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Ospedale di Pesaro, foto di Alberto Giuliani - tratta da commons.wikimedia.org










Come prima?


di Silvano Magnelli





In un’intervista, il regista Gabriele Salvatores alla domanda del giornalista Gramellini con quale parola definirebbe il periodo che ci attende, ha risposto come segue: “Riprenderei la parola di oggi, crisi, ma nel senso etimologico, perché crisi in greco si traduceva in una pratica agricola , in cui si separava il grano buono dalla pula, ovvero si distingueva ciò che utile alla vita e ciò che alla vita non serve”. Un parere assai opportuno.

Se tornare come prima significa riprendere un normale ritmo di vita, senza paura di file pericolose , senza mascherine, senza lutti, siamo tutti concordi e ansiosi di ritornare come prima. Il come prima però ci spinge ad interrogarci: esso forse vuol dire tornare al solito egocentrismo superficiale sui problemi di tutti? Al rifiuto e al disinteresse verso chi è diverso, perché povero o precario sottopagato in balìa di datori disinvolti o perché malato ritenuto irrecuperabile o solo perché straniero? Siamo progrediti in molti campi, ma, dice Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli Tutti”, “analfabeti nella cura delle persone”.

A mio avviso non abbiamo infatti spesso uno sguardo caloroso verso tutta la realtà sociale, perché dividiamo la ragione dall’affettività, ristretta all’ambito personale intimo.

Meno male che c’è un Presidente come Sergio Mattarella, che replica spesso le onorificenze agli italiani, che si dedicano al loro prossimo gratis e senza notorietà. Solo insieme infatti ci salveremo… la vita avanza infatti solo se c’è passione positiva , cura delle persone e della terra.

La crisi scatenata dal Covid ci ha portato via purtroppo tante care persone e concittadini, ma ci sta dando, pur tra tanto dolore, la possibilità di altre scelte. E quindi un grazie a chi in questi mesi o anni ha già intrapreso queste nuove strade. Che sia quindi prima di tutto un anno di sconfitta del virus, ma anche di una “ salutare crisi…..”, come sopra descritta, con la cernita attenta nel raccolto tra grano buono e scarti da gettare via. E non è poi così difficile, è solo impegnativo, ma cambia in meglio davvero la vita. Ha detto Papa Francesco a Pentecoste: “Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla”.