Albero dei cachi, Magnano - Foto tratta da commmons.wikimedia.org

OMNIA PROBATE


(Vagliate tutto / Ritenete il buono)







Rubrica quindicinale a cura di Guido Dotti, monaco di Bose


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VOCI, VOLTI E GRATITUDINE




di Guido Dotti

 

Chiesa monastica di Bose - foto del direttore

“Non spegnate lo Spirito, non disprezzate le profezie … Vagliate tutto. Ritenete ciò che è buono”

Dalla Prima Lettera di Paolo apostolo ai cristiani di Tessalonica.

 


È avendo in mente questa esortazione di san Paolo che da un anno e mezzo questa rubrica ha simbolicamente cercato di fornire opinioni da vagliare a quanti parteciperanno all’imminente Sinodo dei Vescovi, che nel frattempo è diventato – secondo le parole dello stesso Segretario generale card. Mario Grech – “Sinodo di tutti i cristiani”. Ma poiché “i padri e le madri sinodali” hanno il compito di raccogliere e vagliare le voci che provengono dall’oikumene intera, cioè da tutto il mondo abitato – creazione inclusa in quanto, come ricorda sempre san Paolo, “Niente è senza voce”  (cf. 1Co 14,10) – questi ipotetici destinatari finali erano solo un tramite per cercare di fare memoria di persone, pensieri e parole che hanno costruito e costruiscono ogni giorno un mondo segnato da pace, giustizia, dignità per ogni essere umano e cura della casa comune.

La scelta arbitraria operata è stata quella di includere persone vissute nel XX e XXI secolo e che avessero già terminato la loro esistenza, evitando tuttavia i personaggi più noti, così da evidenziare volti e voci relativamente marginali o di nicchia, ma portatori di messaggi universali. Ritenevo infatti che figure come il Mahatma Gandhi, Martin Luther King, don Lorenzo Milani o Nelson Mandela non avessero bisogno della flebile eco di questa rubrica perché il loro contributo a un’umanità migliore venisse evidenziato.

Nello scorrere del tempo alcune figure per me significative sono scomparse, senza tuttavia trovare accoglienza in queste pagine. Ma quanto hanno significato donne e uomini come Michela Murgia, Mario Tronti, Biagio Conte o il vescovo copto Anba Epiphanius, ucciso da un suo monaco, non cadrà certamente nell’oblio. Altre figure invece, alcune delle quali da me conosciute di persona, sono entrate in questa frastagliata “nube di testimoni” (cf. Eb 12,1), i cui contorni si sono mossi finendo per lasciare fuori persone e aneliti come Maria Vingiani e la sua consapevolezza che l’ecumenismo cristiano non può prescindere dalla conoscenza e il dialogo con la radice santa dell’ebraismo tuttora ricca di linfa; o come fr. Roger di Taizé e il suo ardente desiderio di unità dei cristiani; o ancora il teologo riformato Jean-Jacques Von Allmen e la sua comprensione della cattolicità della Chiesa di Pietro e Paolo. Di questi inevitabili limiti è indice anche il fatto di concludere la rubrica con il trentanovesimo testimone di umanità: quaranta avrebbe simbolicamente dato l’impressione di una relativa completezza.

È perciò con profonda gratitudine verso questi uomini e donne – che hanno alimentato e tuttora nutrono la mia vita spirituale, il mio pensare e il mio agire – che mi congedo, estendendo il ringraziamento fraterno al direttore Stefano Sodaro e a lettrici e lettori così pazienti.


Chiesa monastica di Bose - foto tratta da commons.wikimedia.org