Albero dei cachi, Magnano - Foto tratta da commmons.wikimedia.org

OMNIA PROBATE


(Vagliate tutto / Ritenete il buono)







Rubrica quindicinale a cura di Guido Dotti, monaco di Bose


n° 35 

LA GRATITUDINE DI UN PRIVILEGIATO

Daniel Ellsberg



di Guido Dotti

 

Daniel Ellsberg - immagine tratta dalla rete

Sono felice di sapere che milioni di persone - tra cui tutti gli amici e i compagni a cui rivolgo questo messaggio - hanno la saggezza, la dedizione e il coraggio morale di portare avanti queste cause [la lotta al cambiamento climatico e al riemergere della minaccia nucleare] e di lavorare incessantemente per la sopravvivenza del nostro pianeta e delle sue creature.

Sono enormemente grato per il privilegio avuto di conoscere e lavorare con queste persone, passate e presenti. È uno degli aspetti più preziosi della mia vita, che ritengo assai privilegiata e fortunata. Voglio ringraziare tutti voi per l'amore e il sostegno che mi avete dato in tanti modi. La vostra dedizione, il vostro coraggio e la vostra determinazione ad agire hanno ispirato e sostenuto i miei sforzi. Il mio augurio per voi è che alla fine dei vostri giorni possiate provare la stessa gioia e gratitudine che provo io ora.

 

Daniel Ellsberg, Lettera agli amici, 1° marzo 2023, dopo che gli è stato diagnosticato un cancro in fase terminale.


***

Apprezzatissimo tecnico militare, profondamente convinto dell’importanza del suo lavoro a servizio dell’esercito del suo paese, Daniel Ellsberg rimane scosso quando vede di persona gli effetti devastanti della guerra sulla popolazione civile del Vietnam. Sconvolto fino alle lacrime dal dialogo con un obiettore di coscienza al servizio militare, si rende conto che i documenti segreti di cui è a conoscenza nascondono un tradimento degli ideali ai quali credeva di aver dedicato il proprio lavoro. Dapprima si rivolge in modo riservato ad alcuni deputati del Congresso, ma non trova disponibilità per un’azione correttiva dei gravissimi abusi di potere. Pur consapevole di rischiare una condanna ad oltre cent’anni di prigione, divulga il materiale incandescente e innesca un processo che porterà alle dimissioni del presidente Richard Nixon e, successivamente, alla fine della guerra in Vietnam. Ormai la vita di Ellsberg sarà segnata da una lotta a tutto campo contro le menzogne che alimentano le guerre, nella profonda convinzione che solo con questa operazione di verità si possono difendere gli ideali di pace, giustizia e libertà.

Alla domanda di un intervistatore se ritenesse di essere “un uomo di fede”, l’ormai novantenne Daniel Ellsberg risponderà “No, sono un uomo di speranza!”. Ma suo figlio Robert – che Daniel aveva coinvolto a soli 13 anni nell’estenuante lavoro di fotocopiare i documenti top secret perché voleva che capisse per quale causa suo padre fosse pronto a trascorrere il resto della propria vita in carcere – con maggior giustezza, in un’altra intervista dirà: “Mio padre era un uomo di fede? Sì, era un uomo di speranza!”. Del resto, come Daniel si era lasciato convertire al pacifismo della testimonianza di persone pronte a pagare con la vita il rifiuto di dare la morte, anche il figlio Robert raccoglierà l’eredità paterna grazie alla vicinanza e alla collaborazione con dei giganti della ricerca della pace: Dorothy Day, Thomas Merton, i fratelli Berrigan e il caro amico Jim Forest.

Una vita davvero spesa bene  e per il bene, quella di Daniel Ellsberg, una vita intessuta di gratitudine e di consapevolezza che “a chi è stato dato di più, di più sarà richiesto” e che il più grande tradimento è quello nei confronti della propria e dell’altrui umanità.

 

 

Daniel Ellsberg (7 aprile 1931 – 16 giugno 2023), economista e analista militare, diviene noto nel 1971 quando affida ai quotidiani New York Times e Washington Post i Pentagon Papers, uno studio segreto sul meccanismo decisionale del governo USA in relazione alla guerra in Vietnam. Assolto dall’accusa di tradimento, dedicherà il resto della sua vita alla militanza antimilitarista e al pacifismo attivo, fino alle dure prese di posizione contro l’escalation militare nella guerra tra Russia e Ucraina nelle ultime settimane di vita. Sostenitore di quanti dopo di lui hanno svelato al grande pubblico progetti e operazioni militari inconfessabili (da Chelsea Manning e Edward Snowden, fino a Julian Assange) nel 2018 ha ricevuto il Premio Olof Palme per il suo “profondo umanesimo e l’eccezionale coraggio morale”.

Chiesa monastica di Bose - foto tratta da commons.wikimedia.org