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Rosemary Radford Ruether - foto tratta da internet

In memoria di Rosemary Radford Ruether


di Stefano Sodaro


Sabato scorso, 21 maggio 2022, a Pomona, in California, è morta, all’età di 85 anni, la teologa cattolica Rosemary Radford Ruether, una delle più celebri rappresentanti di quella teologia femminista che qualcuno/a ritiene inconcepibile, tutt’oggi, all’interno dei saperi della dottrina cattolica.

Scrisse opere importanti, pietre miliari, pubblicate in Italia da Queriniana (https://www.queriniana.it/scheda-autore/rosemary-radford-ruether-1449): Per una teologia della liberazione, della donna, del corpo, della natura, con una prima edizione italiana nel 1976 e poi ripubblicata nel 1992, e poi Gaia e Dio. Una teologia ecofemminista per la guarigione della terra, del 1995.

Un suo profilo può essere rivenuto a questo link: https://riforma.it/it/articolo/2022/05/25/rosemary-radford-ruether-unapripista-al-nostro-fianco

Non ebbe vita facile. Il sito del Coordinamento delle Teologhe Italiane (CTI) ricorda l’avvenuta revoca da parte dell’Università di San Diego alla titolarità della cattedra di Monsignor John R. Portman in Teologia cattolica romana per l’anno 2009-2010 (https://www.teologhe.org/2008/08/02/support-rosemary-radford-ruether-and-academic-freedom-443/).

La presenza e la vitalità di una teologia femminista cattolica è quasi del tutto ancora sconosciuta in Italia. Ed è capace di far storcere il naso anche alla cultura laica.

Il neonominato Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Card. Zuppi avrà l’onere non soltanto di rendere recettivo l’episcopato del nostro Paese verso le istanze teologiche delle donne, ma di promuovere lo stesso studio dell’insondabilità della parola “Dio” a partire dalle ricerche delle donne e della storia di tali ricerche, che – come evidenzia Adriana Valerio nel suo recente volume Eretiche, edito da il Mulino (https://www.mulino.it/isbn/9788815295736), ha un silenzio secolare, di oppressione maschile, da riscattare.

Peraltro il pensiero di Radford Ruether ha inserito la dimensione della soggettività come interlocuzione propriamente teologica, come luogo in cui le tre lettere della parola “Dio” incontrano il mistero stesso dell’esistenza umana.

La teologia in Italia difficilmente riesce a intercettare quei gesti filosofici che il pensiero postmoderno – ad esempio il cosiddetto “pensiero debole” di Pier Aldo Rovatti e Gianni Vattimo – traccia nell’aria poco ossigenata delle nostre giornate, laddove la debolezza diventa termine di confronto con le pretese veritative di un Potere che non ammette cedimenti. Davide e Golia, Croce e Trionfo.

Il testimone di Rosemary Radford Ruether è ora raccolto dalle teologhe femministe viventi, tante, delle più diverse provenienze, anche di fede.

La sua eredità è compito di elaborazione e sviluppo lasciato alla Comunità ecclesiale tutta.


Edizione Speciale - 25 maggio 2022