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A Trieste, la prossima settimana


di Stefano Sodaro


Questa domenica si vota. Per eleggere la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica. È un momento di importanza capitale per il nostro Paese e ad esso sostanzialmente null’altro può essere equiparato.

Altre nomine (“elezioni”, cioè “scelte”, alla latina), tuttavia, avverranno la prossima settimana.

A norma del canone 401 § 1 del codice di diritto canonico, il prossimo giovedì, 29 settembre 2022 - al compimento del proprio 75° anno d’età -, l’Arcivescovo-Vescovo di Trieste, Mons. Giampaolo Crepaldi, sarà “invitato a presentare la rinuncia all’ufficio al Sommo Pontefice, il quale provvederà, dopo aver valutato tutte le circostanze”.

Non è dato sapere che cosa accadrà da giovedì prossimo in poi. Come dispone la legge canonica, sarà il Papa – appunto - a provvedere al riguardo.

Mons. Crepaldi è succeduto al Vescovo Mons. Eugenio Ravignani, che è succeduto al Vescovo Mons. Lorenzo Bellomi, che a sua volta succedette, quale primo Vescovo della sola Diocesi di Trieste, all’Arcivescovo Mons. Antonio Santin. Mons. Santin fu vescovo delle Diocesi unite di Trieste e Capodistria e, come tale, attraversò l’intera tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Prima di lui, fu vescovo delle Diocesi unite di Trieste di Trieste e Capodistria Mons. Luigi Fogar, campione di resistenza al fascismo a difesa delle minoranze e, sostanzialmente per questo, designato nel 1936 ad una sede titolare (cioè non effettiva) con un incarico di mera assistenza cerimoniale a Roma. Su di lui pare calata, da tempo, una coltre di silenzio, mentre sarebbe il caso di riparlare del suo episcopato.

In ogni caso, la vita della Chiesa Cattolica di Trieste, qualunque sia la decisione del Papa, aprirà, da giovedì prossimo, una nuova pagina della propria storia.

Ed aprire nuove pagine, per scrivere nuovi capitoli di una narrazione personale e comunitaria, è sempre un momento di enorme delicatezza e di intensa partecipazione.

Potremmo pensare alle elezioni politiche di questa domenica.

Ma pensiamo alle relazioni amicali, soprattutto tra i due sessi, quell’amicizia tra donne e uomini che è talvolta ritenuta impossibile. Un nuovo capitolo, nuove pagine, come mai potrebbero essere scritte? Non si danno molte alternative: o il rapporto amicale è scevro da ogni coinvolgimento “più-che-amicale”, della serie “siamo solo amici, vorrei che fossimo solo amici, restiamo amici, etc etc…”; oppure è un rapporto di ben diversa colorazione, dove la passione quasi soffoca ogni altro aspetto dell’umano relazionarsi. La forbice dell’aut aut taglia con grande efficacia tra amici e amiche, tra amico e amica. I coniugi non sono amici, gli amici non sono coniugi. Gli amici non sono amanti, gli amanti non sono amici. E, soprattutto, gli amanti non sono coniugi e viceversa. Ne va del principio di non contraddizione, fuori del quale non riusciamo a vivere, sembra.

La prossima domenica – come annunciato fin dallo scorso 28 agosto (https://sites.google.com/view/rodafa/home-n-676-28-agosto-2022/stefano-sodaro-ci-vediamo-a-trieste-il-2-ottobre) – ci vediamo proprio a Trieste per fare memoria dei 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini. L’evento che prevede il collegamento con la teologa Marinella Perroni sulla figura di Maria Maddalena e la rappresentazione dello spettacolo “Le belle bandiere” interpretato da Rocco Rosignoli – intervistato questa domenica (https://sites.google.com/view/rodafa/home-n-680-25-settembre-2022/rocco-rosignoli-intervista-su-pier-paolo-pasolini) – si intitola “Pasolini e la Maddalena a Trieste”. Qui la descrizione dettagliata: https://sites.google.com/view/associazionecasaalta/home/pasolini-e-la-maddalena-a-trieste.

Per chi voglia collegarsi su Zoom e venire allo spettacolo, preghiamo di inviare una mail all’indirizzo: casa.alta@virgilio.it.

Pasolini, Maria Maddalena, Marinella Perroni, Rocco Rosignoli, Miriam Camerini hanno molto a che fare con una nuova “cultura della politica” – o con una nuova “politica culturale” – che sia in grado di presentare al sapere critico percorsi di approfondimento diversi, alternativi, fuori bordo, laterali, per nulla scontati e ormai acquisiti.

Questa domenica sera inizia l’anno 5783 del calendario ebraico. Si condensano, dunque, nello spazio temporale odierno, motivi di rinnovamento, di festeggiamento, di speranza.

La “scelta” e quanto da essa può nascere – letizia o mestizia – avviene spesso, anzi quasi sempre, all’insegna del pensiero binario, dell’aut aut.

Eppure la domenica 2 ottobre, a Trieste, proveremo a disegnare una prospettiva che metta al centro il cuore e converta alle sue ragioni anche la ragione, il raziocinio.

I “Comizi d’amore” di Pasolini sono il ritratto fedele di una società che accetta la contraddizione e non la espunge come impossibile incoerenza di pensiero.

Qui, a Trieste, ci sentiamo molto ad Oriente, epperò sappiamo – secondo un “sàpere”, sempre alla latina, che dà sapore – quanto neppure la diade Oriente/Occidente dica ormai granché. Ci interessa, piuttosto, la scelta tra l’amore e l’indifferenza, tra la passione e l’algidità, tra l’innamoramento e il sussiego.

A Trieste sogniamo molto: che cessino le guerre, che ritornino canti, danze, musiche, sorrisi nella pubblica via. Che il mare si popoli di navi per una cultura dell’incontro che invece sembra allontanarsi.

A Trieste, insomma, abbiamo bisogno di vedere ed ascoltare, domenica prossima, Marinella Perroni, Rocco Rosignoli, Miriam Camerini.

E per gli esiti del voto delle politiche, ci aggiorniamo a questa sera.

Buona domenica.


Le belle bandiere, Castello di Casalgrande, 8 luglio 2022 - foto di Stefano Sodaro