Nita
di Stefano Agnelli
Seduta nell’intreccio di una sedia
la vecchia Nita vive e pensa sola.
Nell’aria briciole di pane vecchio
sciolte con cura nel latte tiepido.
Odore di stelle e di letame aspro,
se centotre anni vi sembrano tanti
vorrei sapere come li immaginate.
Arriva un minuto di pura letizia,
il volto rugoso, rotondo turacciolo
tagliato nel sughero d’albero sardo
a trattenere ogni umore del vino.
Resta dentro e fermenta la vita
zuccheri, tannino e solfiti.
Figlia, moglie, madre, nonna
ora è ognuna e tutte assieme,
e la notte dolce già chiama.