Albero dei cachi, Magnano - Foto tratta da commmons.wikimedia.org

OMNIA PROBATE


(Vagliate tutto / Ritenete il buono)







Rubrica quindicinale a cura di Guido Dotti, monaco di Bose


n° 34 

CONSENSO E IMPEGNO

Agnes Abuom



di Guido Dotti

 

(*)In questa immagine, Agnes Abuom è la prima a destra. Lei non è al centro, ma questo corrisponde bene al suo modo di stare in mezzo agli altri. La fotografia è stata scattata il 21 maggio 2022 a Palermo, all’uscita del centro “Pellegrino della terra”. Il credito della foto è di Marcelo Schneider/WCC. 



La testimonianza di molti in prima linea nelle lotte esige che ci allontaniamo dalla cultura delle conferenze e delle dichiarazioni e iniziamo a impegnarci in azioni che alimentano la speranza e aprono ad alternative. Nel Vangelo c’è spazio per il disaccordo, ma non per il disimpegno.

 

Agnes Abuom, intervento al Comitato centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese (2016).



 

Una donna minuta, mite, abitata da una profonda spiritualità e, proprio per questo, persona di grande autorevolezza. La sua voce si levava con forza e parresia ogni volta che c’era da far sentire le esigenze della pace, della giustizia, del rispetto della dignità di ogni essere umano, in particolare dei più deboli. Risoluta nel perseguire gli obiettivi che sentiva dettati dal Vangelo, aveva fatto suo dall’interno il metodo del consenso, che il Consiglio Ecumenico delle Chiese aveva assunto come prassi decisionale nell’Assemblea di Porto Alegre nel 2006, cui aveva partecipato come presidente per l’Africa.

Compaginare il disaccordo per poter giungere a un impegno condiviso, consensuale è stato il suo lavoro principale durante il mandato come moderatrice del CEC. In questo sforzo, la sua grande capacità di ascolto dell’altro e delle sue opinioni, il costante richiamo alle esigenze del Vangelo, il ricorso alla preghiera come tempo e spazio in cui i pensieri si possono confrontare con il Signore e la sua volontà sono state le doti che Agnes ha saputo condividere con quanti operavano assieme a lei. Particolarmente attenta alle nuove generazioni e alle loro istanze, a partire da quelle delle giovani donne africane, ha tracciato con l’esempio e l’insegnamento – lei che non era ministro ma “semplice laica” – un percorso audace di impegno per la giustizia sociale e di annuncio del Vangelo. È nella bibbia, infatti, che Agnes Abuom cercava e trovava la chiave di lettura delle situazioni più difficili in cui i cristiani sono chiamati a rendere conto all’umanità tutta della speranza che li abita.

Mi è caro ricordarla come compagna di cammino nell’ultima tappa del Pellegrinaggio di Giustizia e Pace a Lampedusa, Palermo e Roma nel maggio dello scorso anno: l’incontro con i drammi e le speranze dei migranti, il sorriso ritrovato assieme alle donne della sua Africa riscattate dalla tratta di esseri umani(*), il dialogo fraterno con l’arcivescovo Lorefice e con il card. Koch. E, ancora una volta, il suo pressante invito: “Adesso, preghiamo!”.

 


Agnes Abuom (1949 – 2023), moderatrice del Comitato Centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) dal 2013 al 2022, è stata la prima donna e la prima africana a ricoprire tale posizione. Giovane steward all’Assemblea generale del CEC nel 1975 a Nairobi nel suo Kenia natale, Abuom ha vissuto l’impegno ecumenico per la giustizia, la pace e la riconciliazione come la vocazione di una vita: senza essere ministro ordinato della Chiesa anglicana, da teologa laica è stata Presidente per lAfrica del CEC (1998-2006), poi membro del Comitato esecutivo del CEC (2006-2013) e infine moderatrice (2013-2022). Agnes Abuom ha lavorato anche come consulente per lo sviluppo in organizzazioni keniote e internazionali, coordinando programmi di azione sociale per la società religiosa e civile in tutto il continente africano. Nella veste di co-Presidente del Consiglio Nazionale delle Chiese del Kenya ha collaborato strettamente con la Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa.





Chiesa monastica di Bose - foto tratta da commons.wikimedia.org