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Manifesto espressionista per la mostra per il gruppo di artisti "Die Brücke" alla Galleria Arnold di Dresda di Ernst Ludwig Kirchner , 1910. - foto tratta da commons.wikimedia.org

Poliandria sudafricana, diciottenni, Pasolini, Trieste, Barcolana, gatti & secular ketubah


di Stefano Sodaro


C’era una volta, al confine a nord-est del nostro Paese, un attempato canonista – che di professione faceva il bancario e che, tuttavia, era anche socio ordinario dell’ATI (Associazione Teologica Italiana) –, innamorato dei pluriversi di ricchezza della cultura ebraica, il quale, all’incirca un anno fa, aveva saputo di una singolare consultazione (cosiddetto “Libro Verde”) promossa dal Governo del Sud Africa con riguardo ai diversi regimi matrimoniali: in particolare, al n. 4 di tale Libro Verde, si riportava che «During stakeholder consultation, stakeholders such as gender activists argued for the introduction of polyandry in accordance with Section 9 of the constitution.» Vale a dire: «Durante la consultazione delle parti interessate, le medesime parti interessate, come i promotori di specifica attenzione verso le questioni di genere, hanno sostenuto l'introduzione della poliandria in conformità con la sezione 9 della costituzione.» L’ipotesi di lavoro legislativo – perché solo di questo si tratta – è tutt’ora presente sul sito ufficiale del Dipartimento degli Affari Interni del Governo sudafricano: http://www.dha.gov.za/index.php/notices/1449-know-your-green-paper-on-marriages-in-south-africa.

Una comparazione con la previsione di cui al § 1 del canone 1148 del codice di diritto canonico esclude, all’interno del sistema matrimoniale cattolico (di rito latino, ma anche di rito orientale), qualsiasi possibilità di presa in considerazione di una simile ipotesi, se non per rigettarla con il vigore più forte possibile. Dispone testualmente, infatti, la legge canonica: “Il non battezzato che abbia contemporaneamente più mogli non battezzate, ricevuto il battesimo nella Chiesa cattolica, se per lui è gravoso rimanere con la prima di esse, può ritenerne una qualsiasi licenziando le altre. Lo stesso vale per la moglie non battezzata che abbia contemporaneamente più mariti non battezzati.”

Il nostro canonista non si scompose, conosceva abbastanza norme e dottrine ecclesiastiche. Rifletté, dentro di sé, che, in realtà, l’ipotesi sudafricana era volta a consentire una piena equiparazione tra possibilità di matrimonio poligamico maschile – già consentito in Sud Africa - e femminile. Tutto qui. Ovvero: perché gli uomini possono avere più mogli, in quell’ordinamento, e le donne - al contrario - non possono avere più mariti?

Le cosiddette “questioni di genere” sono quanto di più acuto avvertano le nuove generazioni che proprio ora entrano nella maggiore età: nessun divieto per derivazione da un asserito diritto naturale immutabile le convince o le esonera dal porsi continue domande. La “diversità”, soprattutto quella apparentemente irriducibile alle nostre esigenze di coerenza identitaria, è, dalle e dai diciottenni di oggi, vissuta come incontro con l’alterità, niente affatto con la stravaganza.

Il canonista fece silenzio e avvertì, sempre dentro di sé, levarsi la musica dello struggente pezzo “Erev shel shoshanim”, “nota canzone israeliana degli Anni Cinquanta”, come apprese alla scuola di Miriam Camerini, eseguito dall’Etnoploc Trio in occasione della festa per il diciottesimo compleanno del suo primogenito.

Ricorrono i 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini: sarà possibile organizzare a Trieste, magari in prossimità della Regata Barcolana, qualcosa che metta insieme la sua figura a quella misteriosissima alterità che il confine ed il mare rendono palpabile? Ad esempio: che cosa pensava Pasolini della diverse forme di relazione affettiva? All’interno del suo “Vangelo secondo Matteo” che posto occupa non Gesù di Nazaret, bensì Maria di Magdala? È una domanda lecita o esagerata?

Al nostro canonista non va via dalla mente come l’ignoranza, se non la negazione, dell’ebraicità dell’uomo dei vangeli renda semplicemente impossibile la comprensione profonda del cristianesimo. “Gesù è ebreo e lo è per sempre”. Lo dice niente poco di meno che la Santa Sede (il “Vaticano” nella errata vulgata corrente): http://www.christianunity.va/content/unitacristiani/it/commissione-per-i-rapporti-religiosi-con-l-ebraismo/commissione-per-i-rapporti-religiosi-con-l-ebraismo-crre/documenti-della-commissione/sussidi-per-una-corretta-presentazione-degli-ebrei-ed-ebraismo.html, si veda III, n. 1.

E dunque sarà molto interessante seguire il Limmud sudafricano, che inizia in questa nuova settimana: https://limmud.org.za/. E per capire cosa sia il Limmud si può rinviare a: https://en.wikipedia.org/wiki/Limmud_South_Africa.

La pluriformità del mondo ebraico, nelle sue diverse componenti e nella sua policromia, mette in crisi i luoghi comuni sovente di natura antisemita, anche se ribelli rispetto a simili accuse, invero – senza dubbio e per fortuna - oggi insopportabili. Ad esempio, ma è davvero solo un esempio, esiste un Ebraismo non teista, per non dire ateo, che è noto come “Ebraismo secolare umanista” o “Ebraismo laico umanista” (https://shj.org/; https://iishj.org/) e che pubblica un interessantissimo mensile: https://shj.org/this-month-in-humanistic-judaism-august-2022/.

Il nostro canonista sa quanto sia oggi sempre più attuale il cosiddetto “matrimonio simbolico”, in cui un rapporto sponsale viene celebrato, ufficializzato, al di fuori di qualsiasi ordinamento giuridico, laico o religioso. Ebbene, l’atto di matrimonio, vero e proprio contratto scritto, che ha assoluta centralità giuridica e rituale nella disciplina delle nozze ebraiche e che si denomina “ketubah”, ha, all’interno dell’Ebraismo laico umanista, una declinazione secolare quale “secular ketubah”, un contratto, sempre rigorosamente in forma scritta, che però prescinde da appartenenze religiose. Il canonista è colpito (anch’egli è in effetti molto ma molto ignorante in materia) dalla finezza: un contratto “secolare”, cioè un “contratto-che-non-è-un-contratto-ma-che-è-un-contratto”. Qualcosa di geniale, che fa impallidire dogmi e dottrine giuridiche.

Eppure l’alterità – ce lo insegnano sempre le, e i, diciottenni e ce lo insegna proprio l’Ebraismo (basti pensare alle straordinarie lezioni di Paolo De Benedetti [PDB]) – è attestata, testimoniata, anche dalle presenze non umane che riempiono di significato le nostre vite quotidiane: quelle dei nostri animali domestici, ma, seguendo PDB, in particolare dei gatti, non ne abbiano a male i milioni di cinofili. L’autonomia, la pensosità, l’affettuosità non scontata del gatto – e della gatta – pongono un vero problema filosofico: chi sono costoro? Il canonista se n’è accorto nel momento in cui il suo amatissimo gatto è stato male sino al necessario ricovero in clinica (per avere verosimilmente ingerito una lucertola o un calabrone, purtroppo non ci sono testimoni e l’interessato non è in grado di riferire in una lingua comprensibile). Del resto Vezio Crisafulli, insigne costituzionalista, reclamava la vicinanza del suo gatto per poter decidere serenamente e responsabilmente in camera di consiglio.

Insomma, questo mese di agosto può sancire una svolta: una virata nella direzione dell’amore, qualunque sia il suo significato, purché di amore si tratti.

Qualcuno l’ha già detto ed insegnato: “Ama e fa’ quello che vuoi”.

Buona settimana.