N149-150(28,26)

Cartigli

Palazzo Albergati

L'edificio, costituito da due nuclei collegati, venne costruito attorno al 1520, su probabile disegno di Baldassarre Peruzzi. La fascia marcapiano si deve a un'idea di Lazzaro Casario del 1584. Nel cortile, al n. 26, sono murate, tra decorazioni del XVIII secolo, alcune lapidi romane che ricordano la fondazione delle terme di Bononia ad opera di Augusto. All'interno si conservano belle tempere settecentesche di P. Pesci, A. Rossi, S. Brizzi e affreschi di G. Valliani. Al piano terreno, al n. 28, si conserva un affresco seicentesco di G. F. Gessi.

Indirizzo:

via Saragozza, 28

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Palazzo Albergati con due porte, la prima delle quali apparteneva al ramo Albergati Capacelli, e la seconda al ramo Albergali Vezza. Si trova che nel 1200 Ugolino di Zeula abitava in Saragozza sotto la cappella di Santa Caterina, e probabilmente in questa situazione, ciò desumendosi da un decreto del Consiglio di Bologna fatto nel 1291 a rogito di Pasqualino di Giovanni, col quale si permette di condurre acqua di Savena al convento delle suore di S. Gio. Battista mediante condotto che la introducesse in città verso porta Sara gozza in luogo dello Malpertuso verso il pozzo degli Albergali. Nel 1519 gli Albergati divisarono di rifabbricare le loro case, e li 26 aprile di detto anno ottennero dal Senato il seguente decreto: "Si concede suolo pubblico a favore degli Albergati che intendono di fabbricare un palazzo sotto Santa Catterina di Saragozza chiudendo il loro portico e alzando il muro fortificandolo per essere in cattivo stato."

Annibale del senator Alberto intraprese la fabbrica di questo palazzo nel 1540 su disegno di Baldassarre da Siena. La facciata però è stata ornata ad epoche diverse. Sotto la data delli 17 gennaio 1584 trovasi una dichiarazione di Lazzaro Cartari, scultore del cornicione, di essere debitore di Pietro Albergati di L. 78. In appresso, cioè li 25 settembre 1612, passò convenzione fra il senatore Silvio del senatore Alberto luniore Albergati, con Francesco Landi, Matteo Marestoni, e con i fratelli Giacomo e Pietro Giubbini, tulli tagliapietre, per l'ornato in macigno da porsi alle finestre e pel cornicione del palazzo da farsi simile all' altro degli Albergati, e di compiere il lavoro entro l' anno, stabilendosi il prezzo di L 160 per ogni finestra, e di L. 29 ogni piede del cornicione. Nella facciata vi è la seguente lapide:

MDXXXX ANNIB. ALBERG.

Il ramo Albergati Vezza finì nel marchese Ugo di Lodovico morto li 18 gennaio 1824, che dispose della porzione del suo palazzo, dopo la morte della marchesa Aurelia di Guido Pepoli di lui moglie, a favore del figlio del conte Filippo Benedetti di Sinigallia suo pronipote ex sorore in causa di Sulpizia Albergati moglie del conte Amos di Clodoveo Cavalca, e madre della contessa Barbara Cavalca maritata al detto Filippo Benedetti.

In casa Albergati corre la tradizione che l' attuale orlo o giardino Albergati fosse tagliato da una strada che da Malpertugio andava a Capramozza, ma su ciò non si trova documento alcuno che lo confermi, e l'unica indicazione della sua esistenza rilevasi da una pianta antica trovata nell'archivio del ramo Capacelli nella quale si vede che circa alla metà del suo prato vi era un muro divisorio che lo separava dal terreno verso il terrapieno della città.

Pietro Lamo (Graticola di Bologna)

Andando verso ponente alla porta nominata Saragozza dentro a mano destra si trova il palazzo degli Albergati nobili gentiluomini, di buona architettura, e l'architetto fu Baldassarre da Siena.