Il giornale di Rodafà. Rivista online di liturgia del quotidiano

Fiducia supplicans mentis sanitatis nativitatem


di Stefano Sodaro

Tu scendi dalle stelle - disegno di Ugo Pierri


Siamo arrivati – nonostante tutto, tutti e tutte – al numero 745 di questo nostro settimanale web. Proprio alla Vigilia di Natale dell’anno di grazia 2023.

E prima di tutto - nella prospettiva di un immediatamente prossimo avvicinamento all’arte pittorica, visiva, organizzando l’incontro online di mercoledì 27 con la giovanissima Maestra valtellinese Greta Broglio, di cui alla locandina nella copertina di questo stesso numero – vogliamo provare a formulare una nostra decodificazione del disegno qui riprodotto (sotto il titolo) dell’altrettanto nostro Ugo Pierri.

I fatti.

Lo Stato d’Israele, reagendo ad un massacro senza eguali nella storia postbellica – quello del 7 ottobre - e ad un pauroso immondo sequestro di centinaia di ostaggi avvenuto in quella medesima data, sta bombardando continuamente la Striscia di Gaza. È un fatto, non un’interpretazione – come direbbero i sostenitori dell’ormai passato di moda “nuovo realismo” -.

E missili orrorifici colpiscono a propria volta la terra dello Stato d’Israele. Il disegno di Ugo, nella sua genialità artistica, si può anche capovolgere.

Marinella Perroni riflette a partire dalle Scritture bibliche su cosa stia accadendo. E ringraziamo la rivista “Esodo” per averci gentilmente permesso di pubblicare proprio oggi una sua meditazione che ci pare fondamentale e fondativa.

Ma noi tutti e tutte di cosa abbiamo bisogno per cercare di sopravvivere in mezzo a tanta violenza?

Lo proviamo a dire tutto d’un fiato: non di un “nuovo realismo”, bensì di una “nuova salute mentale”, che abbracci Stati, Chiese, Confessioni Religiose, Comunità, Persone, Famiglie, Riti, Identità.

Che significa “nuova salute mentale”?

Cambiamo piano.

Chi si poteva immaginare che, pubblicata a pochi giorni da Natale – non certo casualmente, quasi dono sotto l’albero -, la Dichiarazione “Fiducia supplicans” (https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2023/12/18/0901/01963.html) del Dicastero per la Dottrina della Fede, con a capo il suo Prefetto, il Card. Víctor Manuel Fernández, suscitasse un tale grumo, vespaio, formicaio velenoso, un altro vero e proprio bombardamento, di reazioni sdegnate se non rabbiose, fino addirittura ad articolare una presunta differenza di disciplina rituale, come quella greco-cattolica ucraina, che giustificherebbe l’esclusione della sua applicazione in almeno una delle Chiese Orientali Cattoliche (https://ugcc.ua/data/komunikat-shchodo-retseptsiy-v-ugkts-deklaratsiy-dykasteriy-virovchennya-fiducia-supplicans-pro-dushpastyrske-znachennya-blagosloven-4124/)?

Qual è il problema dei problemi che scatena tanto furore?

In effetti la risposta risulta molto semplice. Scandalizza l’amore “irregolare”, fuori dai canoni, non solo perché ritenuto “innaturale”, come nel caso delle relazioni omosessuali secondo certa visione – assolutamente discutibile, del tutto impropria ed infondata - del diritto naturale (quasi non ci fossero omofilie nel mondo naturale, persino vegetale), ma anche in quanto extramatrimoniale: è sufficiente leggere l’intervista al Card. Müller pubblicata venerdì scorso su “Repubblica”.

Eppure ci dicevano che Fiducia supplicans (FS) è in fondo una cosa piccolissima, insignificante, quasi risibile perché riducibile alla sola autorizzazione che si impartiscano benedizioni ad ogni tipo di amore – purché amore sia – fuori da qualsiasi contesto liturgico.

Il comunicato dell’Arcivescovo Maggiore della Chiesa Cattolica Bizantina Ucraina – sopra linkato – afferma che non possono esistere benedizioni rituali non liturgiche e per questo nega ogni possibilità applicativa a FS.

L’amore infastidisce. Riconosciamolo ed esplicitiamolo.

Basta pensare alla visione di un bacio appassionato in una pubblica via. Per molti/e è insopportabile. E va bombardato, Natale o non Natale.

In occasione di questo 24 dicembre vorremmo, però, osare qualcosa ancora di più.

Che accadrebbe se qualche anima – maschile o femminile non ha nessunissima importanza – ritenesse, in un afflato mistico ampiamente auspicabile visti i tempi, di poter costituire una “coppia irregolare” niente di meno che con il Dio Incarnato?

Per chi considera la presenza di Dio un mero costrutto psichico, l’ipotesi è semplicemente patologica: un caso di “fictosessualità”. Che sì, esiste. Si tratta della convinzione d’essere innamorati di qualcuno/a di puramente immaginario/a, oppure che immaginario/a non è, ma nulla sa di noi, che magari neppure conosce il nostro stesso essere al mondo, come ad esempio una diva o un divo del cinema o della musica.

Il prisma multicolorato dell’amore ci costringe ad una ginnastica mentale particolarmente faticosa, quasi antipatica, meglio evitare e dunque: non si può amare una persona dello stesso sesso, non si può amare una persona che viva contemporaneamente un altro rapporto affettivo e peggio ancora se pure l’amante si trovi a vivere un altro, parallelo, legame. Non si può amare Dio come se fosse un partner vero e proprio. Con buona pace di Adriana Zarri e di tutta la mistica, appunto.

La guerra - aliena a ratione, come scrisse Giovanni XXIII nella Pacem in terris - mette a dura prova la nostra stabilità psichica, ma non è che l’avversione all’amore ci faccia da utile terapia. Anzi. 

Eppure.

Gli auguri di Buon Natale vorrebbero allora, molto modestamente, del tutto umilmente, essere auspicio di un nostro completo rinnovamento interiore, psichico, spirituale, nel più profondo di noi stessi.

Per giungere a scoprire la semplice verità, infantile persino: meglio fare l’amore che fare la guerra. Salvo che anche il fare l’amore non implichi una strategia militare di guerra, con amici e nemici, con massacri e vendette.

Questo Natale 2023 non lascia spazio a molto altro.

L’insegnamento è assai antico ed è propriamente evangelico, almeno ci pare: meglio benedire il nemico invece che maledirlo.

“Odio tutti e tutti mi odiano”, ha scritto il giovanissimo killer di Praga. Da quell’odio decine di morti.

Meglio amare, anche se in modo “innaturale” o “irregolare” secondo parametri dottrinali e religiosi.

Meglio amare.

Buon Natale a tutte le nostre lettrici ed a tutti i nostri lettori. Ci vediamo online su Zoom mercoledì prossimo (https://us02web.zoom.us/j/86322542028).