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Vigilia di Sinodo, aria di Concilio

di Stefano Sodaro


Tutte le foto della presente pagina sono del direttore


Folle osannanti – che nemmeno Piazza San Pietro riesce a contenere - reclamano la vista della cappa magna di Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Raymond Burke.

Tutte le chiese sono prese d’assalto da fedeli inferociti che rivogliono la messa di Pio V e le reliquie in tutte le teche degli altari laterali (oltre che del maggiore, ovviamente, ma per quello va bene anche qualche sacro feretro).

Le donne si battono il petto per avere richiesto spazi nella Chiesa e tornano ben volentieri ad essere angeli devoti del focolare domestica: “che la tasa, che la piasa e che la stia in casa”, si ammonisce solennemente il genere femminile dai pulpiti nostrani ottenendone pronta obbedienza.

Ferma.

Riavvolgiamo.

Abbiamo sbagliato film?

Sì, decisamente.

Ma non ci sono solo i tradizionalisti negazionisti della realtà più evidente, ci sono anche quelli che fermano qualunque ipotesi di nuovo Concilio perché dopo il Vaticano II altri non se ne potrebbero più celebrare. E perché mai?

Per due ragioni, argomentano.

La prima di ordine logistico: dove li mettiamo 5.000 vescovi a Roma tutti assieme?

La seconda di ordine teologico: il Vaticano II ha già detto tutto (come si ripeteva per il Vaticano I: più dell’aver affermato infallibilità e primato universale del Romano Pontefice, cos’altro si sarebbe dovuto decidere?).

Ma ci sono, tutt’al contrario, tra le tante, almeno due emergenze che il Vaticano II ha lasciato sospese – anzi di cui non s’è proprio occupato perché non era il tempo, il contesto storico ha importanza fondamentale troppo spesso ignorata da teologi vari (...non dalle teologhe...) – e che invece l’Instrumentum Laboris del Sinodo, che inizia mercoledì prossimo, ha esplicitato: l’ordinazione diaconale delle donne e l’ammissione al presbiterato degli uomini sposati anche nella Chiesa Latina.

Eccolo qui, il solito progressista.

Certo: e allora?

Parentesi 4) del capitolo B 2.3 – che si intitola a sua volta “Come può la Chiesa del nostro tempo compiere meglio la propria missione attraverso un maggiore riconoscimento e promozione della dignità battesimale delle donne?”.

Leggiamo questo 4): La maggior parte delle Assemblee continentali e le sintesi di numerose Conferenze Episcopali chiedono di considerare nuovamente la questione dell’accesso delle donne al Diaconato. È possibile prevederlo e in che modo?.

Secondo punto.

Parentesi 9) del capitolo B 2.4 – esso invece intitolato “Come valorizzare il Ministero ordinato, nella sua relazione con i Ministeri battesimali, in una prospettiva missionaria?”.

Leggiamo anche qui tale numero 9): È possibile, come propongono alcuni continenti, aprire una riflessione sulla possibilità di rivedere, almeno in alcune aree, la disciplina sull’accesso al Presbiterato di uomini sposati?.

Probabilmente, per gli acclamanti di Lefebvre – o di una schiera di tanti schierati para-Lefebvre –, si tratta di niente poco di meno che del trionfo del diavolo anche solo a sentir porre domande simili.

Invece è la Chiesa del futuro. Quella che si “gioca” come descrive in un suo stupendo volume, intitolato Le favolose avventure di Sinodino, edito da Àncora, il vaticanista Fabio Colagrande e che certo, doverosamente, si occupa anche di ben altri aspetti della vita ecclesiale.

Ma le due questioni restano. Irrisolte sino ad ora quanto ad effettivi risvolti decisionali. E non si può attendere oltre.

In questi giorni a Roma si respira “aria di concilio”. Però non del Vaticano II, no. Di uno nuovo che – con l’indispensabile e formidabile supporto della tecnologia – non avrebbe problemi a superare e diversamente organizzare una non richiesta compresenza simultanea e fisica di 5.000 mitrie bianche in San Pietro.

Dunque, attendiamo fiduciosi.

Lo Spirito soffia, ama dire e ripetere chi ne sa molto più del sottoscritto, esperto solo di impetuosa Bora triestina.

Importante è lasciare che soffi nella direzione che voglia, perché altrimenti – insegna l’esperienza tutta giuliana della Bora – anche i camion più massicci si capovolgono. E non ci sarà nessun Lefebvre di nuovo conio a rimetterli in carreggiata.

Viva l’aria fresca!

Il Sinodo durerà, se abbiamo ben compreso, quasi due anni. 

Tempo per rifrescarsi dunque pare ce ne sia ad abundantiam.