Albero dei cachi, Magnano - Foto tratta da commmons.wikimedia.org

OMNIA PROBATE


(Ritenete il buono)

n° 1

Alex Langer


Un fiato più lungo


di Guido Dotti



Vi propongo il lentius, profundius e soavius, cioè di capovolgere ognuno dei termini [del motto delle Olimpiadi moderne: “citius, altius, fortius”]: più lenti invece che più veloci, più in profondità, invece che più in alto e più dolcemente o più soavemente invece che più forte, con più energia, con più muscoli, insomma più roboanti. Con questo motto non si vince nessuna battaglia frontale, però forse si ha il fiato più lungo.

Alex Langer, “Quattro consigli per un futuro amico,” intervento al Convegno giovanile della Pro Civitate Christiana, Assisi, dicembre 1994.



Alle Olimpiadi di Tokio da poco terminate, come italiani abbiamo presto dimenticato l’altro motto decoubertiano (“L’importante non è vincere, ma partecipare”) e ci siamo rallegrati dei risultati dei nostri atleti che in diverse discipline sono andati più veloci e più in alto, e si sono mostrati più forti.

Quale occasione migliore per ascoltare le parole di Alex Langer e riflettere su cosa gli uomini e le donne del nostro tempo si attendono dai loro fratelli e sorelle in umanità seguaci del Signore Gesù, dai cristiani, dalla Chiesa?

C’è bisogno di persone capaci di camminare “più lentamente”, adeguando il proprio passo a quello dei più deboli, così da non lasciare indietro nessuno. Persone che sanno prendere e “perdere” il proprio tempo accanto agli altri, vedendoselo restituito come tempo prezioso arricchito dal senso delle vite altrui, delle loro gioie e speranze, delle loro sofferenze e ferite.

Dai margini della nostra società, italiana e mondiale, sale l’invocazione dei più poveri che chiedono ai cristiani di scendere “più in profondità”: di abbassarsi, di chinarsi sulle loro sofferenze per potersi rialzare insieme. Chiedono di non fermarsi in superficie, di non evadere verso mete troppo altte e irraggiungibili, ma di andare in profondità per discernere le cause dell’emarginazione degli ultimi, per affrontarle alle radici, là dove l’ingiustizia non estirpata si riproduce in forme sempre nuove.

Le persone più fragili, anche moralmente, chiedono alla Chiesa di mostrarsi “più dolce, più soave”, più misericordiosa come è misericordioso il Padre di tutti che è nei cieli (cf. Lc 6,36). Una Chiesa che sa come la fragilità richieda cura e non durezza, attenzione più che forza, ascolto più che proclami. Il Signore “mite e umile di cuore” è colui che ha saputo prendersi cura dei piccoli, dei malati, dei peccatori, è lui che ha alleviato il giogo prendendolo su di sé (cf. Mt 11,29-30).

Rallentiamo il passo, chiniamoci sui sofferenti, facciamoci carico delle debolezze dell’umanità: così potremo avere il “fiato più lungo” per far risplendere la forza del Vangelo.



Alexander Langer (Vipiteno-Sterzing 1942 – Firenze 1995), politico, parlamentare europeo, pacifista, ambientalista, scrittore, costruttore di ponti tra etnie e culture.



Chiesa monastica di Bose - foto tratta da commons.wikimedia.org