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Balducci, Pasolini e Miriam Camerini


di Stefano Sodaro


Come risulta dal programma ufficiale di Limmud South Africa (https://limmudjohannesburg2022.sched.com/speaker/miriam_camerini.7m8cgnp), Miriam Camerini – curatrice sul nostro settimanale dell’apprezzatissima rubrica “The Rabbi is in” – è in questo momento proprio lì in Sud Africa per una serie di intensi impegni all’interno di quell’evento straordinario.

La cultura italiana non può prescindere, se vuole davvero conoscere l’Ebraismo, dalla capacità divulgativa di questa giovane studiosa, regista teatrale e prima candidata italiana a divenire rabbina ortodossa. Ce ne accorgiamo costantemente, in un crescendo di interesse per lei.

Di recente, a luglio, anche Il Venerdì di Repubblica ha dedicato spazio e rilievo alla figura di Miriam Camerini nel nostro panorama socioculturale: si veda https://www.repubblica.it/venerdi/2022/07/08/news/miriam_camerini_saro_una_rabbina-356832491/.

Riconosciamolo: ogni giorno, sempre di più, Miriam è diventata punto di riferimento per approfondire che cosa sia l’Ebraismo, ma non con intenzioni erudite, bensì con reale apertura di mente e di cuore verso una minoranza religiosa che ha segnato la storia del nostro Paese e che, tuttavia, ancora ignoriamo sostanzialmente, magari lasciando spazio ad avvilenti pregiudizi capaci di riemergere ad ogni piè sospinto anche in persone che sembrano in totale buona fede.

Ma il nome di Miriam Camerini diventa di particolare importanza parlando di Pier Paolo Pasolini in ragione dello spettacolo “Le belle bandiere” che allestisce per l’Italia assieme al musicista ed interprete Rocco Rosignoli e che vorremmo ospitare anche a Trieste.

Riflettiamo un attimo: una futura rabbina ortodossa dà spazio alla vicenda artistica, letteraria, filosofica, intellettuale di un protagonista dell’Italia post-bellica come Pasolini. La cosa è notevole, a dir poco.

E che cosa può c’entrare Miriam Camerini con Ernesto Balducci?

Al riguardo sia consentito richiamare il contributo, di chi qui scrive, che compare nel volume, edito da Claudiana, Guardare alla teologia del futuro, a cura di Marinella Perroni e Brunetto Salvarani, dove ho provato a creare un raccordo tra potenzialità creative del culto cristiano e l’originalissima idea dello Shabbat di tutti che Miriam apre alla condivisione. Questo modo di abitare la dimensione religiosa ha moltissimo di Balducci, oltre che di Adriana Zarri – come ho tentato di argomentare in quel contributo intitolato infatti Adriana Zarri, l’eremita laica e lo Shabbat di tutti -.

Quando Miriam Camerini spezza il pane, durante appunto lo Shabbat di tutti, il gesto, per qualunque cristiana e cristiano vi partecipi, ha un contenuto essenzialmente eucaristico. Balducci ne avrebbe culturalmente goduto e avrebbe coinvolto Miriam nel suo itinerante ministero presbiterale.