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Alice Weiss, una giovane irredentista triestina



di Stefania Di Pasquale



Alice Weiss viene sempre ricordata come la mamma di don Lorenzo Milani, nel suo ruolo di madre di un prete tanto celebre ed illustre.

Ma nessuno che abbia mai parlato della sua personalità, della sua vita e della sua giovinezza.

Infatti, la prima biografia che esiste su Alice Weiss è raccontata nel libro Storie di Madri scritta da Stefania Di Pasquale e edito dalla Società Editrice Fiorentina.

Alice ebbe un’infanzia felice nella sua Trieste multiculturale, appartenente ad una famiglia borghese di commercianti.

Suo padre, Emilio, era un uomo affettuoso e anche molto somigliante fisicamente al nipote Lorenzo Milani.

La mamma, Emilia, una donna molto bella ed elegante, che amava far fotografare le tre figlie (Bianca, Alice e Silvia) dai più prestigiosi fotografi e pittori triestini, nonché amici di famiglia.

E veniamo al patriottismo di Alice, al suo militare tra le file irredentiste che caratterizzavano le terre irridenti (terre che ancora non facevano parte del regno d’Italia e che reclamavano la loro italianità) come Trento e Trieste, negli anni prima e appena dopo la Prima guerra mondiale.

Alice, con lo scoppio della guerra, non restò con le mani in mano: frequentò i gruppi irredentisti, militò fra loro insieme all’eroe di guerra Guido Brunner e da tale frequentazione nacque tra i due una relazione. La giovane Weiss, infine, si arruolò nella Croce Rossa, portando assistenza ai feriti. Alice non si è mai tirata indietro e con fierezza portò avanti la sua battaglia.

Guido Brunner venne catturato dall’esercito austro-ungarico e condannato a morte in quanto disertore. Eppure venne fatto liberare dal padre Rodolfo che aveva un ottimo rapporto con il Kaiser.

E così il nobile Rodolfo Brunner inviò il figlio Guido nella tenuta di Forcoli in Toscana, per tenerlo lontano dalle linee di guerra e venne mandato in Toscana insieme ad Alice e alla sorelle di lui (Lea e Ada).

Guido, di religione ebraica, fuggì poi, di notte, e corse in aiuto dell’Italia al fronte. Diventò Comandante di plotone nella difficile e contrastatissima difesa del Monte Fior. Il Brunner resistette, impavido, sulla linea del fuoco per dodici ore, dirigendo ed animando col suo entusiasmo il proprio reparto ed altri rimasti senza ufficiali, accorrendo ove maggiore era il pericolo, sempre audace, sereno, instancabile, finché, colpito al cuore, cadde gridando Qui si vince o si muore! Viva l’Italia”. Morì così in combattimento l’8 giugno 1916.

Fu dura per la famiglia Brunner. Il padre, Rodolfo, e la mamma, Regina Segré, fecero di tutto per salvare la vita al figlio e tenerlo lontano dalla guerra e dall’irredentismo. Ma ogni sforzo fu vano e senza alcun dubbio anche il cuore di Alice ne risentì.

Come possiamo leggere in Storie di Madri, Alice ricordò sempre quegli anni con grande entusiasmo, quando i giovani avevano ancora un ideale e per il quale non si tiravano indietro, tanto che la Weiss scrisse in una lettera al cugino Ottocar del 28 aprile 1965: “Penso a quando ero giovane io e ai miei compagni di Trieste irredentisti che erano certo i migliori. Oggi i giovani – vedi mio nipote Andrea – non riescono neanche a capire la nostra esaltazione di allora e dicono con Lorenzo “gli oppressi sono la mia patria”. Del resto, mi ricordo che sei stato tu a darmi in mano un libro “Abbasso le armi” di una scrittrice Suttner (mi pare).”

Come ben sappiamo, l’irredentismo continuò ben oltre la Prima guerra mondiale. Continuò fino all’Impresa di Fiume eseguita con successo dal Vate Gabriele D’Annunzio, al grido di “Eja eja Alalà”.

Fu promulgata l’8 settembre 1920 la Carta del Carnaro, cioè una costituzione - di stampo sindacalista - della Reggenza italiana del Carnaro, scritta, per appunto, dal sindacalista socialista Alceste de Ambris e rielaborata poi da D’Annunzio stesso.  La Carta, con l’avvento del fascismo, non venne poi mai applicata.

Detto ciò, possiamo notare che Alice Weiss non fu assolutamente indifferente alla partecipazione politica, nemmeno dopo quando sposò il possidente chimico e padre dei suoi tre figli, Albano Milani-Comparetti.

Senza alcun dubbio, il temperamento rivoluzionario di don Milani derivò proprio, almeno in sicura parte, dalla mamma Alice e dai Weiss.


Alice Weiss vestita da crocerossina nel 1915, foto tratta dal libro Storie di Madri, citato nel presente contributo

L’eroe irredentista triestino Guido Brunner, fonte: MOVM Gruppo delle Medaglie d’oro al Valor Militare d’Italia 

Cartolina di propaganda della Grande Guerra per la redenzione di Trento e Trieste