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Esattore delle tasse - Jan Mastys (1509-1575) - Staatlichen Kunstsammlungen Dresden - foto tratta da commons.wikimedia.org

Chi non paga le tasse commette peccato?

di Dario Culot



Certamente. Anzi, in un colpo solo commette ben tre diversi peccati. C’è da stupirsi che la Chiesa abbia sempre battuto con instancabile insistenza sul peccato del sesso, ma non abbia mai usato la stessa veemenza per chiedere a noi tutti se abbiamo evaso le tasse. Sembra che il prete, in confessione, non sia autorizzato a fare questa domanda all’italiano medio, il quale si considera furbo se evade le tasse, e vuol farsi vedere povero anche quando è benestante. Eppure, non pagare le tasse viola ben tre comandamenti:

- non rubare, sottraendo alla collettività quanto le appartiene per la cura del bene comune;

- non mentire nel dichiarare l’ammontare del proprio reddito;

- non desiderare che i beni che spettano a tutti restino di proprietà personale[1]. Gli onesti che pagano finiscono per pagare per sé stessi e per gli evasori, mentre questi ultimi rubano due volte: evadendo il fisco, ma soprattutto godendo di un welfare al quale non avrebbero diritto[2].

Infatti, dai più recenti elaborati statistici risulta che solo il 5% degli italiani paga quasi il 41% dell’Irpef; quasi il 71% dell’Irpef viene versato in Italia da non più del 25% dei cittadini residenti, e ben il 60% dei cittadini dichiara perfino di vivere con meno di mille euro lordi al mese; in breve: queste persone versano imposte risibili che non sono nemmeno sufficienti per pagarsi la propria sanità. Il solo costo della sanità è infatti pari quasi a 127 miliardi di euro all’anno, con una spesa pro capite (in Italia siamo poco meno di 60 milioni) di 2144 euro, sì che quasi 58 miliardi di questi 127 (poco meno della metà) restano sul groppone di quel 25%: cioè un cittadino su quattro paga anche per gli altri tre[3].

Guardando alle cilindrate delle auto che circolano in Italia, al numero di presenze sulle spiagge e sulle piste di sci[4] c’è il sospetto che non siamo davanti a pochi furbetti, ma a un’evasione allargata alla massa.

Poi, vien quasi da piangere nello scoprire che nel 2022 gli italiani hanno speso oltre 136 miliardi per il gioco d’azzardo, con una spesa pro capite di 2320 euro (escludendo le giocate nei circuiti illegali)[5]. Dunque la cifra non solo supera il costo dell’intera sanità pubblica, ma è di nuovo incompatibile con la media dei redditi che vengono dichiarati[6].

Tutti continuano a lamentarsi perché il sistema sanitario non è finanziato adeguatamente. Come mai non si spiega alla gente che il finanziamento adeguato ci sarà solo quando la maggioranza pagherà il giusto?




NOTE

[1] Bianchi E., Non evadere le tasse, “Famiglia Cristiana” n. 24/2010, 50.

[2] Come monsignor Luigi Bettazzi – recentemente scomparso - aveva scritto su “Avvenire” l’8.7.2020:  c’è gente che non paga le tasse e poi chiede anche sovvenzioni a cui non ha diritto.

[3] Brambilla A., I giochi dei ‘poveri benestanti’ – Fisco, 730 ed evasione di massa, “Corriere della sera” suppl. L’Economia 26.6.2023, 10.

[4] Avete mai provato a calcolare quanto costa una domenica in spiaggia o sulle piste di sci per una famiglia di 4 persone? In 2-3 giorni una famiglia avrebbe già consumato il suo reddito mensile, se inferiore a mille euro.

[5] Brambilla A., citato.

[6] Quando abitavo vicino al confine svizzero, sapevo che in Svizzera il datore di lavoro non poteva dichiarare meno dei suoi dipendenti: se lo faceva, gli veniva tolta la licenza e veniva invitato ad andare a lavorare come dipendente, essendo inidoneo a fare il padrone. Pensiamo che, in Italia, dipendenti e pensionati pagano l’85% dell’Irpef. Ecco perché ogni condono è un errore, perché da un lato strizza l’occhio agli evasori, ma dall’altro prende in giro che le tasse le ha pagate.