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Acqualune per Colei che non c’è


di Stefano Sodaro


Acqualune - opera di Federico Bertolotti

L’incontro con l’artista Greta Broglio dello scorso mercoledì 27 dicembre ha, per così dire, riattivato la passione, molto assopitasi - almeno presso il qui scrivente -, verso le cristologie femministe, nonostante pubblicazioni ed interventi.

Un “Cristo donna” crea infiniti problemi, emotivi, culturali, ancestrali, sensoriali, prima ancora che intellettuali e/o ideologici. Non si sa dove metterlo, su quale mensola collocarlo. 

Un “Gesù femmina” suscita quasi raccapriccio, considerata la sua indubitabile maschilità storica. 

E generalmente, dunque, appare del tutto preferibile (fosse anche per una sola ragione di decenza e convenienza, così si crede in modo abbastanza diffuso, giacché una Dea non è proprio cosa…) deviare verso sua madre Maria, altrettanto indubitabilmente donna, ma a distanza di sicurezza da ogni indebita divinizzazione. Perfino un teologo come Leonardo Boff sterzò – addirittura teologicamente – in questa direzione, con il suo celebre volume Il volto materno di Dio. Saggio interdisciplinare sul femminile e le sue forme religiose, pubblicato in italiano per la prima volta nel 1981 da Queriniana.

La Prof.ssa Adriana Valerio ricordava, mercoledì scorso, come sarebbe necessaria una Redentrice donna, femmina, se la maschilità storica di Gesù di Nazaret dovesse davvero assurgere a fondamento dogmatico di una qualche interpretazione cristologica di genere, tale per cui – per capirci – non rileverebbe l’homo factus est, bensì il vir factus est. Un Redentore maschio per l’eternità non potrebbe infatti salvare le donne e sarebbe la catastrofe di tutto l’annuncio cristiano.

Ma un Cristo donna non esiste. O meglio: non esiste ancora.

Passiamo ad altro.

Raccontiamo una storia molto singolare di cui siamo venuti a conoscenza.

Qualcuno – o qualcuna - ha commissionato al bresciano Maestro d’arte sartoriale Federico Bertolotti una composizione consistente in una mitria episcopale ed in un piviale, la cui destinazione è, però, con sorpresa, ad uso femminile e non maschile, o quantomeno non strettamente maschile. 

Lopera sintitola Acqualune.

Una provocazione, forse anche quasi un inaudito divertissement liturgico. Oppure, semplicemente e trasparentemente, una suggestione ecclesiologica tradotta in arte, se solo si pensa – come c’è stato già modo di ricordare anche dalle righe del nostro settimanale – che le Badesse hanno goduto, nel passato, di autorità e potestà episcopali, per tacere della controversa ipotesi di esistenza addirittura di una papessa.

Riportiamo di seguito, in formato jpg, il concept che ha ispirato il Maestro Bertolotti. Ci pare si tratti di un manufatto in effetti non così diverso dal quadro di Greta Broglio o dalla musica, strumentale o cantata, di qualche illustre interprete che intenda comunicare un contenuto innovativo. 

Forse il 2024 potrebbe essere l’anno di riscoperta della pura bellezza estetica, non necessariamente subito soccorsa da una qualche valenza etica, convinti come siamo che l’estetica abbia in se stessa la propria etica.

Certo il Bello parla però anche dell’Assente – femminile o maschile che sia -, così come da domani in poi sarà assente l’anno 2023 che oggi muore e che è stato molto brutto, ma anche magari, per tante e tanti, molto bello. “Todo cambia”, canta Marcela Sosa. Sì, anche il tempo.

E forse – lo diciamo quasi sommessamente, per paura di reazioni scandalizzate (“sed oportet ut scandala eveniant”…) – proprio l’opera di Federico Bertolotti potrebbe accompagnare un percorso meditativo lungo dodici mesi. Vedremo.

Intanto, di cuore: Buon Anno a tutte e a tutti!