N.930 - Chiesa della Madonna della Grada

Cartigli

Chiesa di Santa Maria e San Valentino della Grada

Costruita nel 1632, su disegno di Antonio Levanti, per opera di una congregazione qui riunitasi a venerare un'immagine della Vergine dipinta sulle mura. Nell'interno dipinti di A. Catalani, P. Fancelli, G. Caponeri; terracotta di F. Arrigucci. Sul retro dell'edificio è la torre di guardia, che segna l'ingresso del canale di Reno in città, dove è tutt'ora visibile la "Grada" o grata che veniva abbassata per impedire indesiderabili ingressi dentro le mura.

Indirizzo:

via Calari, 10

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Passato il canale viene la Chiesa di S. M. del cimitero detta comunemente Madonna della Grada. Li 27 marzo 1628 una Congregazione detta della Madonna della Grada dimandò al Senato di poter fare un oratorio in due cancelli della mura della Città presso il canale di Reno verso la porta di S. Felice. Questa Congregazione cominciò nel 1627 sotto il titolo di S. Antonio di Padova e quivi radunavasi a venerare un immagine di Maria Vergine già dipinta nel Baracano. Sopravenuto il 1630 sì fatale a Bologna moltissimi morti di contaggio seppelirono nelle vicinanze, e da ciò ne venne il titolo di Madonna del cimitero, alla quale fu concesso di fabbricare una chiesa per superiore decreto dei 29 novembre 1631.

1631 23 Dicembre. Licenza d' occupar suolo per la fabbrica della Chiesa di S. Maria della Grada.

Li 22 maggio 1632 fu posta la prima pietra della nuova chiesa , che solecitamente fu portata al suo termine. La confraternita venne soppressa li 25 luglio 1798.

Il locale fu venduto al Corpo degli azionisti delle leggi 2 e 12 vendemiale A. IX a rogito Luigi Aldini del 18 agosto 1801 e da detti azionisti assegnato al loro collega il cav. avv. Salina con privata scrittura, il quale ha conservato, ed abbellita la chiesa che mai ha cessato di servire al culto.

Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

Santa Maria del Cimitero, o Madonna della Grada.

Confraternita nelle mura della città.

Ebbe origine nel 1629 sotto il titolo di S. Antonio di Padova. Si diceva del Cimitero, perché per la peste del 1630 vi furono sepolti molti cadaveri.

Il 22 maggio 1632 fu posta la prima pietra, e l'architetto fu Antonio Levanti.

Vicino alla suddetta chiesa nel 1208 fu introdotto il Canale di Reno.

Nel 1191 un altro ramo passava per il Pradello, sopra il quale vi erano quattro molini. e cioè, due nella casa dei Cerioli in faccia alla chiesa delle suore di S. Lodovico, uno nella casa dei Nobili, ed un altro nella casa dei Certosini congiunta a quella dei Nicoli passato il recinto, e il vicolo di dette suore.

Nel 1314 esistevano ancora.

II canale del Pradello passava per Galliera davanti a Santa Maria Maggiore, e quello dei Putti di S. Bartolomeo continuava per l'Avesella, dov'erano altri molini, per il qual canale passava assai prima l'acqua dell'Aposa.

Nel 1206 i primi molini furono fatti sopra l'Aposa.

Nel 1221 certo Pietro Melfi ingegnere milanese, ordinò 32 mulini da grano nel Cavaticcio, rimpetto alla Sega dell'Acqua, e fu allora che fu fatto il canale fino alle Lamme pel servizio delle navi, il quale Naviglio antico fatto nel 1221 conduceva fino a Ferrara. Andrea Ambrosini, circa il 1580, disegnò un canale naviglio con sostegni da Bologna al mare lungo la via Emilia.

Nel 1494 le navi cominciarono a venire fino alla Porta di Galliera, che prima si scaricavano a Corticella.

Nel 1547 fu fatto il nuovo Porto Naviglio vicino alla Porta Lamme.

Nel 1284 furono fatti i molini al Campo del Mercato.

Fu nel 1307 che fu radrizzato il corso del canale, e condotto come di presente fino alle Moline, e poi dietro alla mura fino alla Porta di Galliera, e fu opera del cardinale Albornozzi.

Questa Compagnia fu sopressa il 25 luglio 1798.

Un decreto del 10 marzo 1808 vuole che questa chiesa resti aperta.

Il locale fu assegnato al Commissario di guerra francese, che promise di non servirsene che in caso estremo per uso dei convalescenti.