Il drone e la rondine
di Stefano Angelli
Creazione digitale tramite IA
C’era una volta, qualche giorno fa, un drone a lungo raggio, diretto sull’obiettivo. Volando incontrò una rondine - tra le poche rimaste - che gli chiese:
“Tu chi sei? Crrrrpt!”
“Non so, conosco solo me e i miei fratelli. Voliamo sopra le macerie di Gaza, sul mare, in Europa, ad Est.
Portiamo dolore e morte, lo so, ma non possiamo farci nulla, tocca obbedire, qualcosa fatto dagli uomini in Israele, Russia e Ucraina, ci costringe a volare e colpire navi e persone.
Forse, sconfinando, scateneremo una nuova, grande guerra.
Vorrei tornare indietro, oppure morire qui, subito, ma non posso, l’uomo mi ha condizionato ogni circuito.”
Allora la rondine ebbe pietà di lui e disse: “Adesso sei libero dall’uomo, stai volando sopra il mare con me, non ci pensare”, e fece un’acrobazia, serrando le ali, picchiando e garrendo fino al pelo dell’acqua, per poi risalire in alto velocemente.
Il drone a lungo raggio fu attraversato d’improvviso da una forte corrente elettrica e sentì che era libero dalla sua programmazione.
Iniziò allora a fare piroette e looping nell’aria, spegnendo anche il motore, affidandosi al vento tiepido del Mediterraneo, mentre la rondine seguiva ogni sua evoluzione.
Per la prima volta, da quando aveva coscienza di sé, provò un brivido elettrostatico, ebbe voglia di ridere.
“Cos’è questo brivido nuovo? Mi sento strano, in pace”.
“Si chiama gioia, e dura un attimo sai, ma gli uomini l’hanno dimenticata, sostituendola con l’odio.”
A quelle parole, si ricordò dell’esplosivo che portava. Divenne triste e smise di fare evoluzioni. Disse alla rondine: “Grazie amica mia, ti ricorderò sempre.”.
Spinse le sue quattro eliche al massimo, le orientò verso il basso, e si schiantò nel mare in un’ultima esplosione di gioia.