Dodici Papi a Trieste nel segno di Rosmini
di Stefano Sodaro
Trieste, Piazzale Rosmini - foto di Tiesse, 25 settembre 2007, tratta da commons.wikimedia.org
Dopo la visita di Giovanni Paolo II nel 1992, quella di Francesco sarà – domenica prossima, 7 luglio 2024 - la storica seconda volta di un Papa a Trieste, «terra affascinante per le sue bellezze naturali, stretta quasi in un luminoso abbraccio di cielo e di mare», come ebbe a dire proprio Wojtyla la sera del 1° maggio 1992 davanti alla Cattedrale di San Giusto.
Sono trascorsi 32 anni: 12 + 20.
La liturgia romana odierna riporta la singolare coincidenza, nel Vangelo di Marco, della durata della malattia della donna che tocca Gesù e dell’età della figlia di Giairo. Dodici anni di perdita di sangue, a dodici anni muore la bambina. Sempre dodici.
Dodici sono le Tribù di Israele.
E dodici sono i Papi che si annoverano dagli anni di nascita di Alessandro Manzoni e Antonio Rosmini sino al pontificato di Giovanni XXIII, che – come noto – indisse il Vaticano II.
Cosa c’entra questo intrico di eventi, di per sé del tutto casuale?
Chiediamo venia agli storici ed alle storiche per la probabilmente assai grossolana approssimazione, ma Trieste non è città né medievale, né rinascimentale, né barocca. È città interamente settecentesca, romantica e poi avvolta dal Novecento che sembra quasi averla stritolata. La sua storia – ancora: chiediamo venia, è un po’ una provocazione, ma meno di quanto possa sembrare – inizia con la patente di Carlo VI, che il 18 marzo 1719 la dichiara “porto franco”. Da qui comincia la storia di Trieste che conosciamo.
Le Settimane Sociali dei Cattolici Italiani che inizieranno a Trieste mercoledì prossimo con la celebrazione della loro 50ma edizione trovano la loro paternità nella figura di Giuseppe Toniolo, nato nel 1845 (a Treviso) e morto nel 1918. Manzoni nacque nel 1785, Rosmini nel 1797. Ma senza il prete filosofo di Rovereto – Rosmini – non ci sarebbe probabilmente stato neppure Toniolo, e la vita del grande Manzoni avrebbe avuto altri accenti e conosciuto altre evocazioni.
Domani, 1° luglio, il calendario liturgico secondo il rito romano riporta proprio la memoria del Beato Antonio Rosmini. Anche Toniolo fu beatificato da Benedetto XVI così come Rosmini.
Eppure le testimonianze e le eredità del Settecento ed Ottocento per la storia del cattolicesimo italiano non possono arretrare rispetto alle acquisizioni teologiche ed ecclesiologiche del Concilio Vaticano II, ma – anzi – si inverano, si rendono efficaci, produttive di risvolti arricchenti solo nello sviluppo dei percorsi conciliari, senza anacronismi, però anche senza paura del presente e del futuro.
Dunque davvero è come se ben dodici Papi, da Pio VI a Giovanni XIII – ricomprendendo così tutto l’arco storico dagli anni Ottanta del Settecento fino al Concilio (“il” Concilio, il Vaticano II) – si dessero appuntamento, questa prossima settimana, a Trieste.