Il giornale di Rodafà. Rivista online di liturgia del quotidiano

Disegno di Marion Fayolle, reperibile al sito https://www.collater.al/marion-fayolle/ e condivisibile per analogia con le opzioni ivi riportate




Ultragamia,

ovvero

della deistituzionalizzazione, teologica e politica




di Stefano Sodaro



Numero 595 questa domenica.

Mancano cinque settimane al numero 600 del nostro giornale, che uscirà, se tutto va bene, domenica 14 marzo 2021.

E lanciamo ancora un appello cordiale a quante lettrici e lettori vogliano contribuire alla predisposizione di tale numero, con il semplice invio di una mail di disponibilità ed interesse a ilgiornaledirodafa@virgilio.it.

Titolo roboante per l’odierno editoriale. Già, molto poco pop.

Del resto il momento storico che stiamo vivendo assume - quasi ogni ora che passa, ogni secondo persino - tratti di colorazione socio-personale, pubblica ed individuale, sempre più intensa e facilonerie cromatiche si trasformerebbero in tragedia.

Vi sarebbero, secondo certo approccio tassonomico incessantemente alla moda, una macrostoria, fatta di presenze istituzionali, date universali da insegnare e mandare a memoria, guerre e trattati, rivoluzioni e prese di potere, ed una microstoria, tutta nostra invece, fatta dei nostri giorni, soprattutto feriali, delle nostre attese, dei nostri desideri, dei nostri sogni e progetti, delle nostre contrarietà e sofferenze. Una storia, questa, che non si insegna affatto universalmente in ogni scuola, ma che, anzi, appartiene alla nostra più delicata intimità e che neppure può essere più di tanto condivisa, pena l’oltraggio al pudore della nostra nudità interiore.

Il disegno che compare qui, nei pressi del nostro articolo - sopra o a lato dipende dalle visualizzazioni -, può esprimere assai efficacemente la rottura dei luoghi comuni e l’inversione, auspicabilissima, dei piani codificati dell’intero nostro vivere da secoli e millenni, da potenti d’ogni genere e fattura.

Undici pagine prima di un piccolo libricino di disegni, di cui è autrice Marion Fayolle e che è pubblicato in Italia da Gallucci con il titolo gli amanti, compare questo singolare disegno che, proposto su FB (non nella bacheca del qui scrivente), ha suscitato interrogativi, sconcerto, a tratti persino scandalo, ma anche grande sim-patia, alla greca.

Tre persone, due maschi ed una donna. Non due. No. Tre.

La “protagonista” – crediamo di poter dire così – legge e sono i due maschi a dover affaticarsi per sostenerne l’amaca, fatica realmente immaginabile con ogni buona probabilità, a prescindere da virili (e molto discutibili) virtù.

Inversione dei piani. Inversione dei codici. Persino inversione dei linguaggi. Magari per trovare la Parola, ma non corriamo troppo.

Perché i due maschi - sempre del disegno - “fioriscono di foglie”, non appassiscono di frustrazione.

Sono lieti, tristi o preoccupati? L’espressione dei volti è indefinibile, ogni interpretazione è pensabile. E dunque non ci resta che proseguire e provare a spostarci su un altro piano.

La linea di riflessione del nostro settimanale ha spesso evocato l’altrettanto singolare espressione di onnigamia, di cui fu inventore niente poco di meno che Charles Fourier, il socialista “utopista” dei falansteri. Quello lì, già.

È stata - onnigamia - una parola, lo riconosciamo, molto più citata che spiegata, molto più messa di mezzo che dettagliata nel suo significato. Anche se Fourier, bisogna pur riconoscerlo, qualcosa dice.

Si accennava, tuttavia, al fatto che nel disegno qui non c’è una coppia. E forse è allora giunto il tempo che il mistero misterioso dell’onnigamia ceda il passo e la scena – del tutto microstorica peraltro (le macrostorie non possono, non devono, essere mai scandalose, con una finzione che non regge neppure un minimo approccio ai testi, ad esempio, biblici, ma questa la vulgata della buona creanza) – a qualcosa che potremmo chiamare ultragamia, un potenziamento ed un superamento del legame nuziale assurto a simbolo esclusivo di pacifica ricomposizione di ogni tensione e polarizzazione.

Un Lui, una Lei e va tutto a posto. Poi i figli e la scena è perfetta.

Ma è perfetta?

L’attualità politica di ogni singolo minuto di questi nostri giorni non pare deporre per felici connubi, a coppia, di un Presidente del Consiglio (incaricato) e di una innamorata e compatta maggioranza che lo appoggi perché appartenente alla stessa intimità domestica.

Qui va, piuttosto, tutto a catafascio. Ogni logica si incrina, ogni appartenenza è messa in discussione, ogni coerenza salta.

È un bene od un male?

Il giornale di Rodafà ritiene che sia un gran bene, ma alla condizione di mettersi alla ricerca di un orizzonte di impegno, di dedizione, di passione civica e personale che punti a progetti molto più in là della mera contingenza da risolvere per la salvezza del Paese.

Oltre. Ultra. Bandendo qualunque titanismo, o compiaciuto vigore capace di tendere amache su cui possa finalmente mettersi a leggere libri un popolo intero, sicuramente, ma sapendo anche – si è già avuto modo di evocare il teologo domenicano Edward Schillebeeckx – che “la politica non è tutto”. Il “senso” sta da un’altra parte, quantunque quest’Oltre non possa prescindere in alcun modo dall’assetto di istituzioni e pubblici poteri.

Ultragamia è abbandono, lieto e ben felice, del “duale” (la sintesi massima è in effetti la coppia io-e-il-mondo, oppure tu-ed-io, potendo divenire quell’io anche un Io al maiuscolo, coincidente dunque con “Dio”), per svoltare verso il molteplice, il plurale, il plurimo, il pluriverso.

Trattasi di prospettiva destabilizzante? Sì.

Ma è molto più pericoloso, alla scuola di Franco Basaglia, rincorrere l’istituzionalizzazione – di cui la coppia è simbolo supremo – a costo di sacrificare maieutiche incertezze che passare per “eversivi”, ed “eversive”, epperò mantenere puro il proprio desiderio d’amare, che può desiderare senza dubbio un “tu” cui dedicarsi, ma solo dentro il mondo e non fuori da esso.

Il Papa ha nominato ieri Sottosegretario(a) del Sinodo dei Vescovi – dunque con pieno diritto anche di voto nelle relative Assemblee – una donna suora, Nathalie Becquart (https://www.repubblica.it/vaticano/2021/02/06/news/la_mossa_di_francesco_per_la_prima_volta_una_donna_votera_al_sinodo-286359981/#:~:text=Suor%20Nathalie%20Becquart%2C%20infatti%2C%20francese,oggi%20sottosegretario%20dello%20stesso%20Sinodo).

Eppure, mentre l’altro Sottosegretario – l’agostiniano padre Luis Marín de San Martín, pure nominato ieri dal Papa, riceverà l’ordinazione episcopale, la prima, ovviamente, trattandosi della Chiesa Cattolica, no.

La coppia salta anche qui: nel segno dell’ultragamia? Può essere di sì, ma anche di no. Dipende dalla capacità deistituzionalizzante che l’istituzione sarà capace di ospitare e di esprimere, sempre a partire dalla convinzione – che dovrebbe animarla – per cui tutto passa, anch’essa dunque, ma non ciò che l’istituzione significa, ammesso e non concesso che qualcosa significhi.

Cosa resta?

Resta questo canto, https://www.youtube.com/watch?v=NMxzTq1hoDY, con cui uscire, straziati di dolcezza, dal Sabato per entrare nel giorno successivo, la Domenica, oggi.

Resta un libro, di Emanuela Provera, Segretaria dell’Associazione Culturale “Casa Alta”, Dentro l’Opus Dei (https://www.illibraio.it/libri/emanuela-provera-dentro-lopus-dei-9788861900202/), in cui la deistituzionalizzazione apre a percorsi personali del tutto nuovi, inediti.

Restiamo noi, che non ci accontentiamo di difese apologetiche dell’esistente, ma proviamo a sognare qualche utopia, per tornare a sorridere.

Assieme, non solo in due.

E quando farà sera e poi mattina canteremo, anche in silenzio, ma amando da pazzi. E Qualcuno sorriderà con noi, ci speriamo ad anche - umilmente - crediamo.

Buona domenica.