Ci ha provato un uomo saggio e generoso come don Luigi Ciotti a dire non in forma interrogativa, ma esclamativa ed esplicita, che l’indifferenza nella vita fa la differenza.
Le responsabilità sono ben distinte, certo, e partono dai livelli elevati di ogni vertice decisionale, ma chi opera in alto può avvalersi o meno della presenza o dell’assenza di chi sta sotto, il famoso più volte evocato “silenzio dei buoni “finisce infatti per ritorcersi anche sui buoni o sugli indifferenti.
Chiediamoci appunto se si può pensare di avere una società più giusta, più ordinata e più libera, standone però paradossalmente fuori, come esuli in casa propria. Si può rimanere indifferenti, muti e silenziosi, davanti a fenomeni dilanianti come l’aumento esponenziale delle povertà, certificato da vari istituti e statistiche, o come i molteplici dissesti industriali, dove a rischiare il posto di lavoro si contano centinaia di migliaia di concittadini? Si possono chiudere gli occhi davanti allo sfruttamento disumano di moltissimi giovani, italiani e immigrati, che vivono in condizioni estreme e di cui sappiamo qualcosa solo se sono vittime di infortuni fatali sul lavoro? Si può restare indifferenti davanti ai pensieri di alto livello del nostro Presidente della Repubblica Mattarella che, nel messaggio di inizio anno, ci ricordava che nella notte di Natale a Gaza è morta assiderata una bambina di pochi giorni, e non era certo l’unica, per non parlare poi di tutti i civili uccisi nella guerra in Ucraina o della sorte degli ostaggi innocenti di Hamas?
Ed ha proseguito: “Vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme… faglie profonde attraversano le nostre società, la realtà ci presenta contraddizioni, che generano smarrimento, sgomento e senso di impotenza…. stride il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero, perché non trovano alternative… attenzione particolare richiede il fenomeno della violenza, soprattutto tra i giovani con bullismo, risse , uso delle armi.” E ancora l’appello al rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora… gli incidenti mortali, che si possono e si devono prevenire…. Rispetto anche di chi si trova in carcere, l’alto numero dei suicidi è indice di condizioni inammissibili e non vogliamo più parlare di donne vittime di violenza.”
E dopo aver rimarcato i segni positivi di tanti che operano per il bene comune, la buona Italia, così definita nella sua visita alla scuola siciliana, dove bambini di varie provenienze nazionali, erano stati offesi, da alcuni incivili di casa nostra, il Presidente della Repubblica ha concluso con un appello a tutti: “Siamo chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza”.
Ecco tornare la parola che può fare la differenza, quell’indifferenza che, se non ci impegneremo, potrebbe continuare a fare la differenza.