in L. 3000.

Casa Boschi in Cartoleria Vecchia nell'angolo della via Chiari. Confina con casa dei Padri di S. Gio. in Monte, e delle suore di S. Leonardo. Data al Collegio di San Luigi per L. 1500.

Casa Solimei in Cartoleria Vecchia. Confina con altre case del Collegio, e di Santa Lucia. Assegnata al Collegio per L. 3100.

Casa di S. Gio. in Monte in Cartoleria Vecchia locata al Collegio di S. Luigi in prezzo di L. 4500. Confina da tutte le parti le case del Collegio di S. Luigi.

1616, 6 agosto. Parte di casa di Vincenzo Sassi, di Pietro Torri, e di Maddalena Cartro. Per L. 600.

1642, 4 febbraio. Comprano due case in Cartoleria Vecchia, una di Antonio Castellani, l'altra di Gio Battista Bacilieri, per L. 2000.

Nel Campo di Santa Lucia.

1548, 25 aprile. Leonora del fu Andrea Rossi, detta Grapedina, vende a Gio. Battista del fu Gio. Gigli, una casa sotto Santa Lucia in Campo di Santa Lucia, al termine di detta contrada davanti. Confina Ercole Bruschi a mattina, Domenico Casalechi da Forlì verso sera, e Girolamo tessitore da rasi, per L. 650. Rogito Giacomo Conti.

1556, 19 aprile. Gio. Battista Gigli dichiara che la compra della suddetta casa la fece coll'intenzione di rilasciarla ai Gesuiti, come infatti sempre l'abitatarono. Rogito Marco Sabadini.

1558, 4 giugno. Lucia del fu Antonio Merli moglie di Agostino Verardi vende a Bernardino del fu Rinaldo Balzani, per persona da nominare, una casa nel Campo di Santa Lucia. Confina Gio. Battista di Gio. Gigli (pare come successore della Grapedina) Sebastiano Picinini, e la chiavica comune, per L. 550, salvo l'usufrutto a D. Girolamo Casalini Rettore di Santa Lucia, a cui è stato lasciato per testamento da Elisabetta sorella di detta Lucia. Rogito Giacomo Conti.

1556. 9 giugno. Bernardino del fu Rinaldo Balzani rinunzia la predetta casa ai Gesuiti che la comprano li 8 giugno 1575. Rogito Antonio Berti. Queste due case servirono di prima abitazione in questi contorni ai Gesuiti a datare dal maggio 1548.

1556, 16 giugno. Il P. Francesco Palorio, rettore dei Gesuiti, compra da Sebastiano del fu Pietro Picinini una casa con orto e portico nel Campo di Santa Lucia, in confine del Collegio, del cimitero della chiesa di Santa Lucia, mediante la chiavica, per L. 700. Rogito Giacomo Conti.

Questa casa di Sebastiano e Bartolomeo Picinini servì di prima abitazione ai Gesuiti e ad uso delle scuole, poi atterrata per ampliare il Collegio.

1625, 3 novembre. I Gesuiti comprano tre case dei Zani per demolirle causa la fabbrica della nuova chiesa. Confinavano . a sera colle case di Enea Viggiani, poi dei Gesuiti. Pagate L. 2990. Rogito Ercole Fontana.

Casa di Carlantonio del fu Paolo Zani. Confina la strada da due lati, e dagli altri due col venditore, per L. 4000. Pare quella in angolo di Strada Castiglione già del Formigine, e forse la stessa detta la Portazza.

1624, 12 luglio. Casa Colonna in Campo Santa Lucia, atterrata per far la chiesa. Fu già delle suore di Sant'Agnese. Pagata L. 1400.

Casa Baroncini già Tinti in detto Campo demolita per far la chiesa. Fu pagata L. 772.

Case Zani, detta la Portazza, Lappi, Tinti, poi Baroncini, o Buroncini, in Campo di Santa Lucia.

La prima in ordine, (cioè la Zani) detta la Portazza, confinava la seconda (cioè la Lappi) e le suore di S. Lorenzo di dietro.

La seconda in ordine (cioè la Lappi) confinava colla prima (Zani), colla terza (Tinti) e colle suore di S. Lorenzo.

La terza in ordine (Tinti) partendo da Strada Castiglione confinava la seconda (Lappi), a oriente la casa Locatelli, le suore di Sant'Agnese, ossia casa Colonna, a settentrione S. Lorenzo, a mezzodì la strada. La loro situazione era tale, che senza il loro suolo non si poteva far la chiesa. La casa del Zani e quella del Lappi furon pagate L. 2288, e la Buroncini L. 772. Totale L. 3060.

1627, 10 giugno. Casa grande Guastavillani in Campo Santa Lucia, con casetta, contigua. La grande fu già di Giacomo e di Andrea Sanmartini, poi venduta al senatore Girolamo Guastavillani li 5 luglio 1619. Rogito Alessandro Nelli. Furon vendute ai Gesuiti da Girolamo e Filippo del fu Angelo Michele Guastavillani per L. 2800, e demolite per far la chiesa.

1627, 10 marzo. Casa, edificio e stalla Ratta comprata da Lorenzo Ratta, da Alessandro del fu Giacomo Bagnacavallo o Dugliolo, li 14 settembre 1623. Rogito Antonio Malisardi. È posta nel detto Campo, e fu comprata dai Gesuiti per L. 2350, demolita per. la chiesa e la sagristia. Sembra una di quelle, o tutte due posteriori alla casa dei Formigini in Strada Castiglione.

1650, 7 maggio. Casa Giovagnoni in Campo Santa Lucia, incorporata nel Collegio e nella fabbrica delle scuole di quei tempi, pagata L. 2000.

1671, 23 settembre. Parte di casa di Barelli Agostino, in Campo Santa Lucia. Servì per scuola, poi fu demolita per la fabbrica del Collegio, pagata L. 1702. L' altra parte era stata venduta da Gio. Battista Barelli a Filippo Sgarzi per L. 400, col patto della ricupera. Lo Sgarzi vendette il suo credito ai Gesuiti li 18 novembre 1652. Casa Bertelli in Campo di Santa Lucia, demolita per la fabbrica della sacristia. Pagata L. 650.

1652, 7 aprile. Casa Coroneda in detto Campo demolita per la chiesa, pagata L. 1580. Occupava in parte il sito del coro di dietro della casa di S. Mattia.

Casa di Catterina del fu Gio. Gaetani erede di Francesco Coronedi suo marito. Pagata L. 600.

Casa già Corradini, poi Merighi, in detto Campo, pagata L. 600.

1672, 25 giugno. Casa Tullia, o Vicentini, in detto Campo, pagata L. 900, e incorporata al Collegio.

Casa Sanmartini in Campo Santa Lucia, pagata L. 1250, demolita per la fabbrica della sagristia.

Casa Fabbri in detto Campo pagata L. 2800. Servì di arsenale della sagristia, poi fu demolita per la fabbrica di detta sagristia.

1672, 16 dicembre. Casa di S. Omobono in detto Campo, pagata L. 800, demolita per la chiesa. Fu acquistata in via di permuta.

1673, 23 marzo. Casa di S. Damiano in detto Campo, pagata L. 3500. Confinava coi Ratta.

1672, 26 gennaio. Casa Ferraresi in Campo Santa Lucia. Fu prima ad uso del Collegio, poi demolita per la fabbrica del medesimo.

1675, 17 giugno. Case di S. Domenico in Campo di Santa Lucia, una delle quali fu già di Domenico Usberti. Queste due case servirono per avere il libero transito alla nuova chiesa quando fu chiusa la strada detta Campo Santa Lucia. Furono pagate L. 2525.

Casa Ratta nel Campo suddetto, pagata L. 1850. Confinava la casa dei Padri di S. Damiano e il Collegio del Beato Luigi, al quale fu data in affitto perpetuo.

Stalla e teggia dei Ratta pagata L. 1200, locata al detto Collegio.

1657, 2 febbraio. Casa di Antonio e di Bartolomeo del fu Sebastiano Merighi erede Istriani, pagata L. 900.

1672, 12 settembre. Angelo del fu Francesco Fabri vende la casa, che fu già di Francesco e Santa Panzacchi, da lui comprata li 14 febbraio 1651, per L. 2800.

Nella via dei Chiari.

1651, 8 novembre. Vendita di Nicolò, fratelli e figli di Leonardo Betti Fiorenzola di una casa in via dei Chiari. Confina Garani, gli eredi . Ferraboschi, e i Gesuiti. Per L. 5000. Rogito Alessandro Andrei. Una parte fu distrutta per far la capella di Sant' Ignazio. Ne vendettero due delle cinque parti per L. 2000, promettendo di vendere le altre tre per L. 3000, come seguì li 16 gennaio 1652.

1655, 15 marzo. Anna del fu Bartolomeo Lotti vende a Giuseppe del fu Alessandro Sforza una casa in via dei Chiari. Confina a levante gli eredi di Lorenzo Barbieri, a settentrione il Collegio di S. Carlo. Per L. 2500. Rogito Domenico Sandri.

1655, 15 novembre. Casa grande dei Gesuiti in via dei Chiari nell'angolo del Campo di Santa Lucia, abitata dai convittori di S. Carlo. Fu locata in perpetuo al Rettore del Collegio del Beato Luigi questa casa detta la Morelli per L. 11250. Era di Gio. Morelli, e fu lasciata ai Gesuiti con suo testamento delli 11 febbraio 1634. Rogito Gregorio Vecchi.

1664, 9 giugno. Vendita di Giuseppe del fu Alessandro Sforza ai Gesuiti di una casa nella via dei Chiari. Confina a mattina gli eredi di Lorenzo Garbieri, a sera i beni del Collegio detto di S. Carlo, poscia del Beato Luigi, per L. 2100. Fu incorporata al Collegio di S. Luigi.

Casa Ferrabosca, probabilmente di Lodovico, che testò li 18 novembre 1582. Confinava colla suddetta casa Betti, e colle suore di S. Mattia. In altro sito è detta casa Garani, Picchioni, o Ferraboschi, in via dei Chiari. Confina colla casa Betti Fiorenzola, colle suore di S. Mattia, e colla via pubblica. Pagata L. 1450.

1629, 30 gennaio. Casa delle monache di S. Lorenzo in via dei Chiari. Confinava la chiesa, la quale proseguendosi, si sarebbe in gran parte occupata, come diffatti poi seguì. Fu pagata L. 5700. Rogito Lorenzo Mariani.

Casa dei Sanmartini in via dei Chiari, pagata L. 6000. Confinava da un lato il Campo di Santa Lucia, dall' altro le suore di S. Mattia, e di dietro la stalla Ratta. Casa in via dei Chiari di Vincenzo Cattani. Confina la casa Tortorelli e la Pederzani, pagata L. 2500, compresa nel Collegio di S. Luigi.

Casa Tortorelli in via dei Chiari. Confina le suore di S. Leonardo, e la casa dei Pederzani in Cartoleria Vecchia, assegnata al Collegio di S. Luigi per L. 2500.

1652, 3 settembre. Casa di Orsina del fu Gio. Picchioni, posta sotto S. Gio. in Monte in confine della chiesa nuova. Pagata L. 1450.

Collegio dei Gesuiti.

Evvi la camera dove abitò S. Francesco Xaverio nel 1537. Fu ridotta ad uso capella da Matteo Zani nel 1564, poi dedicata al Santo li 5 giugno 1572. Rogito Bartolomeo Ruffini e Francesco Barbadori.

I Gesuiti che avevano preso domicilio nel Campo di Santa Lucia li 8 maggio 1548, cominciarono a dar lezioni in due scuole nel 1549.

II Cardinal Giacomo Savelli assegna ai Gesuiti la parrocchia di Santa Lucia, e per Bolla di Pio IV ne investe la compagnia. Li 17 dicembre ne prendono possesso.

Il Rettore di Santa Lucia deputa nel 2 maggio 1639 Rettore del Collegio dei Nobili, istituito nel 1634 D. Michele Torri.

Vi erano otto congregazioni quasi tutte fondate dal P. Giorgio Giustiniani dell'isola di Scio, morto in Bologna li 3 dicembre 1644, e queste erano:

Congregazione del Salvatore pei Nobili, fondata nel 1614.

Della Nunziata, pei giovani scuolari di Santa Lucia.

Della Visitazione istituita nel 1626, pei scuolari della grammatica inferiore.

Dell' Assunta, detta dei giovani, eretta nel 1626.

Della Presentazione, per le scuole superiori, fatta nel 1636.

Della Concezione, per gli artisti.

Di Gesù e Maria, per cittadini e mercanti.

1617, 20 febbraio. Il Senato concede pertiche 15, piedi 4 e oncie 11 di suolo presso Cartoleria Vecchia, per rettificare la fabbrica delle nuove scuole.

I Gesuiti venuti a Bologna in sette od olto, come altra volta si disse in Borgo degli Arienti, presero in affitto una casa in quella strada congiunta a S. Bernardo, di proprietà degli Olivetani, poi abitarono in tre casette nel Campo di Santa Lucia, che una era di Eleonora Grapedina, l' altra di D. Girolamo ed Elisabetta fratelli Casalini, e la terza di Sebastiano Piccolini. In seguito poi si dilatarono, e si sarebbero impadroniti di tutta l' isola se non fossero stati soppressi con Bolla di Clemente XIV delli 21 luglio 1773. Nell'agosto susseguente fu dato il Collegio di Santa Lucia ai Padri Bernabiti, che li 5 novembre dello stesso anno riapersero con scuole per la gioventù. Il patrimonio dei Gesuiti fu incamerato poi dato in enfiteusi al tesoriere Raffaele Gnudi.

II Collegio di S. Xaverio doveva dirsi nel 1773 del Beato Alessandro Sauli, e quello di S. Luigi di S. Carlo Borromeo.

Li 8 agosto 1797 porzione del Collegio, e segnatamente dalla parte del portone delle carra in Cartoleria Vecchia, fu ridotta a caserma. Per decreto delli 31 dicembre 1798 furon quivi concentrati i Padri Penitenzieri degenti in Sant' Andrea de' Piatesi.

Nel 1811 i Padri Bernabiti vestirono l'abito di preti secolari applicandosi con sommo zelo all'educazione della gioventù ed alle funzioni di culto nella frequentata loro chiesa. Li 19 novembre 1816 ripresero il loro abito religioso.

Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

Santa Lucia.

Chiesa già parrocchiale posta in Strada Castiglione, eretta da S. Petronio nel 432, e si crede fosse nella fine della porteria del collegio dalla parte della strada detta Campo di Santa Lucia.

Si presume rovinata nel 903 dagli Ungheri. Il 9 febbraio 1208 i frati di S. Gio. in Monte diedero un pezzo di terreno ad uso vigna per rifabbricare la chiesa.

Nel 1295 i detti frati presero ad ufficiarla, e nel 1305 la risarcirono e la governarono fino al 18 aprile 1418.

Nel 1546 cominciarono i Gesuiti ad ufficiarla abitando però in una casa contigua a San Bernardo nel Borgo dell'Oro.

L'8 maggio 1548 andarono ad abitare tre casette nel campo di Santa Lucia, comprate una da Leonora Grassendini, l'altra da D. Girolamo, ed Elisabetta Ca- salini, e la terza da Sebastiano Piccolini.

I Gesuiti n'ebbero l'intero possesso il 18 luglio 1562.

Il 20 luglio di detto anno comprarono per L. 13500 la casa grande contigua da Ginevra Gozzadini Bolognetti.

La porzione di parrocchia fuori della mura fu il 28 gennaio 1567 unita alla Misericordia fuori di Strada Castiglione.

La chiesa fu ampliata nel 1575, e il 3 maggio del 1576 fu consacrata.

La porzione di parrocchia entro la città fu distribuita il 28 luglio 1624 a S. Gio. in Monte, a S. Biagio, e SS. Cosma e Damiano.

Il 28 gennaio 1622 i Gesuiti comprarono da Cesare Locatelli per L. 22000 una casa dove il 2 aprile 1623 fu posta la prima pietra della presente chiesa terminata nel 1659.

Il canale di Savena fu nel 1661 coperto dalla chiesa di Santa Lucia fino alle case dei Pepoli.

La porteria fu finita nei 1660, e nel 1662 ornata la camera di S. Francesco Saverio, e ridotta a capella nel 1664 (Orig. 1564). Nel settembre, e ottobre del 1817 fu fatto un nuovo andito che dalla porterìa conduceva alla chiesa ed alla sagristia.

Il collegio di S. Saverio fu istituito dai Gesuiti nel 1598. Dapprima mancò di stabile, e seguitò vagante fino al 4 ottobre 1634, epoca nella quale fu fissato nella casa che faceva angolo col Campo di Santa Lucia, lasciata ai Gesuiti da Giovanni Morelli.

Nel 1645 fu acquistata per L. 26000 la casa del conte Carlo Zani in Cartoleria Vecchia.

I nobili pagavano una dozzena di L. 37 mensili.

Il collegio di S. Luigi, posto in Cartoleria Vecchia, era per i cittadini, e fu istituito nel 1645 sotto il nome di San Carlo, poi di S. Luigi.

Fu fabbricato, come oggi si vede, nel 1726.

La dozzena era di L. 27, 10 mensili.

A questo fu unito il collegio di San Saverio, come si è detto, che prosperò per qualche tempo sotto il rettorato del Padre Bersani bolognese, il quale prima di morire lo vide decadere, e poi dopo perdere quasi tutto il prestigio che si era acquistato.

Nel collegio de' Gesuiti in Santa Lucia vi erano diverse congregazioni, e cioè:

Del Salvatore, di soli nobili.

Dell' Annunciata, di scuolari delle classi superiori.

Della Visitazione, di scuolari delle classi inferiori.

Dell'Assunzione, di scuolari filosofi, medici, legisti, ecc.

Della Presentazione.

Della Concezione, di artisti.

Di Gesù e Maria.

Della Penitenza.

Il 19 novembre 1797 fu ordinato che il collegio de' nobili fosse unito a quello di S. Luigi.

Il 2 dicembre dello stesso anno seguì l' unione, preferendosi il locale di S. Luigi essendo migliore. Fu ordinato che nella primavera i convittori dovessero vestire l'abito nazionale.

Quasi tutti gli ex nobili passarono alle loro case.

Il collegio di S. Saverio fu ridotto a caserma, e quest'uso lo rese inabitabile.

Nella primavera del 1809 fu risarcito e diviso in appartamenti per inquilini. A comodo di questi fu aperta una porta nella Castellata.

La bella capella, l'oratorio ed il teatro, che fu aperto qualche volta al pubblico, sono stati ridotti a granaio. I mobili del teatro furono venduti a D. Cesare Taruffl per il teatro da lui fabbricato in sua casa da S. Giorgio.

Il 10 marzo 1808 fu decretato che restasse aperta la chiesa di Santa Lucia.

L'8 agosto 1807 porzione del collegio dalla parte del portone delle carra in Cartoleria Vecchia, fu ridotta a caserma francese, poi polacca.

La libreria, lasciata da monsignor Zambeccari fu dichiarata dipartimentale.

Il 18 marzo e il 21 luglio 1798 fu ordinato che fosse aperta per pubblico servizio.

I Penitenzieri furono quivi incorporati dopo il decreto 8 giugno 1805, il qual decreto confermò che questa chiesa dovesse rimanere aperta.

Cartigli

Ex Chiesa di Santa Lucia

Fatta erigere dai Gesuiti, a partire dal 1623, su disegno di Girolamo Rainaldi. Il maestoso interno, a navata unica, riprende lo schema della chiesa del Gesù di Roma, con ricca decorazione in stucco. La facciata è rimasta incompiuta così come la parte absidale e la cupola. L'attuale abside è di Vincenzo Vannini (1840). All'interno si conserva una Madonna col bambino dello scultore Giuseppe Mazza. La chiesa, restaurata nel 1988, è ora adibita ad Aula Magna dell'Università.

Indirizzo:

via Castiglione, 36

Ex Collegio di Santa Lucia

Grandioso edificio appartenuto ai gesuiti, fu iniziato nel 1644-48 da Francesco Martini e ampliato a partire dal 1672. Dopo la soppressione dell'ordine nel 1773 il collegio passò ai Barnabiti. La biblioteca, donata da Monsignor Francesco Zambeccari, fu costruita su disegno di Giuseppe Antonio Ambrosi nel 1742-52 e decorata con quadrature di P. Scandellari, stucchi di A. Calegari e affreschi di G. Marchesi e N. Bertuzzi.

Indirizzo:

via Castiglione, 40

Taruffi

Tempio dedicato a Santa Lucia , alli Gloriosi Santi Protettori Francesco Xaverio, Ignazio, Luigi, ed altri della stessa Religione, che dell' Anno 432. fu fondata la detta Chiesa da. S. Petronio , e dell'Anno 1623, , fu fondata la presente.

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Chiesa e Collegio dei Padri Barnabiti, che fu già dei Padri della Compagnia di Gesù.

Nell' angolo di Cartoleria Vecchia con Strada Castiglione vi era la casa che dicesi fosse comprata da Giovanni e fratelli Gozzadini, e forse dai Scarduini nel 1514. Passò a D. Giulio di Camillo Gozzadini dottor di leggi, poi venduta dalla sua erede e sorella Ginevra, moglie di Alessandro del fu Camillo Bolognetti, li 20 luglio 1562 a Leone del fu Giacomo Leonori, e a Giacomo Maria Bargellini, per L. 13500. Rogito Francesco Pensabene. Si dice essere casa grande con due cortili, stalla, più due casette poste in Strada Castiglione sotto Santa Lucia. Confina a mezzodì Cartoleria Vecchia, a sera Strada Castiglione, mediante il condotto di Savena, a mattina gli eredi di Pietro Fragnido, a tramontana la canonica ed altri beni della chiesa di Santa Lucia. Il cortile della cisterna ancora esistente apparteneva a questa casa, che servì per lungo tempo di abitazione ai Gesuiti, poi ridotta a pian terreno ad uso di infermeria e spezieria. Nel piano superiore rimasto ad uso di alcune camere, distrutta la piccola ed antica libreria privata, vi si costrusse la libreria nuova poi aperta al pubblico.

1565, 30 luglio. Tommaso e fratelli del fu Taddeo Ghelli, successori Scarduini, vendettero a Leone Leonori, a Giacomo Maria Bargellini, a Matteo Zani ed a Gio. Battista Pasi la parte anteriore di una casa con mezza corte. Confina detta contrada davanti, Cartoleria Vecchia, la canonica di Santa Lucia, e gli eredi di Pietro da Parma di dietro, il Fragnido, per scudi 1000 d' oro. Rogito Vincenzo Rudini e Cristoforo Pensabeni.

1566, 29 novembre. Questa casa è comprata dai Gesuiti per L. 13500. Rogito Annibale Rustichelli. In questo prezzo vi sono compresi li scudi 1000 d' oro di un censo di ragione degli Scarduini, poi dei Ghelli, come dal predetto rogito 30 luglio 1565.

1568. Fu affittata al nuovo collegio, detto Seminario, i cui alunni vi entrarono li 27 giugno 1568. L' otto maggio susseguente essendo passato il Seminario nella casa pure in Strada Castigtione, già di Antonio da Budrio, fu data in affitto dai gesuiti a Pompeo Loiani che l' abitò fino all' otto maggio 1570. I proprietari la ritennero per loro uso, poi dopo vari anni la ridussero al pianterreno, siccome superiormente detto, collocandovi la libreria del collegio. Questo stabile sulla Strada Castiglione occupava sei archi del portico attuale, ed essendosi destinata parte di questa casa a pubblica libreria, si prescelse quella sull' angolo delle due strade che la confinavano.

Nel 1742, essendo Rettore dei Gesuiti ll P. Paolo Battaglini, si cominciò la fabbrica della scala e dell' ambiente per la libreria, con disegno dell' architetto Giuseppe Ambrosi, eseguito dal capo maestro muratore Antonio Maneloni. Si dice che l'apertura fosse fatta li 12 maggio 1752, altri dicono li 13 marzo 1753. Conteneva essa i libri donati da Monsignor Francesco Zambeccari, e quelli del dott. Gio. Girolamo Sbaraglia, regalati dal di lui erede Marcantonio Collina alias Sbaraglia. Il Zambeccari dotò la libreria di un capitale di L. 10000, ed il Collina di L. 5000, come da rogito di Girolamo d'Agostino Pedretti delli 23 giugno 1744 coll'obbligo ai Gesuiti di renderla pubblica.

Li 18 marzo 1798 fu dichiarala Biblioteca Comunale, indi traslocata ed unita a quella dell' Istituto, poi restituita all' antico suo locale, meno i manoscritti, alcuni libri rari, ed il ricco museo di Medaglie che accrebbero la collezione della libreria e del gabinetto dell'istituto. Fu poi custodita da un religioso bernabita ed aperta a comodo degli studenti in alcuni giorni della settimana.