DIRITTO ECCLESIALE E LIBERTÀ
Rubrica a cura di Maria Giovanna Titone
Editoriale
La Dottrina Sociale della Chiesa: profezia incompiuta del XXI secolo
In un tempo attraversato da guerre, crisi ambientali, diseguaglianze crescenti e smarrimento etico, riscoprire la voce della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) potrebbe sembrare, per alcuni, un gesto controcorrente. Eppure, questo corpus di pensiero sviluppato dalla Chiesa cattolica, sistematizzato nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa pubblicato nel 2004, conserva intuizioni potenti sulla dignità umana, il bene comune, la giustizia e la pace. Allo stesso tempo, però, mostra i limiti di una visione a tratti ancorata a schemi antropologici e sociali che faticano a dialogare con la contemporaneità.
Un’eredità profetica
La DSC nasce nel solco della Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII (1891), che denunciava lo sfruttamento dei lavoratori e poneva le basi per una “terza via” tra capitalismo selvaggio e collettivismo. Da allora, attraverso altre, successive, encicliche come Populorum Progressio, Centesimus Annus e Caritas in Veritate, fino all’attuale magistero di Papa Francesco, la Chiesa ha proposto una visione etica della convivenza sociale fondata su quattro pilastri: dignità della persona, bene comune, solidarietà e sussidiarietà.
Il Compendio, al n. 66, afferma: “La dottrina sociale è parte integrante della missione evangelizzatrice della Chiesa.” Un’affermazione che acquista forza se si pensa a quanto l’impegno per i diritti dei più deboli, la tutela dell’ambiente e la giustizia tra i popoli siano oggi temi urgenti, ben oltre i confini ecclesiali.
Attualità e forza morale
Nell’epoca del precariato globale, dell’emergenza climatica e delle migrazioni di massa, molte intuizioni della DSC appaiono straordinariamente attuali. L’economia dello scarto denunciata da Papa Francesco, così come la necessità di un’ecologia integrale, trovano radici profonde nella tradizione sociale della Chiesa. L’uomo, ricorda il Compendio al n. 107, è “il centro del progetto sociale cristiano” – una frase che risuona con forza in un mondo dominato da logiche economiche disumanizzanti.
La DSC offre anche una critica lucida all’individualismo esasperato e alla perdita del senso comunitario. In un’epoca in cui la polarizzazione politica e culturale mina la coesione sociale, la voce della Chiesa richiama a una solidarietà più ampia e a un’idea di libertà legata alla verità, come sottolineato al n. 199: “Non esiste vera libertà senza verità.”
I nodi irrisolti
Eppure, accanto a questo patrimonio di pensiero, non mancano le ombre. Molti aspetti del linguaggio e dei presupposti antropologici della DSC risultano oggi poco inclusivi: la visione tradizionale della famiglia, il ruolo marginale riconosciuto alla donna, la resistenza a un confronto aperto con le nuove soggettività di genere e con le trasformazioni culturali postmoderne rendono difficile una ricezione universale del messaggio.
Il Compendio si esprime con cautela sui temi della laicità, della libertà religiosa in contesti pluralistici e sull’autonomia delle scelte individuali, spesso oscillando tra apertura e paternalismo. La complessità del mondo contemporaneo – con le sue sfide digitali, le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, i dilemmi bioetici – trova nella DSC risposte parziali, talvolta ancorate a paradigmi del passato.
Uno sguardo al futuro: Leone XIV e la speranza di un aggiornamento
Con l’elezione di Papa Leone XIV, la Chiesa si trova a un nuovo snodo della sua storia. Il nome scelto – che richiama proprio il Pontefice che diede avvio alla Dottrina Sociale con Rerum Novarum – è già una dichiarazione di intenti. L’auspicio è che Leone XIV possa raccogliere l’eredità dei suoi predecessori e avviare un lavoro di aggiornamento coraggioso e profondo della Dottrina Sociale, aprendola alle nuove sensibilità, alle sfide della contemporaneità e a una maggiore inclusività. Il mondo ha sete di giustizia e speranza: la Chiesa può ancora offrire una parola forte, ma solo se saprà parlare un linguaggio nuovo.
In fondo, come ammoniva Benedetto XVI, “la carità nella verità” resta un principio rivoluzionario. Ma perché non resti solo una bella utopia, servono parole nuove per incarnarla.