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Giornate di sole e di girasoli 


di Silvano Magnelli



Che la 50ma Edizione delle Settimane sociali potesse essere imbevuta di buoni propositi e di cordialità, lo pensavamo in tanti, anche chi se n’è accorto appena qualche giorno prima, ma oggi possiamo affermare che le attese sono state superate da quanto abbiamo visto, sentito e vissuto insieme. Tra le parole, quella che spicca per prima è stata “incontro”. Già, perché è arrivata da tutta Italia gente desiderosa di incontri umani ben ripieni di senso, incontri intessuti di valori, carichi di significati, festosi, appassionati,  a cerchi concentrici, aperti ai drammi di tutti. Un’altra parola che ha dominato la scena è stata “accoglienza”: quella vera, non selettiva, senza confini e senza pregiudizi. E ancora “fraternità”, perché “da come vi amerete, vi riconosceranno” dice il Vangelo ai seguaci di Gesù. E come non citare il gran lavoro di “servizio” svolto attorno a questo appuntamento dei cattolici in Italia, tanto che si vista una gara di “buone pratiche” da parte di tantissime persone, che oggi vanno ringraziate, da chi per mesi ha elaborato i temi e preso decisioni, nel comitato organizzativo, ai volontari, adattatisi ad ogni impegno loro richiesto, a chi ha ospitato amici, a chi ha cantato, seguito gli ospiti, fatto giocare bambini e ragazzi, a tutti i delegati. E va ricordato anche la “sorpresa”, ovvero quello stupore nel venire a conoscenza delle decine e decine di associazioni, progetti, comunità, più vive che mai, che il cattolicesimo riesce ad esprimere nella socialità impegnata e sofferente.

E poi i volti spesso molto più “giovani” del solito, a smentire l’adagio, alquanto superficiale, sull’assenza dei giovani, che stavolta sono stati davvero una compagine fresca, presente e attiva. Liberi di dire la propria convinzione, lieti di essere ascoltati. Su tutti gli stati d’animo si avvertiva una “gioia” speciale diffusa, grata, non formale, che sgorgava dalla polla inesauribile di una fede più aderente al Vangelo, intrisa di misericordia, di amicizie senza barriere, di attenzione a chi fa tanta fatica, di voglia di vivere ancora meglio.  

E dopo giornate di incontri di straordinario interesse culturale e di progettualità sociale, in cui “Fratello Sole” non è mai mancato, vanno segnalate quattro figure, che hanno riassunto il senso di una direzione di marcia nuova e incoraggiante per i cattolici: il Presidente Mattarella col richiamo a coltivare la buona pianta della democrazia, dove nessuno comanda in assoluto, ma si cresce insieme; il Cardinale Zuppi, che usa un linguaggio comprensibile a tutti e parla con passione di chi si trova dentro le guerre o i disagi sociali; il nostro Vescovo Enrico, che sa stabilire rapporti di pace e di dialogo in ogni direzione e conosce per nome i malati che va a visitare, per finire col il sorriso smagliante e incoraggiante di Papa Francesco, che ha chiesto di uscire dal disimpegno, di donarsi all’umanità ferita e sbandata senza scoraggiarsi, e che ci ha invitato ad essere di scandalo, nel senso evangelico di pietra di inciampo per chi si chiude nella sua cassaforte individuale e avversa la fraternità universale. Il sole di domenica 7 luglio era forte, ma è sembrato ancora più forte il Sole irradiante verso cui il Papa ha indirizzato i nostri sguardi, diventati tutti di colpo dei girasoli rivolti a quel Sole.