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Monastero di Bose, 30 giugno 2023 - Lo Shabbat di tutti, condotto da Miriam Camerini - Foto di Lino Klamert

Castello di Albiano, 1 luglio 2023 - Incontro delle Socie e dei Soci di Casa Alta con mons. Luigi Bettazzi


Il nuovo Prefetto, la fabbrica dei preti e quel(l’ir)religioso herpes zoster che non ti fa andare a Bose 

di Stefano Sodaro




Avrei voluto con tutto il cuore essere a Bose questo fine settimana. Avrei anche dovuto – in verità – esserci, quale direttore responsabile di questo nostro settimanale online e presidente dell’Associazione Culturale “Casa Alta”.

Ma le cose non vanno sempre come si vorrebbe e si dovrebbe.

E un – in sé banale, ma assicuro fastidiosissimo e tormentoso – herpes zoster mi ha bloccato proprio alla vigila della partenza. Troppo il dolore e il bruciore, troppo alto il rischio di rialzo della febbre. Troppo lungo il viaggio. Fine.

E tuttavia, pur a distanza, in collegamento continuo con tante amiche e amici, affidate e affidati alle cure della squisita ospitalità monastica delle Sorelle e dei Fratelli di Bose, ho avvertito quanto importanti siano state queste giornate, quanta grazia abbia attraversato le ore, i minuti, quanto si sia dilatato il tempo sull’ossimorica cronologia dell’infinito, anzi precisiamo meglio: dell’infinito amore.

Venerdì sera la Comunità di Bose si è riunita assieme ad alcune socie ed alcuni Soci di “Casa Alta” – tra cui la Vicepresidente Paola Franchina (fresca fresca di licenza in teologia fondamentale alla Gregoriana, lo scorso martedì) ed il Segretario Lino Klamert -per celebrare lo “Shabbat di tutti”, secondo la geniale intuizione ed ideazione di Miriam Camerini, che ne ha interpretato, spiegato e condiviso tutti i momenti successivi, facendo vivere una vera e propria accoglienza dello Shabbat il venerdì sera secondo la liturgia ebraica, resa accessibile a tutti ed anzi divenuta esperienza di tutte e tutti.

Lo “Shabbat di tutti” è stato anche ponte verso il convegno di ieri mattina, sempre al Monastero di Bose, intorno alla figura di Alice Weiss, ebrea triestina madre di don Lorenzo Milani ed alla famosa “Lettera ai missionari cinesi” del Priore di Barbiana, contenuta nelle sue “Esperienze pastorali”, che ci è sembrata di particolare, sorprendente, attualità, considerata la centralità strategica della Cina nell’attuale contesto geopolitico, con particolare riferimento alla guerra in Ucraina. E per approfondire tutti questi intrecci sono state fondamentali, imprescindibili anzi, le relazioni di Stefania Di Pasquale e Gianni Criveller.

Dico fin d’ora, pubblicamente, alla cara Miriam che sono in arretrato di almeno due “Shabbat di tutti”: uno a Vicenza, nel mese di maggio, e quest’ultimo appunto, al Monastero di Bose.

Ma avrei voluto essere presente anche a Milano, alla fine di gennaio, quando la stessa nostra futura rabbina interloquì con Erri De Luca, con la moderazione di Claudia Milani. E poi mi sono perso pure il suo “Messia e Rivoluzione” a Poschiavo, nei Grigioni, agli inizi di febbraio. Insomma, bisognerà recuperare in qualche modo: abbiamo davanti tutta l’estate per pensarci con calma e per bene.

E proprio un giorno prima dei nostri appuntamenti lì, sulla Serra d’Ivrea, giunge la notizia del mancato “nihil obstat” della Santa Sede all’elezione del nuovo Decano dello Studio Teologico di Bressanone, il padre servita Martin Lintner, un confratello di Turoldo per capirci.

Qui l’analisi si fa necessariamente un attimo più “tecnica”: può mai essere che il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, di cui è Prefetto il Card. José Tolentino de Mendonça, oltre alle proprie specifiche competenze sulla ratifica – mancata, per appunto – di una nomina accademica, si spinga a dare una valutazione sulla pubblicistica teologica di un autore, in buona sostanza condannandola perché disallineata sulle tematiche sessuali? No, non può essere. Perché la competenza non è sua, bensì di un altro Dicastero. Quello per la Dottrina della Fede.

Ed ecco il colpo di scena.

In data 1° luglio 2023, ieri, il Bollettino della Santa Sede informa che «Il Santo Padre Francesco ha ringraziato l’Eminentissimo Signor Card. Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I., a conclusione del mandato di Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede e di Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale, ed ha chiamato a succedergli nei medesimi incarichi Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Víctor Manuel Fernández, finora Arcivescovo di La Plata (Argentina). Prenderà possesso degli incarichi a metà settembre 2023.»

Cinque giorni, cioè, dopo il diniego di conferma della nomina decanale del prof. Lintner, il Papa nomina il nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede.

Non solo.

Alla nomina si accompagna una lettera di Francesco, in cui il Papa, rivolgendosi al nuovo Prefetto, così afferma, scrivendogli in spagnolo, tra le altre puntuali indicazioni: «(…) El Dicasterio que presidirás en otras épocas llegó a utilizar métodos inmorales. Fueron tiempos donde más que promover el saber teológico se perseguían posibles errores doctrinales. Lo que espero de vos es sin duda algo muy diferente. (…) Es más, sabés que la Iglesia “necesita crecer en su interpretación de la Palabra revelada y en su comprensión de la verdad” sin que esto implique imponer un único modo de expresarla. Porque “las distintas líneas de pensamiento filosófico, teológico y pastoral, si se dejan armonizar por el Espíritu en el respeto y el amor, también pueden hacer crecer a la Iglesia”. (…) Nos hace falta un pensamiento que sepa presentar de modo convincente un Dios que ama, que perdona, que salva, que libera, que promueve a las personas y las convoca al servicio fraterno. (…)».

Il Papa scrive in spagnolo al nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede. Lo spagnolo è la lingua dei teologi della liberazione e, certo, anche di molti dei loro persecutori, di cui si potrebbero fare cardinalizi nomi e cognomi.

“Il Dicastero ha usato in altri tempi metodi immorali”, sentenzia il Pontefice.

Che cos’è immorale?

Essere avulsi dalla vita di tutte e tutti, di ognuna ed ognuno di noi, è immorale? O no?

Quali preti stanno uscendo dai seminari? Possiamo davvero ridurci a considerare le sole “fabbriche dei preti” a noi contemporanee quelle di Opus Dei, Cammino Neocatecumenale e Comunione e Liberazione?

E le altre sensibilità teologiche, ecclesiali, ecclesiologiche, pastorali e spirituali?

E l’accompagnamento prendendo per mano “la povera gente”, che non sa neppure se credere o no, se sperare ancora oppure no, se valga la pena amare – vista la tanta sofferenza – oppure no? Chi starà dalla parte dei poveri, che tutti siamo?

Questo della “fabbrica dei preti” è un tema sul quale – lo annunciamo qui, oggi domenica 2 luglio 2023, dopo i giorni casaltiani e rodafiani di Bose – vorremmo interrogarci per tutta l’estate, alla luce dell’omonimo lavoro teatrale di Giuliana Musso.

A cosa vorremmo poi arrivare? Lo diciamo senza troppi giri di parole: a pensare di poter riproporre, con un nostro allestimento (in eventuale necessario accordo con l’autrice, va da sé), quella medesima teatrale “Fabbrica dei preti”, già rappresentata con enorme successo dalla stessa Musso, per farne un’occasione di rinnovamento non solo interno al mondo cattolico, ma aperto ad una presa di coscienza sociale collettiva. Ci riusciremo?

Intanto cerchiamo di guarire dallo zoster.

Buona settimana.