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Il gatto Yuki - foto di Sara Sodaro

All’armi


di Stefano Sodaro


Gli exit-poll delle elezioni politiche italiane sembrano consegnare il Paese alla coalizione di Centro-Destra. Ovviamente si devono attendere dati più consolidati, ma si delinea – al momento – la seria, concreta, possibilità che Giorgia Meloni diventi Presidente del Consiglio dei Ministri. Non sembra che possa essere altrimenti.

La storia della formazione politica di cui tale possibile Premier è leader è una storia, tuttavia, non di centro-destra, ma di destra, riannodandosi al Movimento Sociale Italiano (MSI).

È un risultato straordinario, ma non stupefacente (ammesso e non concesso che sia questo anche alla fine dello spoglio delle schede votate). Per molti motivi che lasciamo esporre agli opinionisti politici, non è il nostro mestiere.

Viene da chiedersi, tuttavia, prima domanda: che cosa ne sarà delle minoranze? Minoranze politiche, linguistiche, etniche, di orientamento di genere, di orientamento filosofico.

La sinistra è stata – lo diciamo a livello oggettivo – particolarmente silenziosa e sostanzialmente incapace di incanalare il “sentiment”, come si dice, popolare.

Il nostro, però, non è un settimanale politico e più di tanto, dunque, non possiamo, né dobbiamo, né vogliamo dire.

La complessità è una cosa, la complicazione un’altra, il suo contrario. La semplicità è una cosa, il semplicismo un’altra, il suo contrario. Quali delle due cose si sia voluto premiare con il proprio consenso quest’oggi in Italia, sarà obbligata riflessione di ognuna ed ognuno di noi.

I partiti, si dice, appartengono all’era, morta e sepolta, della cosiddetta “Prima Repubblica”. In effetti, nessuno, tranne la maggiore formazione di opposizione – sempre stando agli exit poll di poco fa –, ha osato mantenere il sostantivo “partito”. E, tuttavia, benché formalmente – quasi tutti – “antipartiti”, che cosa sono in realtà?

Ci sarà poi una riflessione da fare all’interno della storia e dell’attualità della Chiesa italiana. I vescovi italiani riuniti nella CEI, la Conferenza Episcopale Italiana, sono sempre stati parecchio distonici rispetto al magistero ed alla guida pastorale di Francesco papa. Sino alla nomina, proprio alla presidenza della CEI, del Card. Matteo Zuppi, ma si tratta di designazione troppo recente, di esatti soli quattro mesi fa (https://sites.google.com/view/rodafa/home-edizione-speciale-25-maggio-2022). Pochissimo.

Il nostro Paese è destinato ad essere sempre di più un Paese multi-religioso: quali saranno le politiche in tale direzione?

Ancora una meditazione “a caldissimo”: e la nostra economia? Domani mattina i mercati come reagiranno? La demonizzazione del mercato porta alla fame, non è nostro compito dirlo, ma sarebbe necessario riconoscerlo. Ci attende forse l’autarchia, memoria d’altre epoche?

E nei confronti di Putin che ha invaso l’Ucraina quale sarà la politica italiana governativa?

E che ne sarà delle politiche ambientali?

Per il momento solo domande, ma domani è comunque un altro giorno.