Tra Camerini e Sabahi, abune Basilios sul tram di Opcina
EDITORIALE
di
Stefano Sodaro
Tra Camerini e Sabahi, abune Basilios sul tram di Opcina
EDITORIALE
di
Stefano Sodaro
Tutte le immagini sono tratte dalla rete, si resta a disposizione per il riconoscimento di eventuali diritti
Il nostro settimanale ambirebbe a distinguersi, almeno un po’, dal mainstream editoriale, provando a coinvolgere lettrici e lettori verso un obiettivo concreto che possa essere comune, condiviso, partecipato.
L’idea è questa: far convergere a Trieste due autrici del calibro di Miriam Camerini e Farian Sabahi per farle incontrare in un confronto e dialogo su quanto sta accadendo in Israele, in Iran e nella nostra cultura. È una specie di “scommessa organizzativa”, su cui ci sentiamo di poterci impegnare ma per il cui felice esito quanto a compiutezza logistica e capacità progettuale sentiamo di poter rivolgere un appello e lettrici e lettori de “Il giornale di Rodafà”: chiunque sia disponibile a contribuire, in qualunque modo, può scriverci via mail all’indirizzo ilgiornalediodafa@virgilio.it
Sarebbe anche il modo per festeggiare l’uscita del nostro numero 800, avvenuta due settimane fa. Su tale numero sono intervenute entrambe con propri contributi originali: Miriam Camerini e Farian Sabahi, appunto.
Com’è immaginabile, è richiesto un certo sforzo anche economico – reperimento di una sala polifunzionale, campagna pubblicitaria, copertura di spese vive, allestimento tecnologico – che crediamo si possa ripartire tra chi creda nel valore di ciò che facciamo, con la povertà e la modestia dei nostri mezzi. Peraltro, non vorremmo in ogni caso rinunciare – costi quel che costi – ad avere a Trieste due simili protagoniste del dibattito più vivo e cocente d’attualità, note a livello internazionale.
Nel capoluogo giuliano, ieri è ripartito il Tram di Opicina. Difficile riuscire a descrivere l’impatto simbolico ed emotivo di simile evento, per triestine e triestini, dopo più di 8 anni di interruzione. Temevamo che una intensa coloritura del nostro vivere qui – e dunque pure della nostra memoria – fosse ormai sbiadita per sempre, sino a svanire. Invece da ieri almeno una vettura blu della ormai antica trenovia, che sfida il ciglione carsico verso l’altipiano appena prima della Slovenia, ha ripreso a sferragliare. Auguri! Tanti! Il Tram di Opicina dà concretezza, in qualche modo, a quella sensazione di dislocazione, di dis-identità – di “non saper più chi sei”, come disse il filosofo Pier Aldo Rovatti -, che le terre di confine riescono a far oscillare. Come un tram, precisamente. Ed in particolare, senza dubbio (almeno per noi), Trieste.
Cambiamo ancora scenario, per continuare ad oscillare.
Alcune testate – la Rivista Africa, L’Osservatore Romano - hanno dato spazio, anche nel nostro Paese, ad una notizia che riguarda l’Eritrea e la sua Chiesa Ortodossa: l’avvenuta intronizzazione domenica scorsa, 26 gennaio 2025, nella Cattedrale di ‘Nda Mariam, ad Asmara, del nuovo Patriarca, Abune Basilios, settantenne.
La successione dei Patriarchi Ortodossi d’Eritrea non è faccenda semplice, perché intrisa di complicazioni politiche e di debolezze istituzionali intrinseche, ma ciò che appare di particolare importanza in quest’occasione è che, a differenza del passato per alcuni Patriarchi precedenti, si è avuto il consenso partecipato di tutte le altre Chiese, compresa quella madre di Alessandria d’Egitto, sede del Patriarca Copto che conferì, nel 1999, legittimità canonica al primo Patriarca della Chiesa Ortodossa Autocefala di Eritrea, Abune Philipos, novantottenne. I problemi, cui si è accennato, si determinarono con l’incarcerazione e la successiva detenzione di Abune Antonios – nel 2005 –, nonché con l’elezione, nel 2007, del successore Abune Dioskoros, non da tutte le Chiese considerato legittimo. Ora, come si sottolineava, si volta pagina.
Tra Israele e Iran – figurativamente – è possibile tracciare un segmento quale base di un triangolo irregolare che poi veda congiungersi gli altri due lati in Eritrea, un triangolo rovesciato. Ecco, di questo triangolo vorremmo che Trieste prendesse coscienza, trasformando, anzi aprendo, quel triangolo in un quadrilatero del tutto irregolare, con base inferiore tra Bandar Abbas, in Iran, ed Asmara, capitale dell’Eritrea, un lato sulla destra che corra tra Bandar Abbas e Gerusalemme, uno sulla sinistra che congiunga Asmara a Trieste ed un quarto che congiunga Trieste a Gerusalemme.
Ci prepariamo così a fare tutto il possibile perché simile quadrilatero trovi “realizzazione interpersonale” in quell’evento che vorremmo promuovere ed organizzare.
Pertanto, a presto e buona domenica.
(E dateci una mano, se vi va...).