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La strana ordinazione di Louis Massignon 74 anni fa


di Stefano Sodaro

Louis Massignon - foto senza data reperita in rete, si resta a disposizione per il riconoscimento di eventuali diritti

Il 28 gennaio 1950 mons. Pierre Kemal Medawar, Vescovo ausiliare del Patriarca dei Cattolici Greco-Melkiti Maximos IV Saigh e morto nel 1985, ordinò prete, nella chiesa del Cairo di Sainte Marie de la Paix, il celebre islamologo Louis Massignon, compagno della prima ora di Charles de Foucauld benché non lo avesse poi seguito nella scelta eremitica del deserto.

Il giorno precedente, 27 gennaio, Massignon aveva festeggiato il 36mo anniversario del suo matrimonio con la cugina Marcelle Dansaert-Testelin, che fu però assente – quantunque vivente (Massignon non era affatto vedovo quando divenne prete) - all’ordinazione, cui presenziò invece l’amica egiziana melkita Mary Kahil che ebbe un ruolo determinante nel convincere l’Episcopato Melkita a conferire il presbiterato al suo corrispondente spirituale. Addirittura, proprio quel medesimo giorno - il 28 gennaio 1950 -, Mary Kahil compiva 61 anni, mentre Massignon ne aveva 67. In previsione del giubileo del 2025, allorché ricorrerà il 75° anniversario di tale ordinazione, ci si può chiedere legittimamente che senso sia possibile attribuire a tale rito, giacché diventava presbitero un uomo anziano, privo di comunità di riferimento, sposato e padre di famiglia.

Intanto, come prima considerazione, può molto sorprendere che il concetto del tutto tradizionale di “vocazione” sia stato applicato – ma non nella Chiesa Latina - anche al caso di una persona ormai in là con gli anni e con una moglie e due figli (il terzo, Yves Massignon, era morto a vent’anni, nel 1935). In qualche modo, valse per Massignon una considerazione vocazionale non diversa da quella che ancora oggi può valere per un monaco certosino ordinato prete e che, sostanzialmente, non avrà mai alcun incarico pastorale di alcun tipo.

Oggi sarebbe possibile un’ordinazione come quella di 74 anni fa?

Ma poi non ci si può liberare tanto facilmente da un inquadramento comunque – come dire? – eremitico della ordinazione di Massignon. Una “scena” in cui, come si esprime l’attuale canone 603 del Codice di diritto canonico per la Chiesa Latina, la “assidua prex et poenitentia” perimetravano effettivamente la vita del professore.

Oggi sarebbe possibile un eremita urbano prete sposato?

Da qui al prossimo anno sarebbe il caso di indagare anche l’atteggiamento di Massignon verso la questione ebraica oltre che verso l’Islam.

Epperò, ancora: non c’è forse un aspetto quasi “riparativo” nella sua ammissione al presbiterato? Come di un ritardo da colmare, un vuoto da riempire, uno scarto da recuperare.

Da oggi al 28 gennaio 2025 si aprono diverse interessanti piste di approfondimento.