Zuppi, in cammino per il Regno


di Paola Franchina

La nomina del Cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, in qualità di presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) il 24 Maggio ci ha strappato un sorriso: la scelta appare coraggiosa, un cambiamento in direzione della carità e della gratuità. Ancora una volta, Papa Francesco ha affidato un incarico di rilievo ad una persona che si è dimostrata docile alla parola, divenendo strumento vivo del vigore prorompente della Buona Notizia. Il Vangelo, infatti, in coloro che lo accolgono sollecita un dinamismo e una creatività vitale. Esemplificative, in tal senso, risultano essere due parabole presenti in Matteo 13: quella del tesoro nel campo e quella della perla preziosa. La prima ci parla di un uomo che, dopo aver trovato un tesoro nascosto in un campo, vende tutto ciò che possiede pur di comprarlo. La seconda, invece, ci parla di un mercante che trova in mezzo alla merce una perla e, in seguito a ciò, vende tutto, custodendola. Il focus di queste parabole è rappresentato dal comportamento messo in atto dagli uomini. Infatti, nulla ci viene descritto del tesoro e della perla, di entrambi ci viene detto essere di grande valore, ma nulla più: l’evangelista preferisce lasciare spazio all’immaginazione. Così anche la descrizione della scoperta è presentata in modo sommativo. Maggior attenzione viene dedicata alla descrizione della condizione iniziale dei due uomini, il primo è un salariato, mentre il secondo è un ricco mercante. Dopo la scoperta, il contadino «va», «vende» e «compra»[1]. Allo stesso modo, sebbene nel secondo caso l’aspetto del verbo sia puntuale aoristo, anche il mercante «andò», «vendette» e «comprò»[2]. Entrambi i personaggi prendono decisioni radicali con estrema naturalezza. Quello che il contadino possiede non è molto, ma il campo ove vi è il tesoro ha un maggior valore: pertanto, la scelta di vendere tutto per comprarlo appare la più conveniente. Il ricco mercante, sia pur avendo un patrimonio di rilievo rispetto al povero salariato, anche in questo caso, vende la merce che ha un valore esiguo rispetto alla preziosissima perla.

Per concludere, possiamo dire che entrambe le parabole intendono mettere in evidenza non tanto che il regno dei cieli sia simile ad un tesoro o ad una perla, quanto piuttosto che esso è reso presente, sia pur in forma incoativa e dinamica, dal complesso di azioni messe in atto a seguito del ritrovamento. Il regno dei cieli, dunque, non si identifica con il possesso di qualcosa, sia pur di inestimabile valore, ma richiede una decisione, anche radicale. Sebbene il dono iniziale si offra nella sua eccedenza gratuita, la coscienza del valore del dono è inseparabile da un processo di appropriazione. Processo che non deve essere percepito con spirito di abnegazione e sacrificio, ma quale frutto naturale e spontaneo di una scoperta di inestimabile valore. Dinnanzi alla bellezza e alla radicalità della grazia scoperta l’uomo che accoglie questo dono va, vende e compra. Queste azioni sono animate dalla gioia, la quale è il corrispettivo antropologico della grazia. Riprendendo il versetto matteano: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo»[3].

Come ci mostrano le parabole del Regno, la religione ben lungi dall’essere l’oppio dei popoli. Il rischio in cui incorrono i credenti è quello di considerare opportunisticamente la fede alla stregua dell’oppio, ovvero, uno strumento a cui fa ricorso un sofferente per ridurre un dolore mediante l’alimentazione delle illusioni. In queste parabole, invece, abbiamo mostrato come l’Evangelo si imponga con una forza rivoluzionaria, capace di sollecitare e incalzare spontaneamente un processo che incida significativamente nella storia. La religione è ben lungi dall’essere una razionalizzazione della realtà esistente, ma invita al cambiamento e ad un intervento di cooperazione nella realizzazione del regno. L’augurio, dunque, che il Cardinale Matteo Maria Zuppi possa continuare a servire il mondo, con il coraggio e la tenacia richiesta a tutti coloro che scoprono il tesoro nel campo e, pieni di gioia, contribuiscono a realizzare il Regno in terra.



[1] Mt 13,44.

[2] Mt 13,45-46.

[3] Mt 13,44.