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Lo Sposo delle Vergini stolte e sagge non è il Dio di Gesù


di Stefano Sodaro


Le vergini sagge e le vergini stolte - dipinto su tela di Peter von Cornelius (1783-1867), Museo Kunstpalast di Düsseldorf, immagine tratta da commons.wikimedia.org


Ebbene no. 

Alla scuola di Luise Schottroff, esegeta protestante tedesca (si legga di lei Le parabole di Gesù, edito da Queriniana nel 2007), diremo che no, lo sposo che chiede la porta in faccia alle cosiddette “vergini stolte” nel Vangelo di Matteo 25, 1-13 – il passo che si legge oggi nelle chiese cattoliche secondo la liturgia romana – non è, perché non può essere, Gesù di Nazaret confessato come il Cristo escatologico, “il marito” del mondo a venire. (E perché non la moglie, la sposa?).

La narrazione inizia con l’espressione “il regno dei cieli”, che è femminile nell’originale greco: βασιλεία τν ορανν. “Hè basiléia ton ouranòn”. 

In quel Regno si affrontano e si superano le condizioni di scacco esistenziale, di inferiorità, di fragilità, non secondo gli equilibri contabili del premio per chi è saggio/a e di condanna per chi è imprudente, “stolto/a”, bensì dando sempre una seconda possibilità a chi si ritrova escluso/a, sempre.

L’infarcimento omiletico di retorica religiosa svicola abilmente l’imbarazzo della constatazione poligamica davanti ad uno sposo che attenda niente poco di meno che dieci vergini per le sue nozze.

Gesù di Nazaret non ha mai chiuso la porta in faccia a nessuno ed il Regno dei Cieli non sarà, non è, una dimensione di pienezza in cui simili esclusioni avvengano. Ai nostri occhi ed alla nostra sensibilità sembra davvero un tragico travisamento di significato.

La “Basilèia” dei Cieli - femminile appunto - parte dalla rilevazione della realtà più cruda, per sovvertirne, a forza di amore rivoluzionario, gli esiti più scontati e che sembrerebbero normali, perbene, perfettamente inseribili in una logica borghese di torti e ragioni. Esiti come quelli di una porta chiusa per chi non sia stata accorta/o. 

No.

La nostra simpatia va, invece, proprio alle “vergini stolte”, che hanno preso con sé le lampade convinte che potessero fare luce a sufficienza fino all’arrivo di Lui, lo Sposo che invece colpevolmente ritarda, facendo addormentare tutte e dieci le sue spose, stolte e sagge.

“La porta fu chiusa”. Bella roba. Che immagine di Dio si può mai ricavare da una porta chiusa per Sua determinazione?

No. Il Dio di Gesù di Nazaret ha tutt’altro volto.

Non chiude mai alcuna porta in faccia a nessuno.

Nel Suo Regno sono i Cieli, e non la Terra, ad avvolgere le nostre vite.

Buona domenica.

Numero 739 - 12 novembre 2023