Albero dei cachi, Magnano - Foto tratta da commmons.wikimedia.org

OMNIA PROBATE


(Vagliate tutto / Ritenete il buono)







Rubrica quindicinale a cura di Guido Dotti, monaco di Bose


n° 31 

LA STORIA CON LE DONNE

Tina Anselmi



di Guido Dotti

 

Tina Anselmi, foto tratte da commons.wikimedia.org - fonte: Camera dei Deputati per la foto in bianco e nero, di pubblico dominio per la foto a colori

All’interno della vita della Chiesa le potenzialità per la donna ci sono tutte; come possono esprimersi, dipende dallo spazio che la Chiesa garantisce a una presenza della donna. Ed è bene che si sappia che non lascerà un segno solo per la donna il modo in cui essa, singolarmente e nel suo insieme, vivrà pienamente l’affermarsi come persona nella società e nella Chiesa. Perché questo cammino rimetterà in discussione valori, che potranno essere recuperati in modo nuovo, ma anche rifiutati; e tutto ciò non sarà senza conseguenze per la famiglia, per la comunità, per la società civile e politica, per la Chiesa.

 

“La donna. Colloquio con Tina Anselmi”, in Dieci ore di religione, a cura di Marco Garzonio, Rizzoli 1986, p. 87.

 



Siamo abituati a chiederci quale apporto possano offrire alla società i cattolici – e più in generale i cristiani – impegnati in politica. Siamo grati per quella generazione di credenti che – senza temere di allearsi anche con esponenti di tradizioni e ideologie diverse – si è battuta dapprima per la liberazione dal nazifascismo e poi per la costruzione di una repubblica democratica, a partire da una Costituzione considerata tuttora tra le più avanzate e lungimiranti. Ci stiamo anche abituando, purtroppo, a lamentarci della perdita di voce e di autorevolezza dei cattolici oggi a servizio del bene comune attraverso le istituzioni politiche e amministrative.

Ma forse ci si è interrogati troppo poco su un aspetto speculare a questo: l’apporto che i credenti impegnati in politica hanno offerto e possono offrire alla Chiesa. Quale tesoro rischiamo così di sprecare lo mostrano le parole di Tina Anselmi sulle potenzialità delle donne nello spazio ecclesiale: parole di pressante attualità, nonostante risalgano a quasi quarant’anni or sono. Avremmo un grande beneficio, per esempio, a rileggere in ottica ecclesiale due conquiste “laiche” ottenute dal servizio reso alla collettività da Tina Anselmi: la parità salariale e di trattamento tra uomini e donne nell’ambito lavorativo e l’istituzione di un Servizio Sanitario nazionale. Eguaglianza, solidarietà, condivisione e cura sono istanze evangeliche che i politici cristiani ci hanno mostrato che si possono perseguire “negoziando” valori condivisi anche con chi cristiano non è.

È di questi giorni la notizia che nella prossima assise del “Sinodo dei vescovi” almeno il 20% dei partecipanti con diritto di voto non saranno vescovi e di questi la metà saranno donne. Risuona allora tutta la pregnanza delle parole con cui Tina Anselmi ricordava papa Giovanni XXII e la sua capacità di cogliere un “punto profetico: la donna che fa la storia”. E proseguiva, con la franchezza di chi già a diciassette anni aveva capito da che parte schierarsi per difendere i deboli della storia a partire dalle donne: “E se la Chiesa non cammina con la donna per aiutarla nella sua strada a costruirsi la sua storia, quante donne lasceranno il patrimonio di valori che la Chiesa offre all’umanità? […] Le donne di oggi non sono più quelle di quarant’anni fa”.

Né lo sono quelle di altri quarant’anni dopo: la Chiesa ne è consapevole e sa fare tesoro di questa enorme potenzialità per l’annuncio del Vangelo?

 



Tina Anselmi (Castelfranco Veneto 1927-2016), staffetta partigiana a 17 anni, dirigente sindacale, deputata della Democrazia Cristiana per sei legislature (dal 1968 al 1992), prima donna a rivestire la carica di ministro della Repubblica italiana (1976), ideatrice del Servizio Sanitario Nazionale, istituito durante il suo incarico di Ministro della sanità (1978), presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 (1981-1985).


Chiesa monastica di Bose - foto tratta da commons.wikimedia.org