Albero dei cachi, Magnano - Foto tratta da commmons.wikimedia.org

OMNIA PROBATE


(Vagliate tutto / Ritenete il buono)

n° 11


LA PROSSIMITÀ CRISTIANA


Madeleine Delbrêl




di Guido Dotti

Fotografia di Madeleine Delbrêl tratta dalla rete; al riguardo il nostro settimanale è disponibile a riconoscere eventuali diritti di autore

Se vuoi trovare Dio sappi che è dappertutto, ma sappi anche che non è solo... Se vai in capo al mondo, trovi le orme di Dio; se vai nel profondo di te stesso, troverai Dio in persona … Mio Dio, se tu sei dappertutto, come mai io sono così spesso altrove?


Madeleine Delbrêl, Abbagliata da Dio. Corrispondenza 1910-1941, Gribaudi, Milano 2007. p. 8.



Alla fede adulta Madeleine Delbrêl era giunta in modo imprevedibile: nella sua sete di andare verso gli altri, nella sua ricerca di comunione, incontra, scopre l’Altro. Arriverà a dire «Dio è qualcuno...» e a mettersi a pregare prima ancora di iniziare a credere. Così, con questa sete di vicinanza nell’alterità, la Delbrêl arriverà nel 1933 a Ivry, negli ambienti atei e comunisti della periferia parigina: «senza segreti, né nulla da nascondere». Sono gli anni della decristianizzazione della Francia – precursori di quella esculturazione del cristianesimo che il mondo occidentale sta conoscendo dalla fine del secolo scorso – e Madeleine si viene a trovare in questa transumanza che va dalla fede all’incredulità, al rifiuto di Dio. In quel clima e in quel luogo trascorrerà oltre trent’anni, fino alla sua morte, in pieno concilio Vaticano II: una vita nascosta, senza altro desiderio che quello di farsi prossimo di quanti le stanno intorno, in un'incondizionata disponibilità alla volontà di Dio.

In un contesto simile i modelli di santità tradizionali - il martirio, il monachesimo, la diaconia… - risultano afoni di fronte alla «gente della strada», la gente che conduce una vita quotidiana umile, oscura, anonima. Madeleine intuisce questo e pone, in tutta semplicità, senza troppe teorizzazioni, un nuovo modo di annuncio del Vangelo, basato su una dimensione «domestica», testimoniale della fede: una forma di prossimità cristiana, lontana da ogni sforzo di aggregazione come da ogni tentazione di isolamento. Né «fuga dal mondo», né costruzione di strutture che si pretendono cristiane, visibilmente imponenti nel contesto della vita sociale.

Letteralmente «plasmata dal Vangelo» - «il Vangelo non è un libro come gli altri non è parola d’uomo tra parole di uomini, è la Parola, il Verbo di Dio fatto vita umana, contemplata, raccontata» - intrisa di quella parola di vita con la quale ha un rapporto continuo, costante, ostinato, Madeleine saprà narrarla a ogni essere umano con autenticità e semplicità. Giorno per giorno, assieme alle poche compagne che ne condividono lotte e speranze, Madeleine farà riaffiorare le esigenze radicali del Vangelo, liberandole da schematismi e pesantezze. Affascinata da Dio, saprà trasformare questa sua luce interiore in un fuoco ardente di passione per combattere contro la miseria e l’ingiustizia: la sua fede cristiana si rinsalderà nel contatto con l’ateismo, la sua conversione incessante diventerà appello alla universale compassione.




Madeleine Delbrêl (Mussidan 24 ottobre 1904 – Ivry-sur-Seine 13 ottobre 1964), visse uninfanzia itinerante al seguito del padre ferroviere, contrassegnata da un’educazione cattolica di routine, ma anche dagli influssi delle frequentazioni paterne con “liberi pensatori”. A 17 anni ebbe un’intuizione folgorante che le fece pensare di aver chiuso con Dio: «Dio è morto, viva la morte! Poiché questo è vero, bisogna avere lonestà di non vivere più come se Egli vivesse. La questione è chiusa nei suoi confronti: ora bisogna chiuderla nei nostri». Il resto della sua vita dimostrerà che Dio invece non aveva chiuso con lei e che l’accompagnerà fino a farne una sua testimone privilegiata al cuore della società senza Dio, sulle strade dell’umanità più povera e fragile.


Chiesa monastica di Bose - foto tratta da commons.wikimedia.org