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Edith Bruck - Radiocorriere, numero 41, anno 1957, pag. 28 - foto tratta da commons.wikimedia.org





Due grandi donne




di Silvano Magnelli


Tutte e due hanno 90 anni, una è famosa, Liliana Segre, italiana, senatrice a vita, l’altra, meno nota, si chiama Edith Bruck, di origine ungherese, colpevoli solo di essere ebree, si sono ritrovate, appena adolescenti, rinchiuse ad Auschwitz, dove hanno perso tutti i loro cari.

La prima ha taciuto per un periodo, poi si è esposta, girando l’Italia per testimoniare a tutti, specie ai giovani, l’orrore di quei campi di sterminio, la seconda per tutta la vita ha testimoniato quanto accaduto, come sia potuto accadere ed ha spiegato l’indifferenza del dopo.

Di recente sono state anche protagoniste di due momenti, tra i tanti da loro vissuti, toccanti e altamente significativi.

Liliana Segre a 90 anni è andata in viaggio a Roma allo scopo di votare da senatrice la mozione per dare la cittadinanza italiana a Patrick Zacki, lo studente egiziano che viveva a Bologna ed è oggi ostaggio in gravi condizioni di salute del potere egiziano senza alcuna plausibile motivazione, facendoci così ricordare la tragedia del nostro concittadino Giulio Regeni e sperando che per lui non si ripeta del tutto. Una mozione passata a larga maggioranza e su cui però alcuni senatori di Fratelli d’Italia si sono inspiegabilmente astenuti.

Edith Bruck ha ricevuto l’inattesa e gradita visita in casa sua di Papa Francesco.

Entrambe si sono distinte per non aver né odiato né fatto odiare i loro aguzzini nazifascisti, pur condannando la loro delirante ideologia, dando prova di una concezione stupenda della vita umana e di una potente carica di umanità, insita nella loro educazione famigliare.

Liliana Segre, appena uscita dal campo, vede scappare il comandante del campo, ormai fuggitivo e in pericolo, vede cadere la sua pistola per terra, la raccoglie , ma non spara su quel losco individuo ed aveva solo 15 anni.

Edith Bruck ha dichiarato: “Non ho nessun sentimento di odio: è un sentimento che non conosco. Quando la gioventù hitleriana ci sputava addosso ed eravamo nudi, mi dicevo: Dio mio, non sanno quello che fanno, sentivo una tale pietà come avessi di fronte delle pietre senza anima”.

Da queste persone eccezionali, così realizzate e profonde, dobbiamo imparare a vivere da veri uomini e, se osiamo dirci credenti e persino cristiani, in maniera conseguente.