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L’uomo apice della creazione?



di Dario Culot

Ma siamo poi così sicuri che l’uomo costituisce l’apice del progetto di Dio?

La Chiesa insegna che Dio ha creato tutto per l’uomo[1] (art.358 Catechismo): «Qual è dunque l’essere che deve venire all’esistenza circondato di una tale considerazione? È l'uomo, grande e meravigliosa figura vivente, più prezioso agli occhi di Dio dell’intera creazione: è l’uomo, è per lui che esistono il cielo e la terra e il mare e la totalità della creazione, ed è alla sua salvezza che Dio ha dato tanta importanza da non risparmiare, per lui, neppure il suo Figlio unigenito. Dio, infatti, non ha mai cessato di tutto mettere in atto per far salire l’uomo fino a sé e farlo sedere alla sua destra». Fin dagli inizi, poi, Dio ha concesso all’uomo il dominio del mondo (art. 377 Catechismo[2]).

Un’idea simile poteva forse andar bene finché si credeva che la Terra fosse al centro dell’Universo, che anche il sole girasse attorno alla terra, e che tutto ruotasse attorno al nostro mondo[3]. Oggi, sostenere che tutto l’universo è stato creato per noi esseri umani, è forse una tesi che lusinga e inorgoglisce un po’ troppo noi cristiani e va vista con una certa diffidenza. Oggi ci rendiamo conto che l’uomo deve occuparsi della creazione[4], e che non è più il centro della creazione.  Guardiamo infatti la seconda foto, sopra, della Nasa scattata dalla sonda Voyager che sta per uscire dal sistema solare e manda l’ultima foto della Terra: il puntino che si vede all’interno del cerchio è, per l’appunto, la Terra. In quel puntino ci sta tutto quello che noi conosciamo: le nostre guerre, i nostri amori, i nostri odi, le nostre amicizie, …insomma tutto.

Certo che guardare il pianeta azzurro da vicino, oppure guardare quel puntino non più azzurro da lontano (ma nulla rispetto all’immensità dell’universo) dà sensazioni diverse: la prima visuale è bella, la seconda dà una sensazione di spaesamento. Oggi sappiamo che la Terra non è più al centro dell’universo; lo stesso sole è una piccola stella della nostra galassia che chiamiamo Via Lattea e che conta almeno 200 miliardi di altre stelle; e il sistema solare non ci trova neanche al centro, ma ai margini della nostra galassia.

Nella terza foto sopra la parola “Sun” indica la posizione del nostro sole nella nostra galassia.

Nella nostra galassia, la stella più vicina (Alfa Centauri) è a quattro anni-luce e mezzo dal sole: cioè oggi la vediamo com’era in realtà più di quattro anni fa. Sappiamo ormai che la nostra galassia non è che una delle centinaia di miliardi di galassie che popolano l’universo: altro che centro dell’universo! Gli scienziati hanno calcolato che la galassia Andromeda, la più vicina alla nostra, abbia un diametro di 200.000 anni luce.

La Terra, con tutti i suoi 8 miliardi di abitanti, è un puntino sostanzialmente invisibile, e noi siamo pulviscolo insignificante su quel puntino sostanzialmente invisibile. E noi saremmo agli occhi di Dio più preziosi dell'intera creazione? Perché mai Dio avrebbe dovuto effettivamente preoccuparsi di quel microscopico pianeta chiamato Terra, e di quei microbi che si chiamano uomini, che spesso pretendo di essere allo stesso livello di Dio o quanto meno di essere più preziosi agli occhi di Dio dell'intera creazione? Solo perché questo ce lo fa intendere la Bibbia? Ma se leggiamo attentamente la Bibbia scopriamo che forse l’uomo non è la più nobile delle creature, più preziosa agli occhi di Dio dell'intera creazione. Infatti, proprio nella Bibbia, Dio dice: “come ho creato te (uomo), ho creato anche l’ippopotamo… Guarda che forza ha nella schiena e nei muscoli del ventre…è il mio capolavoro” (Gb 40, 15-19). Allora non è l’uomo il capolavoro di cui Dio va orgoglioso. Come si può pensare che l’uomo sia il capolavoro della creazione quando era polvere ed è destinato a tornare polvere? (Gn 3, 19). Non è per caso che ci siamo auto-esaltati un po’ troppo?

Dovremmo ricordarci che già gli israeliti si consideravano gli unici privilegiati su questa terra che era al centro dell’universo, e Dio ha subito raffreddato il loro entusiasmo: «Non siete voi per me come gli Etiopi, Israeliti? Non ho fatto uscire Israele dal paese d’Egitto, i Filistei da Caftor...» (Am 9,7). Dio sta dicendo che per Lui non c’è alcun gruppo privilegiato sulla Terra, che si compiace di aver creato più l’ippopotamo dell’uomo, e da nessuna parte risulta che questo grumo di polvere vivente sia più prezioso dell’intero universo.

Il numero delle galassie ancora non lo conosciamo ma ormai sappiamo che è sterminato: è tutto questo sarebbe stato creato per il nostro dominio? Di fronte alla mostruosa vastità dell’universo, e alla quasi invisibilità della Terra, sorge oggi impellente una domanda: possibile che noi siamo gli unici esseri intelligenti in tutto l’universo? Certo, non abbiamo prove che esistano altre intelligenze, ma non c’è da stupirsi se ancora non le abbiamo incontrate: come detto, Alfa Centauri è a 4 anni e mezzo luce di distanza. Questo significa che, se ci fosse un astronauta umano nei pressi di Alfa Centauri, per comunicare via telefono noi dovremmo comporre il numero, dire “Pronto!”, aspettare 9 anni (4 e mezzo perché la chiamata arrivi a destinazione, più quattro e mezzo di ritorno) per ricevere di ritorno la risposta “Chi parla?” Poi altri nove per dire: “Sono Antonio, c’è Marco?” e sentirsi rispondere magari “Mi dispiace, ha sbagliato numero”. Non vedo una grande possibilità di dominio, o per lo meno è ancora molto lunga la strada per diventare dominatori dell’universo. Tenendo presente che un'ora equivale a 3600 secondi (60 minuti x 60 secondi ciascuno), camminando alla velocità costante di un metro al secondo[5] l’uomo, la più nobile delle creature secondo quanto ci hanno insegnato, riesce a percorrere 3600 metri, cioè poco più di 3 km e mezzo. Camminando ininterrottamente per un giorno la più nobile delle creature coprirebbe poco più di 86 km. In un anno (e l’anno è l'unità di misura di tempo), camminando senza fermarsi mai neanche per un secondo, l’uomo riuscirebbe a percorrere meno di 40.000 km, che è la circonferenza della terra all’equatore. L'anno luce è un'unità di misura delle distanze (corrisponde alla distanza percorsa dalla luce in un anno, pari a circa 9500 miliardi di chilometri, quando un solo miliardo in numeri è 1 000 000 000). Di fronte a questi numeri, siamo proprio sicuri che tutto l’universo è stato pensato per noi uomini?

Da quello che oggi sappiamo, l’universo - che dovremmo dominare stando all’insegnamento del magistero -  ha un diametro di circa 93 miliardi di anni luce: un valore inconcepibile nella nostra mente per mancanza di termini di paragone. Non possiamo però sapere quali sono le dimensioni dell’universo reale, che include tutto ciò che non siamo capaci di osservare e forse mai osserveremo. Perciò il valore da noi pensato può essere sottodimensionato risultando ancora più grande di quella parte dell’universo per noi al momento osservabile[6].

Certo, se altri sistemi analoghi al nostro solare esistono a miliardi di anni luce di distanza, e fossimo veramente soli nell’universo, sarebbe impressionante la nostra solitudine in queste immensità siderali. E poi chi ci dice che non esistano non solo altri mondi, ma anche altri universi?

Se poi noi pensiamo a quante forme di vita sono scomparse sulla nostra terra[7] (molte anche a causa dell’attività umana[8]), da dove ricaviamo la convinzione che noi esseri umani dovremmo essere gli unici privilegiati dell’universo? Che tutto l’universo è stato creato per noi?

In quanto appartenenti alla specie homo sapiens possiamo esserci evoluti sotto l’orchestrazione di Dio in base a un suo preciso progetto, ma per chi non crede in Dio possiamo anche esserci evoluti unicamente attraverso la selezione naturale senza alcun intervento divino. La selezione naturale elimina la necessità di un miracolo creativo di qualsiasi forma, anche se richiede ovviamente molto più tempo.

Credenti o non credenti, spesso pensiamo di essere una categoria a parte. Ma se i Neanderthal fossero sopravvissuti continueremmo ancora a pensare di essere creature a parte? E se i dinosauri fossero sopravvissuti,[9] l’uomo probabilmente non sarebbe stato in grado di competere con loro, e forse oggi avremmo sulla terra il sauro sapiens, anziché l’homo sapiens. Anche l’estinzione di una specie non è che un effetto collaterale dell'evoluzione, e se non si fosse estinta forse avrebbe potuto svilupparsi ulteriormente. E oggi, la nostra stessa specie è a rischio estinzione. Se quest’anno Putin cominciasse a usare la bomba atomica come ha minacciato, e si scatenasse una guerra nucleare, l’intera umanità potrebbe sparire da questo puntino insignificante dell’universo. E pensate che il resto dell’universo ne soffrirebbe? Pensate che se ne accorgerebbe?

Sto dicendo che il progetto di Dio sull’uomo – così come ci ha insegnato la religione -  può fallire, anche se Dio è onnipotente? Certo che il progetto sull’uomo – che noi pensiamo essere di Dio - potrebbe fallire. Dio ha dato all’homo sapiens la possibilità di evolversi e crescere; ma se l’homo sapiens oggi si riduce a homo demens e si vuole autodistruggere, credo che Dio gli lasci la piena libertà di farlo. Non dobbiamo pensare che ci sia un progetto assoluto nei nostri confronti. Dio non ha necessariamente un progetto unico riservato a noi, può averne mille di progetti. E se la specie umana dovesse sparire, vuol dire che questo rientrava nel progetto di Dio. Però a quel punto non è che fallisce il progetto di Dio sull’universo. Chissà quante possibilità di sviluppo ci sono ancora nell’universo. Forse esistono anche altre Terre dove gli esseri dotati di intelligenza saranno più intelligenti di noi e non si annienteranno come noi con le guerre. Forse esistono già altre Terre dove Gesù non è dovuto comparire perché lì ci sono esseri dotati di un’intelligenza analoga alla nostra, ma più pacifici di noi, per cui già riescono a vivere fraternamente in amore e concordia.

Mi sembra che nell’umanità del nostro pianeta la capacità di far fiorire la vita, la capacità di amare e di vivere fraternamente, in altre parole la carità e la misericordia, stiano calando. Forse siamo come un aliante che è arrivato abbastanza in alto, ma non ha motore, non ha elica, e perciò scende, inevitabilmente scende, a meno che l’aliante non trovi correnti ascensionali; allora pur non avendo il motore, può essere riportato in alto e può stare in alto per molto tempo. Forse questo è il tentativo che sta facendo Dio con noi: quello di creare correnti ascensionali di generosità e di amore per riportare in alto la capacità di bontà dell’umanità perché se la quantità di bontà dell’umanità si esaurisce l’aliante scende a terra e a quel punto l’umanità è perduta[10]. E nonostante il pessimismo che oggi ci attanaglia, finora il tentativo sembra riuscito perché, come diceva Gandhi, se la somma delle attività umane desse un totale distruttivo, il mondo sarebbe effettivamente finito da un pezzo; per fortuna l’amore, anche se non fa notizia, continua a sostenere questo piccolo, insignificante pianeta[11]. Ma come in un moderno fondo d’investimento, le prestazioni anche elevate del passato non costituiscono una garanzia sui risultati a venire.

Se crediamo che Dio esiste, possiamo anche pensare che Dio continui ad offrirci delle possibilità, ma sta sempre a noi accoglierle o meno. Dio non ci impone nulla, ci offre mille possibilità, e noi dobbiamo sempre partire dal punto in cui siamo, da quel livello di maturità che abbiamo raggiunto a quel punto della storia umana. È vero che duemila anni di cristianesimo nella storia dell’umanità sono pochini rispetto ai 150.000 anni dell’homo sapiens, e che poi ogni generazione deve cominciare sempre da capo, per cui è sempre possibile la regressione, tornare indietro come nel gioco dell’oca. Però, guardando all’indietro, c’è anche da riconoscere che il cammino della coscienza umana è mediamente salito a livelli che in passato erano inimmaginabili. Il solo fatto di essere passati dal considerare normale la schiavitù al ritenere che tutti gli esseri umani hanno pari dignità[12] è già un ragguardevole progresso. Certo c’è ancora una bella contraddizione fra gli ideali universali proclamati e la capacità pratica di realizzarli, ma già il cambio astratto d’idee è un bel passo.

Da credenti semplicemente speriamo – in base a quello che ci ha detto Gesù - che la nostra vita non finirà con la morte, vuoi causata dalla natura, vuoi dalla bomba atomica. È però un dato assodato che noi uomini, che ci consideriamo esistenti qui su questa terra, continuiamo a considerare la morte biologica (la prima morte) come fosse l’ultima realtà, mentre forse siamo solo davanti a un tentativo che la vita sta facendo per renderci viventi dopo la morte biologica. Se questa è una possibilità effettivamente offerta da Dio, non possiamo ancora definirci viventi[13]. Mi sembra abbia detto l’abbè Pierre che questa vita è solo uno spazio concesso alla nostra libertà per imparare ad amare ed essere pronti ad innalzarsi in altre sfere, dove ci attende la vera vita. Se però, non sapremo accogliere l’offerta, non saremo in grado di raggiungere la vera vita che pur era lì ad attenderci.

 

 

 

NOTE

[1] La più nobile delle creature già diceva il Catechismo di Pio X all’art. 48.

[2] Sinceramente preferirei leggere che Dio ha affidato la Terra all’uomo come un dono che egli è chiamato a custodire e migliorare. L’uomo dovrebbe occuparsi della natura come di sé stesso. Così, sulla nostra piccola Terra, potremmo veramente esercitare quella somiglianza al Creatore che si prende cura di tutto l’immenso universo. Ma come si vede, non riusciamo a custodire e ampliare neanche l’eredità che ci è stata lasciata con questa piccola Terra, perché la stiamo distruggendo senza grandi pentimenti. Come possiamo pensare che Dio ci abbia affidato l’intero universo quando non riusciamo a custodire neanche la Terra? Forse la causa del nostro comportamento viene dall’idea insegnataci dalla Chiesa secondo cui noi uomini abbiamo il ‘dominio’ e non la custodia.

[3] Questo era la concezione di Tolomeo, l’astronomo che nel 2° secolo d.C. ha ideato il sistema geocentrico, in cui la Terra si trova immobile, al centro del cosmo, ed è il punto di riferimento attorno a cui ruotano il Sole e tutti gli altri pianeti. Il concetto è durato fino a Copernico e Galileo. La rivoluzione copernicana metteva in crisi l’insegnamento della Chiesa, che ha fatto fatica ad accettare l’innovazione.

[4] Il 10.6.2002 papa Giovanni Paolo II e il patriarca Bartolomeo I hanno sottoscritto una Dichiarazione comune a Venezia chiedendo ai fedeli di adottare una serie di nuovi principi etici che potrebbero cambiare il modo con cui l’umanità si relazione con l’ambiente: «Siamo anche preoccupati delle conseguenze negative per l’umanità e per tutto il creato che derivano dalla degradazione di alcune risorse naturali di base come l'acqua, l'aria e la terra, causate da un progresso economico e tecnologico che non riconosce e non tiene conto dei suoi limiti… il rispetto per la creazione discende dal rispetto per la vita e la dignità umana… in questa prospettiva, i cristiani e tutti gli altri credenti hanno un ruolo specifico da svolgere», educando le persone alla «coscienza ecologica che è innanzitutto responsabilità verso se stessi, verso gli altri e verso il creato». Il papa e il patriarca hanno infine chiesto a Dio di «illuminare le persone perché ovunque si faccia attenzione al dovere di rispettare e salvaguardare la creazione». Non dobbiamo più considerarci i dominatori del mondo, anche se il Catechismo non è stato cambiato.

[5] La luce impiega circa 1,28 secondi per coprire la distanza che separa la Terra dalla luna, circa 384.000 km. Poco più di 8 minuti per arrivare dal sole sulla terra, che dista da noi 149.600.000 km.

Nel 2023 la cometa Neanderthal (tecnicamente C/2022 E3 ZTF) si è trovata a una distanza di soli 42 milioni dalla Terra. Se vi sembrano tanti, non vi sbagliate, ma questa distanza ha comunque permesso di ammirare la cometa anche a occhio nudo.

[6] Queste e molte altre informazioni astronomiche si trovano nel sito OSR (Online Star Register). Lì si trova anche la spiegazione di come si è arrivati a queste cifre.

[7] Assai interessante in proposito è il libro di Kolbert Elisabeth, La sesta estinzione, Neri Pozza, Vicenza, 2014.

[8] Il 90% della popolazione locale morì nelle Americhe e isole del Pacifico dopo l’arrivo degli europei. Perciò, invece di aver paura degli asteroidi, faremmo meglio ad avere paura di noi stessi (Harari Y.N., Homo Deus, Bompiani, Milano, 2017, 16s. e 117).

[9] I dinosauri sono scomparsi 65 milioni di anni fa. L’uomo è comparso sulla Terra 2,5 milioni di anni fa.

[10] Biscontin C., Ovunque vai di’ pace, in “Strappare un abbraccio difficile”, ed. Cittadella, Assisi, 2006, 128.

[11]Scriveva il secolo scorso la viaggiatrice Freya Stark, che aveva visitato Paesi dove neanche gli uomini spesso si avventuravano: “Se mi si chiedesse di elencare i piaceri del viaggio, direi che questo è uno dei più importanti: che così spesso e inaspettatamente si incontra il meglio della natura umana, e vederlo così, di sorpresa e spesso in situazioni talmente improbabili, si arriva, con un piacevole senso di gratitudine, a realizzare quanto ampiamente siano sparse nel mondo la bontà, la cortesia e l’amore” (Marcenaro G., Avventuriera in Siria a dorso di mulo, “Il venerdì di Repubblica, n.1360/2014, 93).

[12] La parola evangelica che dà anche al povero la dignità, il senso di dover rispondere di sé solo a Dio, per cui non ci sono fra lui e Dio né templi, né chiese, né magisteri, è una liberazione straordinaria; ma ancora oggi si fa fatica ad accettarla, il che dimostra quanto è ancora lungo il cammino da fare.

[13]Molari C., Sui nuovi linguaggi della fede, seminario tenuto a Trieste il 17-18.3.2012.