Piazzetta di Santa Tecla e Valle di Josafat

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

La piazzetta, o piuttosto il largo della strada che qui s'incontra era occupalo in parte da un'isola, formata dalla chiesa di Santa Tecla marcata 1353, dalla casa del guardiano che era sotto lo stesso numero, esposte l'una e l'altra a ponente, e da un'altra casa con bottega da marescalco, segnata col N. 1352, posta verso settentrione dirimpetto ad alcune botteghe poste allo scoperto passata la casa del marchese Davia andando verso Porta Ravegnana.

Quest' isola formava una piccola strada, che cominciava in faccia la ratta di S. Gio. in Monte, e terminava a settentrione in Strada Santo Stefano, avendo dirimpetto la cappelletta marcata col N. 1351. La strada predetta si continuava a chiamare, anche nel 1474, via Angela, poi prese il nome di Valle di Giosafat dalla cappelletta che gli era in faccia, trovandosi cosi nominata nel 1626, ma il suo nome fu quello di via di Santa Tecla, che cosi fu nominata fino che sparì coll' atterramento della sumenzionata isola. La chiesa di Santa Tecla di Strada Stefano, detta anche dei Beccadelli, per distinguerla da altre dedicate a questa Santa, vien ricordata come chiesa antichissima, e lo era difatti, ma non quanto la dissero i nostri storici. Fu parrocchia, e si estendeva fino a Borgo Nuovo.

Il Masini, per provare la sua antichità, cita un rogito di Azzone Bualelli del 2 giugno 1375; il Petracchi quello di un notaro, certo Borromeo, del 1351. Qui si cita quello di Rolandino di Rodolfino Fioretta, che porta la sicura sua esistenza alli 24 luglio 1251, e quello di Gioannino Papazzone del 1296, nel quale sono fissati i confini della sua giurisdizione parrocchiale. La Coletta del 1408 dice che aveva la rendita di L. 80, e che la nomina si godeva dall'abbate di Santo Stefano. Soppressa la cura d'anime fu questa distribuita dal Cardinal Paleotti alle parrocchie di S. Giovanni in Monte e di Santa Maria di Castel de' Britti nel 1566. La chiesa fu restaurata nel 1587 dal suo Rettore Marcantonio Ercolani. Una congregazione di trenta preti, detti del Suffragio, istituita nella chiesa di Santa Barbara nel 1658, sotto l'invocazione di S. Gregorio Papa, passò nella suddetta cappella di Santa Tecla il primo giugno 1663, come risulta da un rogito di Guglielmini delli 30 luglio 1663, pagando annue L. 140 all'abbate commendatario di Santo Stefano, al quale era stata affidata dopo che gli era stata tolta la parrocchia. Questa congregazione vi rimase fino all'atterramento dell'isola eseguita per decreto delli 6 settembre 1798, passando in S. Gio. in Monte. La cappelletta N. 1351, di figura ottangolare sovramontata da una piramide, dedicata a Santa Veronica, e detta comunemente Valle di Giosafat, conteneva una croce di marmo sovraposta a una colonna, che trovasi in oggi nella Certosa. Fu restaurala nel 1665, e nel 1798 venne essa pure atterrata.

Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

Santa Tecla.

Chiesa posta in Strada S. Stefano fondata nel 432 da S. Petronio.

Al 2 giugno 1372 questa chiesa era parrocchia.

Fu risarcita nel 1587. Passò poi ad una congregazione di preti secolari instituita nel 1658 in S. Bartolomeo presso il portico dei Pollaioli.

Fu demolita nel 1798.

Santa Croce.

Piccola capella vicina a Santa Tecla, fondata da S. Petronio nel 432.

Questa chiesuola fu risarecita dai Senato nel 1655, e demolita nel 1798.