Albero dei cachi, Magnano - Foto tratta da commmons.wikimedia.org

OMNIA PROBATE


(Ritenete il buono)

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Cercare il bene


Jean-Sélim Kanaan




di Guido Dotti

Prego Iddio che tu sia un bambino di pace e gioia […] Che là dove tu passi, ci sia calore umano e tenerezza. Che tu sappia confortare chi è triste e galvanizzare gli animi coraggiosi. Che tu dia prova di coraggio sempre, che tu dica a voce alta e forte, con dignità, quello che credi sia giusto […] Senza chinare il capo anche se ti costa, per guardare dritto negli occhi chi ti ama, con la certezza di aver sempre cercato il bene.

Jean-Sélim Kanaan, La mia guerra all’indifferenza, il Saggiatore, Milano 2011, p. 14-15



Sono le parole di un padre a un figlio non ancora nato, un figlio che il padre non vedrà nascere né crescere. Ma sono in realtà le parole giuste che ciascuno di noi adulti deve saper trovare per la generazione più giovane, le parole di persone capaci di generatività, di trasmissione di ciò per cui vale la pena vivere, anche a costo della vita stessa.

In fondo sono un’attualizzazione delle parole che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli: la pace e la gioia del Risorto, il passare facendo il bene, il sostenere i deboli e l’incanalare la forza su sentieri di giustizia…

Tutto questo richiede discernimento tra il bene comune e il privilegio di pochi, richiede la franchezza nel chiamare le cose con il loro nome, dicendo quello che si pensa solo dopo aver pensato a quello che si dice, richiede coerenza nell’azione, perseveranza in ciò che si è percepito come giusto. Il camminare a testa alta allora diventa cifra non di alterigia o supponenza, bensì di desiderio di incrociare uno sguardo amato: è la lungimiranza di chi scruta il nuovo che si profila all’orizzonte e lo anticipa, la lucidità di chi ha sempre chiara la meta della propria ricerca, perché ne ha chiara la fonte e sa quali sono i mezzi coerenti con il fine.

Quando ci lamentiamo perché gli organismi internazionali appaiono impotenti nell’esercitare il loro compito di giustizia e di pace, ricordiamo i nomi e i volti di chi, anche all’interno di queste istituzioni, ha dato tutto se stesso perché quegli ideali si incarnassero nella realtà quotidiana: raccogliamo il loro testimone e trasmettiamolo alla generazione successiva. Avremo contribuito a formare uomini e donne capaci di attraversare anche le tenebre della guerra, dell’ingiustizia e della sofferenza diffondendo pace, gioia e dignità umana.

Jean-Sélim Kanaan (Roma 1970 – Baghdad 2003), di padre egiziano e madre francese, nato e vissuto a Roma, si è laureato ad Harvard e per dieci anni ha lavorato come volontario di Ong nei paesi in guerra. Entrato all’ONU, ha lavorato come direttore di progetto in Bosnia-Erzegovina e successivamente in Kosovo e in Iraq. Nel corso dell’ultimo incarico, il 19 agosto 2003 è morto in un attentato a Baghdad, lasciando la moglie Laura e il piccolo Mattia Sélim di sole tre settimane.


Chiesa monastica di Bose - foto tratta da commons.wikimedia.org