I racconti di Rodafà


2. “C’era una volta...”


di Stefano Agnelli

Con un rumore assordante, dai silos di lancio sotterranei, dai sottomarini lanciamissili nascosti negli abissi marini, centinaia di missili intercontinentali russi e americani si alzarono in volo. Poiché il lancio fu quasi simultaneo, e non in tutte le parti del mondo si poteva osservare la fine imminente dell’umanità, nessuno sapeva niente. Certo, c’era una guerra in corso, una delle tante che, dalla fine del secondo conflitto mondiale, scoppiavano improvvise, anche se gli uomini si illudevano di vivere in pace. Eppure nessun canale televisivo diede la notizia, taceva la radio, taceva il web. Coloro che poterono assistere, in Russia in Europa e negli Stati Uniti, guardavano annichiliti, annientati. D’improvviso la folla a Mosca, come in molte altre città, che osservava le scie dei missili e ne udiva il fragore, si disperse in ogni direzione, invasa da un terrore ancestrale, gridando e piangendo, senza più meta alcuna. I centri commerciali ed i negozi, le case, gli uffici, le scuole e le palestre, si svuotarono rapidamente. Alcuni genitori, come impazziti, abbandonavano i figli per strada e correvano chissà dove. Tutto questo mentre in Sud America, Africa ed Oceania la vita quotidiana continuava con i soliti ritmi e le solite occupazioni. Ben presto, senza neppure sperare che i missili venissero intercettati nell'atmosfera dalla parte avversa, evitando l’impatto con le città, e dovendo poi fare i conti con le ricadute radioattive, prolungando sofferenze e agonia, la folla iniziò a distruggere tutto ciò che trovava nel suo disperdersi in molteplici direzioni. Le auto vennero rovesciate, bar, ristoranti e negozi ebbero le vetrine infrante e furono incendiati, La metropolitana fu letteralmente presa d’assalto, nella speranza di un rifugio estremo, d’un improbabile salvezza. A questo punto le versioni si intrecciano e si contraddicono, ma sembra che in una città del nord, negli Stati Uniti, una giovane madre, durante la fuga, fosse stata travolta e calpestata dalla folla, nonostante avesse il figlio neonato fra le braccia. Cadendo la donna cercò di far scudo al bambino con il proprio corpo, ma la foga disperata e senza controllo della massa impazzita stava per calpestare entrambi. D’improvviso mani amorevoli sollevarono da terra il neonato, finché poterono reggere l’urto lo tennero sollevato e, cedendo lo passarono ad altre mani che si erano fatte più vicine. Poi altre mani si levarono ed in breve si formò una catena di braccia alzate, che impedivano al neonato di essere travolto. Il bambino, ancora in fasce, piangeva forte, mentre, con una certa rapidità, passava di mano in mano, evitando così di essere schiacciato dalla folla, che oramai lo sosteneva.

Fu un attimo. Ogni uomo sulla Terra vide il riverbero del cielo che si squarciava in quella parte d’America, ed una luce pura ed immensa illuminò il neonato, mantenendolo sollevato dal suolo. S’udì un suono d’una bellezza irripetibile e tutti guardarono in alto, cercando le scie dei missili. Con sommo stupore, da ogni punto del pianeta da cui si potevano vedere le traiettorie dei missili, fu chiaro che questi stavano procedendo in linea retta, evitando così di ricadere al suolo. L’Umanità era salva, le micidiali testate nucleari viaggiavano come per miracolo verso lo spazio, oltre l’atmosfera terrestre, dove sarebbero potute anche esplodere, senza creare troppi danni, o continuare in linea retta quasi all’infinito.

Oggi c’è chi crede che a fermare la caduta dei missili, riprogrammandoli, furono gli hacker di Anonymus o addirittura ogni singolo hacker del pianeta, ciò spiegherebbe – dicono - anche il silenzio del web, e che quanto successo in quella città del Nord America, altro non fosse che una sorta di allucinazione collettiva. Ma secondo me il Creatore ci ha graziato e protetto ancora una volta. Lo ha fatto spesso nel corso della Storia, ma l’uomo non se n’è quasi mai accorto.

Che dici Alistar, ti è piaciuta questa vecchissima storia? -

Moltissimo nonno. Certo che nell'Antichità erano proprio stupidi -

Non ci pensare, quel tempo è finito oramai. Adesso dormi che è tardi -

L’oblò in transvetro n. 7650 dell’Astronave Kiev si polarizzò rapidamente e nella cabina passeggeri si fece più buio, Alistar non vide più le sue amate stelle, chiuse gli occhi e si addormentò dolcemente.

Mappa di Murano - Benedetto Bordone (1450-1530) - Isolario di Benedetto Bordone nel qual si ragiona di tutte l'isole del mondo, con li lor nomi antichi & moderni, historie, favole, & modi del loro vivere, Venezia 1547 - immagine tratta da commons.wikimedia.org