Albero dei cachi, Magnano - Foto tratta da commmons.wikimedia.org

OMNIA PROBATE


(Vagliate tutto / Ritenete il buono)







Rubrica quindicinale a cura di Guido Dotti, monaco di Bose



n° 26 

TRA LA MORTE E LA VITA

Dorothee Sölle




di Guido Dotti

 

Dorothee Sölle, Berna (1989) - foto tratta da commons.wikimedia.org

Nel Primo Mondo (l’occidente industrializzato) abbiamo imparato molto bene a ignorare l’esilio, e ciò significa che abbiamo dimenticato perfino la sete della giustizia e dell’equità. Siamo diventati tutt’uno con il cinismo oggettivo della cultura dominante.

Dorothee Sölle, Scegli la vita!, Claudiana, Torino 1984, p. 12.

 


“Scegli la vita!” è l’invito, tratto dal libro del Deuteronomio (Dt 30,19), che Dorothee Sölle volle dare alla raccolta di alcune sue conferenze tenute a Buenos Aires nel settembre 1979, quindi in piena dittatura militare. La Prefazione all’edizione italiana – redatta nel novembre 1982 e dedicata alla memoria di don Lorenzo Milani – dà conto del fatto che il testo originale era stato scritto “prima di quegli avvenimenti fondamentali che determineranno la storia europea per il resto del nostro secolo”. E noi oggi – abituati a considerare svolte epocali il crollo del muro di Berlino o l’attentato alle Torri Gemelle – ci chiediamo quali mai possono essere stati gli “avvenimenti fondamentali” accaduti tra settembre 1979 e novembre 1982. La risposta di Sölle può apparirci sorprendente. Ecco infatti cosa la teologa luterana considera “una delle più imponenti corse agli armamenti tecnologico-militari dopo la scoperta e la sperimentazione della bomba atomica”: l’installazione in Europa di 572 testate nucleari da parte della NATO. Esagerazione? Distorsione ideologica? A un anno dall’inizio della guerra scatenata dalla brutale aggressione della Russia all’Ucraina non ne siamo più così certi.

La discriminante tra corsa agli armamenti e il suo rifiuto è presentata come scelta radicale tra la morte e la vita, tra la logica del dare morte prima di riceverla o trasmettere vita e prendersene cura. E questa scelta viene esaminata a partire da una doppia immagine biblica sintetizzata del rabbi chassidico Hanock: “Il vero esilio del popolo di Israele in Egitto consisteva nel fatto che aveva imparato a sopportarlo”. Così i cristiani, nella lettura profetica e provocatoria di Dorothee Sölle, hanno rinunciato alla loro condizione di “stranieri e pellegrini” (cf. 1Pt 2,11), al loro vivere nella consapevolezza che “ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera” (cf. A Diogneto V,1 – VI,1), per assuefarsi alla mentalità mondana che ripete ogni giorno “Scegli la morte!” (per il nemico, ovviamente). E, di conseguenza, vivono sopportando e anzi rimpiangendo la schiavitù sperimentata in Egitto.

Sono parole forti, quelle di Sölle, parole che vorremmo poter smentire, ma che ci mettono di fronte alle nostre scelte quotidiane e alle opzioni di fondo nella nostra vita: “sete di giustizia e di equità” oppure “cinismo della cultura dominante”? Ma anche parole cariche di speranza umana e cristiana, come scriveva il vescovo della Namibia Colin Winter a proposito dell’opera di Dorothee Sölle: “ci fornisce l’incentivo necessario a liberarci dalla paura e ci rende più capaci di amare, grazie al nostro impegno a lottare con e per gli oppressi. Solo così possiamo essere smossi dalla situazione attuale in cui ‘viviamo solo in parte la nostra vita’ e cominciare a sperimentare in noi la vita di resurrezione che conobbero i primi seguaci di Gesù”.

Consapevolezza, stimolo, speranza e prospettiva che non dobbiamo mai perdere di vista, nemmeno nei tragici giorni bui di una guerra alla quale rischiamo di assuefarci.



        

Dorothee Sölle (1929-2003), teologa, pacifista, ecologista e femminista tedesca. Nelle sue opere e nel suo impegno sociale ha dato forma una “futura etica cristiana” basata su fantasia creatrice e obbedienza al Vangelo, capace di farsi carico delle sfide più tragiche del nostro tempo come la sofferenza, la guerra, la povertà, la discriminazione, l’oppressione.


Chiesa monastica di Bose - foto tratta da commons.wikimedia.org