Il giornale di Rodafà. Rivista online di liturgia del quotidiano

Il sonno della ragione genera mostri, Francisco Goya, 1797 - Biblioteca Nacional de España, Madrid


Dialogo-Invettiva tra un profeta matto e sé stesso

di Stefano Agnelli



Non vi riconosco più. Non vi conosco più, e sono anche stanco di frequentarvi, di sentirvi parlare del nulla mentre il mondo, l’ambiente intorno a noi sta letteralmente collassando. Volete qualche data? Eccovela. Nel 2050 parte della pianura padana sarà forse sott’acqua, ma voi continuate, continuate pure a parlare di dove andrà Lukaku. Migliaia di persone ogni giorno muoiono di fame e di malattia in Africa, il continente che ha visto l’origine della nostra specie, si sta desertificando sempre più. E Voi? Voi avete paura, paura che vengano qui, a prendervi il vostro benessere, le vostre cene al ristorante, il vostro aperitivo, le Nike da trecento euro, l’Iphone, le Audi e le Mercedes, le BMW. Più il disordine nel mondo aumenta e più invocate ordine interno, disciplina, intolleranza e mezzi repressivi attorno a voi, nella speranza di salvarvi. Ogni uomo dovrebbe occuparsi degli altri, salvare o aiutare il prossimo, non pensare solo a sé stesso, o ai soli familiari, invece voi lo fate, li fate morire in mare come bestie annegate in un sacco. Ma non capite, non capite che non sarà redento niente di ciò che non è stato assunto? Non vi riguarda vero? Nessun impegno verso il prossimo, nessuna assunzione di responsabilità: “Tanto non ci posso far niente, è inutile, sono troppi, ma poi io che c’entro? Che vadano a lavorare”. Intanto li state condannando a morte, consumando a più non posso, sottraendo risorse e materie prime ai loro paesi, per riempire gli scaffali dei centri commerciali. Negate loro la vita, la dignità, la salvezza, qui ed ora. Eppure continuerete, continuerete a far finta di niente, a costruire tante piccole felicità, vuote e personali, venate di malinconia negata, intrise di rabbia, continuerete a non pensare, a credere che non vi riguardi.

Volete altre date? Tra poco più di vent’anni è molto probabile che, in Italia, non ci saranno più soldi per pagare le pensioni di anzianità, già adesso il rapporto lavoratori/pensionati è 1:1. Sarà una sorta di punto zero dell’economia, anche i più anziani dovranno tornare a lavorare, come in Africa, come in certi paesi asiatici. Dite che non succederà? Può darsi, sempre ammesso che li abbiamo davvero vent’anni, forse è tutto quello che ci resta, perché si sta sciogliendo l’intera Groenlandia, assieme a buona parte del Pack al Polo Nord, e nessuno sa dire di quanto si alzerà il livello dei mari nei prossimi anni.

I grandi laghi ed i fiumi principali, in diverse parti del mondo, si stanno prosciugando a causa del prelievo eccessivo di acqua, come il Giordano, che gli israeliani hanno usato per irrigare le loro colture, o il lago Ciad, che fornisce acqua dolce a 20 milioni di persone. È solo questione di tempo. Dite che non c’è problema? Tanto dissaleremo l’acqua del mare. Peccato che per ogni metro cubo di acqua dolce, un dissalatore ne produce tre di acqua ipersalata, ma per un po’ basterà, poi ci penseranno gli altri, le generazioni a venire, non è un problema vostro.

Lo sappiamo tutti, lo vediamo attorno a noi, eppure fate finta di niente. Stiamo correndo verso l’autodistruzione, ma tanto cosa vi importa, avete i vostri vini pregiati, i vostri ristoranti esclusivi, male che vada, se avete meno soldi, il vostro spritz... Aperol o Campari? Scegliete. Un po’ di salatini, due patatine? No, meglio una bella apericena, e giù pasta fredda, crema fritta, affettati, pizza, olive all’ascolana...

Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi. Valeva solo per gli apostoli, non è vero? Basta divertirsi e non pensare più a nulla, se non a sé stessi, avere soldi in tasca da spendere, a tutti i livelli, tanti o pochi che siano. Nutrire solo il corpo, non l’anima, ma l’anima è immortale, che lo vogliate o no, non si nutre di cibo, e la mancanza di pensiero, l’assenza d’amore per il prossimo lentamente la atrofizzano, per sempre. Ad un certo punto, non la sentirete più dentro di voi, diverrete aridi, sola prassi, tecnica, azione e reazione. Ma tanto che vi importa? Basta consumare. Infatti stiamo consumando l’intero pianeta, come locuste in un campo di grano, non ci fermiamo mai: avanti, avanti, sempre avanti, tanto il progresso ci salverà! Ho visto a cosa serve il progresso. A riempire di chiacchiere inutili, di opinioni infondate e dannose, di sfide pericolose i Social; ad annichilire intere generazioni, sublimate dagli smartphone che annullano la realtà fisica in funzione di quella virtuale, riducendo al minimo le relazioni, attraverso mondi inesistenti. Del resto, la realtà fisica è oramai troppo degradata per essere affrontata senza averne paura. E voi l’avete, tanta. Siete così terrorizzati da negare tutto ciò che sta arrivando: cambiamenti climatici sempre più invasivi, mancanza di risorse e materie prime, d’acqua, di cibo. Il futuro è un baratro insondabile, di fronte al quale la mente vacilla. Ma non importa vero? Godiamoci il presente...

Eppure attorno a voi, tanti lavorano tutto il giorno, lottano fino allo sfinimento con bollette, dentista, caro libri scolastici, malattie invalidanti (proprie, dei figli, dei parenti), aumento dei prezzi, del cibo e del carburante. E voi, in tutto questo? Voi pensate ad arricchire. Introdurre una patrimoniale? “Ma scherziamo? Perché devo dividere i miei soldi con gli altri? La mia villa, il motoscafo d’altobordo, me li sono guadagnati io, e poi lo Stato si prende già abbastanza in tasse...”.

Ormai non ho più parole per voi, mi dispiace. Fatico anche ad amarvi, voi, piccoli e grandi ricchi del pianeta, ma anche voi, persone comuni, che ne imitate in minore lo stile ed i modi di vita, che comprate Gratta e vinci o giocate al Superenalotto nella speranza di arricchire improvvisamente e fregarsene di tutti. Non sopporto più la vostra indifferenza, la vostra insensibilità. Voi, venduti ad un falso dio, il Denaro.

Il Pelmo, il Monte Puina, le Rocchette; panorama serale da San Vito di Caodre - foto del direttore