Il giornale di Rodafà. Rivista online di liturgia del quotidiano

Anche noi avevamo i nostri talebani

di Dario Culot


Pubblicato il volume di Dario Culot che ripropone in una nuova veste editoriale, ed in un unico libro, molti dei suoi contributi apparsi sul nostro settimanale: https://www.ilpozzodigiacobbe.it/equilibri-precari/gesu-questo-sconosciuto/

Boko Haram, che può essere tradotto anche con “libro proibito”, è un’organizzazione di ispirazione musulmana radicale e fondamentalista, operante in Nigeria, che noi consideriamo terroristica, e che di quando in quando finisce sui nostri quotidiani, come quando rapisce giovani liceali per indurre i genitori a non mandare più le loro figlie a scuola. Ciò significa che quel gruppo manifesta un odio per la cultura occidentale e per i libri in genere, temuti perché capaci di aprire la mente delle persone. Meno le persone sono critiche, meno le persone pensano, e più facili sono da controllare. Credo che l’intelligenza artificiale, se usata da governanti disonesti, sarà di grande aiuto nell’appiattire e omologare le persone. Ma come non ricordare che, in passato, è stata la Chiesa cattolica ad opporsi all’istruzione dei giovani in Italia: basta ricordare che ancora nel 1870 papa Pio IX sosteneva che l’istruzione scolastica obbligatoria imposta dal Regno d’Italia avrebbe scristianizzato il mondo[1]. Molto diverso dal pensiero dei positivisti laici, i quali affermavano che ogni scuola che si apre è una prigione che si chiude[2]. E come mai quel papa non si era fermato a pensare che Maria Teresa d’Austria (cattolica pure lei) aveva reso obbligatoria la scuola elementare già per maschi e femmine più di cento anni prima dell’Italia, senza per questo che l’Austria si fosse scristianizzata?[3]

Ancora nel 1888 papa Leone XIII, nell’enciclica Libertas[4], condannava la libertà di coscienza e di stampa: «concessa a chiunque illimitata libertà di parola e di stampa, nulla rimarrà d’intatto e d’inviolato; non saranno neppure risparmiati quei supremi e veritieri principi di natura che sono da considerare come un comune e nobilissimo patrimonio del genere umano. Così oscurata a poco a poco la verità dalle tenebre, come spesso accade, facilmente prenderà il sopravvento il regno dell’errore dannoso e proteiforme». Questo papa avrebbe sicuramente applaudito i talebani afghani, e anche la Russia di Putin, sentendo che stanno dando un bel giro di vite alla stampa indipendente e non allineata.

E perché non ricordare anche che, fino al concilio Vaticano II (1962-1965), la lettura della Bibbia era stata ostacolata dalla Chiesa:[5] ufficialmente ogni traduzione volgare era stata localmente proibita al popolo dal Sinodo di Tolosa (nel 1299), nel Sud della Francia. Il divieto dell’uso di versioni non autorizzate venne poi formalmente sancito, per tutti i cattolici,[6] quando papa Paolo IV, spaventato dall’avanzata del protestantesimo in Europa[7] che approfittando dell’invenzione della stampa aveva cominciato a diffondere la Bibbia in versione volgare, istituì l’Indice dei libri proibiti, nel quale vennero subito vietate ben 45 versioni della Bibbia in lingua volgare, tradotte al di fuori del controllo romano. Col tempo, tutte le varie società bibliche, che avevano per scopo quello di effettuare studi approfonditi e traduzioni delle Sacre Scritture, vennero condannate senza appello con una serie di encicliche e lettere papali, a cominciare da Pio VII (1816) in poi; Pio VIII nella Traditi humilitati (1829) si espresse contro «quelle Società che pubblicano nuove traduzioni dei libri santi»; analogamente fece Leone XII (Ubi primum, 1824); Gregorio XVI nell’enciclica Inter praecipuas machinationes (1844) scriveva: «condanniamo nuovamente con autorità apostolica tutte le Società bibliche. […] Si fanno rei di gravissima colpa innanzi a Dio e alla Chiesa tutti coloro che ardiscono iscriversi a qualcuna di queste Società o collaborare con esse o favorirle. Confermiamo inoltre e rinnoviamo con autorità apostolica le già antecedenti prescrizioni circa lo stampare, divulgare, leggere o tenere i libri delle sacre Scritture tradotti in volgare»[8]. Fra il 1846 e il 1863 le società bibliche vennero ripetutamente riprovate da ben cinque documenti pontifici,[9] sicuri di rappresentare la volontà di Dio.

Ancora oggi, a propria difesa, la Chiesa sostiene di aver giustamente proibito, in tempi di preoccupante superstizione,[10] non già la lettura della Bibbia vera, ma la lettura della Bibbia falsa, cioè delle traduzioni dei protestanti, degli eretici e dei nemici della Chiesa, visto il rischio di travisarne il significato in tempi di ignoranza, eresia e di scismi era enorme; in assenza di controlli, temeva infatti che qualsiasi tipografo o libero pensatore avrebbe potuto manomettere le scritture e spacciare Bibbie contraffatte, diffondendo tra il popolo errori, dubbi ed eresie. A riprova sostiene che la lettura della Vulgata latina non fu mai vietata; ma – a parte il fatto che pochi, fra il popolo, conoscevano il latino -  c’è da dire che quest’unica traduzione dell’originale greco fatto dalla Chiesa cattolica, lungi dall’essere esente da errori come è stato pacificamente riconosciuto in seguito, non evitò certamente di diffondere errori, anche madornali[11]. Era poi la stessa Chiesa cattolica che, con il suo testo latino, contraffaceva quanto era scritto negli originali greci dei vangeli. Questo l’avevano già scoperto i protestanti, non i cattolici ai quali era proibito leggere i testi greci originali. Per fare un solo qualche esempio:

- oggi, finalmente è stata sostanzialmente cancellata la parola “miracolo” che si trovava nelle passate traduzioni[12] e che non è mai esistita nell’originale testo greco dove c’era la parola semèion, segno, e non thàuma, miracolo (che pur esisteva in greco). Cioè gli evangelisti, per indicare le azioni di Gesù, non hanno usato la parola ‘miracolo’, che invece serviva alla Chiesa per confermare la divinità di Gesù[13].

- Gesù, durante la sua missione, non ha mai detto di essere Dio. Ha invece detto di essere uomo. Basta leggere Gv 8, 40: «voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità…». Tuttavia, se leggete le vecchie edizioni ufficiali dei vangeli cattolici la parola “uomo” (ándropon) – presente nel testo originale greco - di solito non si trova nei testi italiani[14]. Allo stesso modo la parola ‘uomo’ (anér), con cui Giovanni Battista espressamente identifica Gesù (Gv 1, 30), è stata di solito cancellata in quasi tutte le vecchie edizioni italiane. La parola ‘uomo’ si trova di nuovo nell’ultima edizione della CEI che è appena del 2008. E allora vien proprio da pensare come Andreotti, il quale diceva che a pensar male forse si fa peccato, ma normalmente si azzecca. Dover spiegare come mai Gesù non si fosse mai definito Dio, ma solo uomo, non aiutava di certo a far accettare il dogma della doppia natura di Cristo. Quindi, a falsificare il testo non erano i protestanti, ma la Chiesa cattolica, che si autodefinisce mater et magistra (madre e maestra).

Comunque, il problema è che la Chiesa non si è limitata a vietare solo la lettura della Bibbia su cui era convinta di avere il monopolio interpretativo, ma anche un numero impressionante di altri autori, avendo evidentemente terrore che idee contrarie al suo insegnamento potessero circolare liberamente. Quindi, con l’Indice dei libri, iniziato con papa Paolo IV nel 1558 e abolito da papa Paolo VI, appena nel 1966, la Santa Sede ha favorito per oltre 400 anni questa mentalità, vietando ai cattolici di leggere una buona parte degli autori universalmente oggi riconosciuti come decisivi per la formazione della coscienza europea:[15]  molto più sicuro avere sotto di sé delle pecorelle ignoranti ed ubbidienti, mai in grado di contestare alcunché, in base al principio che se i libri concordano con l’insegnamento della Chiesa sono inutili, se lo confutano sono pericolosamente nocivi. Quindi avevamo i talebani anche fra di noi.

Nelle madrasse dell’Afghanistan insegnano che, quando giungerà la fine del mondo, solo i veri musulmani si salveranno. Tutti gli altri, gli infedeli, bruceranno tra le fiamme dell’inferno[16].  Ma ricordiamoci che la nostra Chiesa ha insegnato per secoli esattamente la stessa cosa, col dogma extra ecclesiam nulla salus[17]  ribadendolo fino all’ultimo concilio[18]. Il Concilio di Firenze, nel 1442, aveva espressamente affermato che se uno è fuori della Chiesa cattolica è destinato all’inferno. I vescovi di allora, cioè, certi dell’assistenza dello Spirito Santo, avevano affermato di «fermamente credere, professare e insegnare che nessuno di quelli che si trovano fuori della Chiesa cattolica, non solo i pagani ma anche gli ebrei, gli eretici e gli scismatici, potrà aver parte alla vita eterna. Andranno nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e i suoi angeli, a meno che prima del termine della loro vita vengano incorporati alla Chiesa… Nessuno, per grandi che siano le loro elemosine, o quand’anche versi il suo sangue per Cristo, potrà salvarsi se non rimane nel seno e nell’unità della Chiesa cattolica»[19]. Non vedo grande differenza con la dottrina dei talebani dell’Afghanistan.

Sappiamo che i talebani disapprovano l’uguaglianza fra tutti gli uomini. Ma anche papa Leone XIII, nella enciclica Quod Apostolici Muneris[20] del 28.12.1878 considerava un vero e proprio attentato all’ordine costituito sostenere l’aberrante tesi socialista secondo cui tutti gli uomini sono uguali per natura, visto che Dio stesso ha disposto che siano disuguali. Perché allora inorridire se i talebani considerano i non credenti inferiori ai musulmani? Bisogna riconoscere che anche la Chiesa ha accettato con grande difficoltà le idee illuministiche, che pur erano già presenti nel vangelo visto che Gesù aveva rivelato che ogni uomo ha un valore assoluto, per quanto piccolo ed emarginato egli sia.

Sicuramente i talebani in Afghanistan operano anche per la sottomissione delle donne,[21] esseri inferiori rispetto agli uomini. La prima sottomissione è, nella nostra ottica, il velo. Se però scaviamo nel nostro passato, vediamo che nel canto XXIV del Purgatorio dantesco, parlando col poeta lucchese Orbicciani, questi gli parla di una giovane non ancora sposata che quindi non porta il velo “Femmina è nata, e non porta ancor benda”. Nel mondo di Dante una donna sposata non si sarebbe mai fatta vedere per strada senza velo (benda) con i capelli sciolti[22]. Quindi anche noi abbiamo percorso la stessa strada, e ancora oggi alcuni ordini di suore usano il velo, senza che nessuno veda tale usanza come un’imposizione maschilista.

Quanto ad altri casi di sottomissione della donna, proviamo a leggere questo passo di un noto testo cristiano che viene definito “Parola di Dio”: “le mogli siano sottomesse ai mariti…in tutto…il marito infatti è capo della moglie” (Ef 5, 22-24). L’idea di Paolo, fariseo, nasce probabilmente dal fatto che Dio è capo della popolazione, e la stessa Bibbia riconosce che la sposa (popolazione) si è rivelata una donna infedele, adultera (Ger 2, 23-24; 3, 2-3; Ez 16, 1ss.), mentre lo sposo (Dio) è sempre fedele, cioè giusto. L’immagine è tuttora accattivante, “ma attenzione” osserva correttamente una voce critica “ad usare oggi una metafora nuziale per parlare dell’Alleanza”: siamo davanti a un rapporto d’amore non paritario, oggi difficilmente accettabile nel nostro ambiente culturale; siamo davanti a una Scrittura pensata al maschile dove Dio è la controfigura dello sposo, mentre Israele, popolo amato ma infedele, è la figura della sposa; ma se Dio diventa maschio, lo sposo è la controfigura di Dio, e il maschio diventa Dio; lo sposo (il maschio) diventa santo, diventa onnipotente, diventa lontano e quando si fa prossimo incute timore,[23] diventa superiore;[24] e in questa disparità insidiosa cade anche Paolo che oggi sarebbe un pessimo consulente matrimoniale.

Eppure Paolo ha lasciato un’impronta indelebile per secoli. Fa ancora impressione constatare che ancora nel 1880, papa Leone XIII, nell’enciclica Arcanum divinae sapientiae[25] affermava, seguendo per l’appunto Paolo, che il marito è il principe della famiglia e il capo della moglie, la quale, pertanto, deve essere soggetta ed obbediente al marito. E ancora nel 1930 (solo qualche anno più tardi si sono sposati i miei genitori), papa Pio XI, nell’enciclica Casti connubii,[26] avvertiva i fedeli del pericolo dei maestri di errori, i quali offuscavano il candore della fede e della castità coniugale, scalzando la fedele ed onesta soggezione della moglie al marito, e ancor più audacemente affermando con leggerezza essere indegna la servitù della moglie al marito, con invece la pretesa che i diritti tra i coniugi debbano essere tutti uguali[27]. Sicuramente i talebani dell’Afghanistan accoglierebbero oggi queste affermazioni papali con grande entusiasmo, e siccome vari credenti cattolici ancora pensano che questi papi avevano ragione, vuol dire che abbiamo ancora tanti talebani fra di noi[28].

Dunque l’inferiorità della femmina rispetto al maschio è stata ribadita lungo tutta la storia della Chiesa. Del resto, lo Stato del Vaticano non ha sottoscritto la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo del 4.11.1950[29]. Formalmente è perché non fa parte dei 47 Paesi membri del Consiglio d’Europa (è solo Stato osservatore), e solo gli Stati membri possono aderire e firmare la convenzione; ma anche se fosse membro effettivo non la potrebbe comunque firmare perché essendo l’istituzione vaticana maschilista, non accetta ancora il principio di piena uguaglianza uomo-donna, che invece è uno dei cardini della convenzione (art.14 che vieta ogni discriminazione fondata sul sesso). Quindi, prima di sottoscrivere la convenzione dovrebbe ammettere le donne al sacerdozio, col rischio che una donna possa diventare anche papessa. Orrore!

C’è da chiedersi quante volte, nella nostra Chiesa, la predicazione di Paolo abbia preso il posto del messaggio di Gesù storico, creando le basi del cristianesimo senza corrispondere alle idee di Gesù.

Del resto anche gli apostoli erano inizialmente talebani. Pensiamo a quando sgomitavano per diventare capi e poter così comandare. Oppure, quando Gesù spiega che l’uomo non ha il potere discrezionale di ripudiare unilateralmente la propria moglie, anche senza che vi sia alcuna giusta causa (Mt 19, 3), fa intendere che non siamo davanti a un apprezzamento del celibato o a un divieto di divorzio consensuale – come è stato inteso dalla Chiesa – ma piuttosto davanti a una fuga di responsabilità dal matrimonio: il maschio ha precise responsabilità verso la donna che ha sposato. L’idea innovativa di Gesù non piace neanche ai suoi discepoli, perché se il matrimonio richiede responsabilità e non è un mezzo egocentrico per procurarsi la propria discendenza e scaricare la propria tensione sessuale, per i maschi non conviene più sposarsi (Mt 19,10), visto che comunque potevano trovare legittimamente altre donne[30]. Quando alcune donne vanno da loro a dire che Gesù era risorto dai morti, gli apostoli le liquidano in quanto appunto sono donne, col cervello di gallina, capaci solo di racconti assurdi (Lc 24,11), per cui non possono essere prese seriamente. Andrebbe loro dato il premio “il talebano d’oro”, non certo il premio per “il modello di vero cristiano”. Invece noi li abbiamo trasformati tutti in santi.

Qualche anno fa lo scrittore Tahar Ben Jelloun[31] ha sollevato un bruciante interrogativo: «La violenza è insita nell'Islam?[32] Si potrebbe rispondere ricordando la storia del cattolicesimo; ma sarebbe un modo per eludere una domanda imbarazzante. Evidentemente, l’Islam predica la pace e la tolleranza e coltiva valori dell’umanesimo; ma al tempo stesso parla anche di jihad, di lotta contro i miscredenti, di apostasia e di molte altre cose, interpretate tutte in maniere anche diverse. Tutto quindi è relativo, tutto dipende dall’interpretazione che viene data di questo o quel versetto». Infatti l’ambiguità delle scritture considerate sacre è tale da consentire interpretazioni spesso anche molto diverse e addirittura opposte[33]. Esattamente come è avvenuto e avviene nel cristianesimo. Ad esempio Bernardo di Chiaravalle, riconosciuto pure lui santo, nel contesto delle Crociate, quando aveva predicato con convinzione di essere interprete della volontà di Dio,[34] aveva sostenuto – senza trovare alcuna opposizione da parte di alcun papa - che non è peccato ammazzare i nemici, perché ammazzare il malfattore è malicidio, non omicidio[35]. Non vedo di nuovo grandi differenze con l’insegnamento che viene dato ancora oggi in Afghanistan: “Uccidere un infedele è cosa gradita a Dio. Dio è sempre disposto a perdonare gli errori di un credente, se questi combatte contro gli infedeli, sterminandoli”[36].

L’unica differenza è che il cristianesimo ha 750 anni in più di storia rispetto all’islam. E siccome noi abbiamo fatto più cambiamenti negli ultimi 70 anni che nei precedenti 1900, possiamo sperare che lo stesso accadrà con l’Islam: magari dovremo aspettare solo qualche secolo ancora.




NOTE

[1] Mancuso V., Io e Dio, ed. Garzanti, Milano, 2011, 201, che si richiama a un saggio di Alessandro Galante Garrone.

[2] Valori P., Il libero arbitrio, ed. Rizzoli, Milano, 1987, 17.

[3] Questo ha avuto grande influenza anche nella prima guerra mondiale, perché mentre il tasso di analfabetismo in Austria e Germania variava fra l’1e il 10%, in Italia si aggirava intorno al 50% (al momento della proclamazione del Regno, prima dell’istruzione obbligatoria, si aggirava intorno al 77% con punte del 90% nel Mezzogiorno). Quindi la maggior parte dei soldati italiani non era, ad es., in grado di leggere una cartina topografica, e se l’ufficiale di riferimento moriva, i soldati non sapevano più come muoversi, e si trovavano allo sbando.

[4] Enciclica del 20.6.1888, reperibile in www.vatican.va.

[5]Relazione tenuta dalla teologa Serena Noceti del 17.12.2016 a Trieste in https://www.youtube.com/watch?v=buwNu1MABhw.

[6] Ritengo che la vera ragione della proibizione si possa leggere ancora oggi chiaramente nel Catechismo di Papa Pio X del 1905, che almeno quanto a chiarezza non ha rivali neanche oggidì: la Chiesa ha sempre preteso il controllo assoluto della religione e sul gregge dei propri fedeli, ritenendosi unica tenutaria della vera fede:

- n. 883 D. È necessaria a tutti i cristiani la lettura della Bibbia? R. La lettura della Bibbia non è necessaria a tutti i cristiani, ammaestrati come sono dalla Chiesa, ma però è molto utile e raccomandata a tutti.

- n.884 D. Si può leggere qualunque traduzione volgare della Bibbia? R. Si possono leggere quelle traduzioni volgari della Bibbia, che sono riconosciute fedeli dalla Chiesa cattolica, e sono accompagnate da spiegazioni approvate dalla Chiesa medesima.

- n. 885 D. Perché si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia, che sono approvate dalla Chiesa? R. Si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia che sono approvate dalla Chiesa, perché essa sola è legittima custode della Bibbia (ndr: forse gli ebrei avrebbero qualcosa da ridire).

- n. 886 D. Per mezzo di chi possiamo noi conoscere il vero senso delle Sacre Scritture? R. Il vero senso delle Sacre Scritture noi possiamo conoscerlo solo per mezzo della Chiesa, perché solo la Chiesa non può errare nell’interpretarle.

- n. 887 D. Che dovrebbe fare il cristiano se gli venisse offerta la Bibbia da un protestante o da qualche emissario dei protestanti? R. Se ad un cristiano venisse offerta la Bibbia da un protestante, o da qualche emissario dei protestanti, egli dovrebbe rigettarla con orrore, perché proibita dalla Chiesa; che se l’avesse ricevuta senza badarvi, dovrebbe tosto gettarla alle fiamme, o consegnarla al proprio parroco.

- n. 888 D. Perché la Chiesa proibisce le Bibbie protestanti? R. La Chiesa proibisce la Bibbie protestanti perché o sono alterate e contengono errori, oppure, mancando della sua approvazione e delle note dichiarative dei sensi oscuri, possono nuocere alla Fede. Per questo la Chiesa proibisce eziandio le traduzioni della Sacra Scrittura già approvate da essa, ma ristampate senza le spiegazioni dalla medesima approvate.

[7] Nel 1560 il 60% della popolazione europea era passata alla Riforma (relazione del prof. Cassese Michele tenuta a Trieste, presso il centro studi Albert Schweitzer il 20.1.2017). Uno shock per il Vaticano.

[8] In www.treccani.it/enciclopedia/bibbia-la-diffusione.

[9] Sillabo di Pio IX, cap. IV (reperibile in internet in diversi siti): Socialismo, comunismo, società segrete, società bibliche, società clerico-liberali: tali pestilenze, spesso, e con gravissime espressioni, sono riprovate nella Epist. Encicl. Qui pluribus, 9 novembre 1846; nella Alloc. Quibus quantisque, 20 aprile 1849: nella Epist. Encicl. Nostis et Nobiscum, 8 dicembre 1849; nella Alloc. Singulari quadam, 9 dicembre 1854; nell’Epist. Quanto conficiamur, 10 agosto 1863.

[10] Ma non era forse causa sua anche la superstizione, visto che vietava l’istruzione?

[11] Per una carrellata su vari errori si rinvia a Culot D., E se Dio fosse contrario alla religione?, ed. Vertigo, Roma, vol. I, 2014, 270ss. Quello forse più conosciuto, anche se non certamente il più grave, è quello del Mosè “cornuto” (conosciuto appunto per la famosa statua di Michelangelo), anziché “risplendente”.

È stato in altre occasioni detto che siamo davanti a un’organica incapacità di rendersi conto che il pensiero degli altri esiste, e che forse “Riconoscere la parte di verità di cui l’altro è portatore può aiutarci a risolvere certe sfide del nostro tempo” (Irigaray L. , Condividere con il mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2009, 129).

[12] Ancora in quella ufficiale della CEI del 1974.

[13] È curioso notare come Paolo, il primo a scrivere di Gesù, non abbia mai parlato di lui come di un operatore di miracoli. Neanche la famosa fonte “Q” lo fa. Quindi il Gesù che fa miracoli sembra essere il tardivo sviluppo di un ritratto che all’inizio non aveva seguìto il ragionamento: Gesù fa miracoli tipo risuscitare i morti, sfamare con niente migliaia di persone? Allora deve concludersi per la sua divinità (Spong J.S., Incredibile, Mimesis, Milano-Udine, 2020, 9s.).

[14] Ad esempio: “ora cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità” (La Bibbia-Nuovo testamento, Piemme, Casale Monferrato, 1988; Il Nuovo Testamento, The Gideons International, Ginevra,1996); idem per la Bibbia Interconfessionale, Elledici, Torino-Roma, 2007.

[15] Per controllare la fondatezza di questa affermazione basta andare a vedere quali libri erano contenuti nell’Indice. L’ultimo Indice dei libri proibiti è ancora consultabile in rete su vari siti, ed è piuttosto interessante da leggere; erano proibiti, fra gli altri, Guicciardini, Monti, Leopardi, Beccaria (proprio quello che fu il primo ad opporsi alla pena di morte, cancellata appena da papa Francesco), Copernico, Galileo, Erasmo da Rotterdam, Bacone, Hume, Locke, Rousseau, Montesquieu, tutti i romanzi d’amore di Balzac, Dumas, ecc. ecc.

Visto che la Chiesa si auto-proclama maestra ed esperta in umanità (intervista al presidente del Pontificio consiglio per la famiglia monsignor Vincenzo Paglia, “Famiglia Cristiana” n. 53/2012, 35), che papa Benedetto XVI attribuisce alla Chiesa il merito della ricezione in Europa dei principi di libertà e responsabilità,  visto che la Chiesa afferma di essere l’unica a conoscere la Verità perché sorretta dallo Spirito Santo, ci si aspetterebbe che per questo sia sempre stata almeno un passo avanti; dovrebbe vedere in lei la locomotiva della società, mentre la storia dimostra che, almeno in passato, l’istituzione si è trovata ad essere spesso l’ultima carrozza del treno che tirava anche disperatamente il freno a mano: nella prima metà dell’‘800, la locomotiva era il teologo riformato svizzero Alexandre Vinet, il quale sosteneva che libertà di coscienza e libertà di culto sono la stessa cosa, mentre negare la libertà di culto equivaleva a negare la libertà di pensiero.

Prima di invocare le radici cristiane dell’Europa papa Benedetto avrebbe dovuto chiedere scusa anche per tutte queste proibizioni talebane.

[16] Bitani F., L’ultimo lenzuolo bianco, Neri Pozza, Vicenza, 2020, 58.

[17] Cfr. l’articolo al n.589 di questo giornale. In particolare, papa Pio XII, nella Lettera al Sant’Officio 8.8.1949 (in Enchiridion Symbolorum, Dehoniana, Bologna, 1995, n.3866) ha aggiunto che questo è un insegnamento infallibile: quindi è un dogma.

[18] Non potendo neanche la Chiesa revocare un dogma, l’ha lasciato cadere ultimamente in dimenticatoio.  Qui posso ricordare che perfino papa Benedetto XVI aveva scritto che, se non abbiamo più concezione simile a quella del concilio di Firenze, è perché possediamo semplicemente un nuovo concetto di umanità (Ratzinger J., Il nuovo popolo di Dio, Queriniana, Brescia, 1971, 358). Ma si è ben guardato dal riconoscere che evidentemente il dogma era sbagliato e lo Spirito Santo non aveva affatto assistito i padri del Concilio di Firenze.

[19]   Si tratta della Bulla unionis Coptorum Aethiopumque “Cantate Domino”, Decretum pro Iacobitis, da cui si è estratto l’efficace slogan “Extra Ecclesiam nulla salus”, stabilendo autorevolmente che “fuori della Chiesa non esiste salvezza”. Questo principio teologico venne poi consacrato nel Catechismo di Pio X art.169, che ancora io ho studiato da piccolo, con la formula: «No, fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come niuno poté salvarsi dal diluvio fuori dell'Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa».

[20] Enciclica reperibile in https://www.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals.index.html.

[21] Corano, sura della vacca, 2, 228; sura delle donne, 4, 34.

[22] Barbero A., Dante, Laterza, Bari-Roma, 2020, 223.

[23] Maggi L., Altissimo, potentissimo, tremendissimo, “Rocca”, n.6/2012, 56.

[24] Così la teologa Mary Daly, richiamata da Sebastiani L., Coscienza, libertà profezia di fronte alla legge, in A partire dai cocci rotti, ed. Cittadella, Assisi, 2001, 180 s.

[25] Reperibile  in www.vatican.va./Sommi pontefici/.

[26] Reperibile  in www.vatican.va./Sommi pontefici/.

[27] Entrambe le encicliche sono sempre reperibili sul sito www.vatican.va/phome.it  digitando la voce encicliche sotto il nome dei papi.

[28] Da noi ancora oggi è possibile assistere (non dico partecipare) ad una messa che potremmo tranquillamente definire preconciliare. Quando a messa sentiamo inneggiare alla lettera di Paolo (sui mariti e le mogli), mi sembra che la predica di quel prete non sia lontana dalle posizioni dei talebani afgani, e sentirle ribadire oggi in chiesa dovrebbe farci rabbrividire.

[29] Elenco degli Stati firmatari nella page dell’Ufficio dei Trattati, del Consiglio d’Europa, in www.conventions-coe.int.

[30] Come si vede, l’idea di san Paolo, appena vista, era un’idea piuttosto comune all’epoca, tanto che l’idea innovativa di Gesù (secondo cui il matrimonio deve essere una scelta d’amore e non un mezzo egocentrico per procurarsi la propria discendenza e scaricare la propria tensione sessuale, per cui l’uomo non può cacciar via a sua discrezione la sposa) non piace neanche ai discepoli.

Per i maschi, adulterio era solo il rapporto con una donna ebrea sposata; per le femmine, invece, era il rapporto con qualunque altro uomo. Dunque l’uomo poteva andare tranquillamente con tutte le pagane che circolavano dalle sue parti, mentre se andava con un’altra ebrea sposata era punibile, ma solo perché giuridicamente ledeva la proprietà di un altro uomo, essendo la donna sposata di proprietà di quell’altro uomo.

[31] “La Repubblica” 27.9.2014, 1-17.

[32] Cfr. l’articolo Come è nata la religione del 28 aprile scorso, al n. 763 di questo giornale (https://sites.google.com/view/rodafa/home-n-763-28-aprile-2024/dario-culot-com%C3%A8-nata-la-religione): ogni religione è nata dalla violenza.

[33] Abbiamo ad es. visto la settimana scorsa come l’apostata può ricevere nello stesso Paese (l’Afghanistan) due trattamenti opposti: nessuna condanna o anche condanna a morte.

[34] Richard J., La grande storia delle crociate, ed. speciale per “Il Giornale” da Newton & Compton, Roma, 1999, 271.

[35] Bernardo di Chiaravalle, Lode alla nuova milizia, III, 4.; testo latino nel sito dell’Ordine del Santo Sepolcro: De laude novae militiae ad Milites Templi, in www.santosepolcro.com.

[36] Bitani F., L’ultimo lenzuolo bianco, Neri Pozza, Vicenza, 2020, 60.