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87 anni, innamorato di ChristƏ tra Becciu e Bianchi

di Stefano Sodaro




Riconosciamolo ed esprimiamolo senza troppi imbarazzi: le teologie femministe non sono nelle corde di Francesco, Vescovo di Roma, che proprio oggi compie 87 anni, e un po’ tutta la questione delle donne – al plurale - resta ancorata alla ribadita esistenza di presunti e, ci si permetta, indimostrati princìpi (petrino e mariano) nella sua visione ecclesiologica. 

Ma “la” donna non esiste. Esistono, appunto, “le” donne. 

È un po’ la riproposizione del contenuto della lettera apostolica Mulieris dignitatem di Papa Giovanni Paolo II, Santo, da cui pare non ci si riesca a spostare.

Detto questo, però, è ancora detto pochissimo, se non niente.

Di oggi sono due notizie che sembrano perimetrare quasi a forza nelle angustie delle vicende ecclesiali ed ecclesiastiche italiane la collocazione e l’esercizio del ministero di colui che deve, secondo la dottrina cattolica, incarnare efficacemente il segno di unità della Chiesa.

Il Card. Angelo Becciu è stato condannato dal Tribunale dello Stato della Città del Vaticano (che non è un Tribunale della Santa Sede, nonostante quanto si senta e si legga in queste ore, anche da parte di autorevoli studiosi) ed Enzo Bianchi – senza appellativi che precedano il suo nome e cognome, nemmeno quello di “Fratello” o “Fra” – è stato ricevuto in udienza privata da Francesco.

Per la sentenza di condanna del cardinale è stato emesso un Comunicato ufficiale, rinvenibile qui.

Con entrambi, Becciu e Bianchi, il medesimo Papa sembra avere adottato una linea di comportamento pubblico – espressa dal procedimento penale appena conclusosi in primo grado per il primo e dal decreto amministrativo personale approvato in forma specifica nell’ormai lontano 2020 per il secondo – ed una privata, sostanzialmente opposta a quella pubblica. Si può ricordare che Francesco celebrò la Messa “In Coena Domini” del Giovedì Santo 2021 nell’appartamento del Card. Becciu, proprio mentre era in corso di giudizio penale davanti al menzionato Tribunale.

Eppure il Pontefice appare sempre sereno, consapevole anche delle proprie condizioni di salute, fermo nei propri convincimenti e fiducioso verso un futuro di speranza costi quel che costi.

Come fa Francesco, oggi 87enne, a mantenersi sempre tranquillo nonostante tutto? Ha una ricetta particolare? Una formula? Ricorre ad un qualche espediente spirituale?

Per puro caso – ammesso e non concesso che il caso esista – ci è capitato di imbatterci in un passo delle Meditazioni a Nazareth di Charles de Foucauld, pubblicate nel 2002 da Mimep-Docete. Vi si trova scritto (alle pagg. 279-280): Talvolta è difficile trovare un buon fidanzato sulla terra e, malgrado ciò, anche il migliore dei fidanzati terreni è poca cosa, un infimo mucchietto di cenere e polvere. Un nulla, niente di niente. Ma Lui, il Re del Cielo, possiamo averlo come fidanzato quando vogliamo. Lui accoglie ogni anima… anche la più misera e disprezzata e si dona a tutti. Mio Dio quanto sei buono!

Il linguaggio è quello – oggi per noi a dir poco stucchevole, a tratti forse persino insopportabile – della seconda metà dell’Ottocento/primi del Novecento, ma proviamo a “cambiare genere” a quel divino sposo, a rendere il “Re del Cielo” “Regina”, mantenendo tuttavia la sua identità divina e non tracimando dunque nella devozione mariana. Il risultato è abbastanza stupefacente, se non sconvolgente.

Ecco, l’impressione è che l’odierno 87enne Vescovo di Roma sia davvero un innamorato di Lui/Lei e che, solo per questo, riesca a reggere anche l’urto della contraddizione, che magari può avere addirittura provocato, tra diritto e pastorale.

Gli innamorati sono contraddittori per eccellenza. L’innamoramento abolisce le logiche binarie alternative del principio di non contraddizione.

Certo, sì: Francesco è gesuita. Senza dubbio. Eppure pare sempre di più e più che mai foucauldiano.

Noi ce le vediamo le piccole sorelle e i piccoli fratelli presenti in tribunale a discutere cause?

Però piano a rispondere “quando mai!”, si ricadrebbe nelle tenaglie del principio di non contraddizione. Tanto per fare un esempio, la Rettrice dell’Università online dell’Ordine Domenicano “DOMUNI”, suor Marie Monnet, è infatti avvocato – che esercita, con perizia e doverosa disinvoltura, la sua professione a difesa, in particolare, dei diritti dei migranti -, pur continuando ad appartenere all’Ordine di San Domenico.

Francesco ha sposato da papa – non prima – la teologia latinoamericana della liberazione. Quella teologia ha ormai numerose, interessantissime, declinazioni al plurale. Tra esse quelle delle teologie femministe. Lo scarto è breve, tra visione papale e acquisizioni teologico-femministe, ma il passo non è stato osato e dunque resta incompiuto.

Ad 87 anni essere innamorati di Cristo/a è però impressionante e l’innamoramento sa sempre riservare sorprese. Molto più rivelative – anche questo sia permesso dirlo – di porpore cardinalizie e nuove fraternità simil-monastiche.

Auguri al Papa, dunque. Ma auguri anche tutte e tutti noi.

Può anche essere che, per qualcuna e/o qualcuno di noi, la Regina o il Re del Cielo abbia preciso nome e cognome. E indirizzo, email, numero di telefono cellulare.

Buona domenica.