I racconti di Rodafà


3. Lo sberleffo


di Stefano Agnelli

Il TIR procedeva lentamente, in coda e a passo d’uomo guadagnava palmo a palmo quelle poche decine di metri che lo separavano dal casello di Sistiana, in uscita dalla A4 Torino – Trieste. Dall'alto della sua cabina l’autista poteva vedere chiaramente l’interno della vettura che aveva di fianco, un’Alfa rossa spider, con a bordo un’intera famiglia di quattro persone. I due coniugi litigavano con violenza, agitandosi entrambi, i loro figli, sempre ammesso che i due bambini sul sedile posteriore lo fossero, ascoltavano attoniti, come pietrificati dalle urla degli adulti.

Distolse lo sguardo, non voleva veder litigare, proprio non ne aveva voglia. Pensava a quei bambini sulle poltroncine posteriori, avrebbe voluto scendere, farli uscire e giocare con loro a rincorrersi fra le macchine in coda, poi correre nel prato a fianco, correre e correre ancora, fino a cadere a terra ridendo, esausti ed ansimanti.

Abbassò il finestrino, l’aria era calda, bollente, anche per effetto dei tanti motori accesi delle vetture circostanti. Radio Rai, Cis, viaggiare informati, poi un brano di musica classica: l’estate da Le quattro stagioni di Vivaldi. Non ascoltava mai quel genere di musica, ma conosceva bene quel brano. Quando frequentava le scuole elementari, la sua maestra aveva l’abitudine di far disegnare lui ed i suoi compagni con Vivaldi in sottofondo. Quella musica fece affiorare vecchi ricordi, fra i molti che in età avanzata recuperiamo con piacere, frammenti d’un periodo più o meno felice, quando le vie e le case, con i loro cortili, ci appaiono enormi. Si rivide bambino, intento a pasticciare con gli acquerelli un foglio oramai imbevuto d'acqua, rivide il suo grembiule nero, con il fiocco rigorosamente azzurro ed il numero romano “IV” sul taschino.

Ripensò ai giochi ed alle corse in bicicletta lungo l’argine del Po, alle capanne di canna ed ai fucili a gommini, ricavati dalle camere d’aria delle bici, alle forcelle di salice tagliate per farne delle fionde.

Volse nuovamente lo sguardo ai bambini nell’Alfa rossa, uno di essi lo stava guardando. Allora, con un gesto improvviso, si abbassò con il pollice e l’indice della mano destra la parte inferiore delle palpebre, mentre con l’indice della mano sinistra si schiacciò la punta del naso, alzandola fino a mostrare l'interno delle narici. Era l’imitazione del teschio, che suo padre usava fare spesso a tavola, mentre sua madre, di spalle, finiva di cucinare la cena.

Il bambino rise e scosse la sorella per attirarne l’attenzione. Rise quindi anche la bambina, ancor più divertita. L’autista tornò a girarsi per far avanzare nuovamente l’enorme veicolo, ed alzò lentamente il volume della radio.

Ora quei due potevano anche continuare a litigare, mentre i bambini ripetevano ridendo il nuovo gesto buffo appena imparato, gli avrebbe dato sicuramente meno fastidio.


Mappa di Murano - Benedetto Bordone (1450-1530) - Isolario di Benedetto Bordone nel qual si ragiona di tutte l'isole del mondo, con li lor nomi antichi & moderni, historie, favole, & modi del loro vivere, Venezia 1547 - immagine tratta da commons.wikimedia.org