Ma dov’era Dio?
di Silvano Magnelli
La Risiera di San Sabba - foto di Pier Luigi Mora tratta da commons.wikimedia.org
In questi giorni di vacanza, un amico non triestino mi ha raggiunto, per cui siamo stati insieme in alcuni momenti ricreativi, ma poi, volendo sapere qualcosa di più della nostra città, abbiamo pensato ad un momento di maggiore conoscenza, passando dalla visita classica a S. Giusto a quella più complicata della Risiera di San Sabba. Non ne sapeva quasi niente, e comunque tutto per sentito dire, per cui il sottoscritto, in abito da guida turistica e lui incuriosito da questa visita particolare, abbiamo insieme affrontato la memoria di quel luogo infelice.
Una volta fuori, vedevo che era turbato non poco, per la ovvia differenza tra il non sapere e il sapere in presa diretta, e quasi all’improvviso, mi ha rivolto una domanda troppo impegnativa per qualsiasi tipo di risposta: “Ma dov’era Dio?”.
Certo non pretendeva da me una risposta, visto l’entità della domanda, ma, dovendo comunque dire qualcosa, dissi che forse la domanda non era quella giusta, e che forse doveva essere piuttosto cambiata in “Dov’era l’uomo?”. Va detto che la sua domanda era comunque pertinente, perché veniva da un naturale moto di compassione, dopo aver visitato un luogo di tale enorme e abnorme sofferenza. E purtroppo essa può ancora essere declinata al presente, a causa dei luoghi orrendi come quello tuttora sparsi nel mondo, e magari avvolti dal più fitto mistero.
La generazione a cui appartengo, in sintesi definibile postbellica, costituita da quelli nati dopo il 1945, è cresciuta nella consapevolezza della tragedia che ci ha preceduto di poco, ma nella forse ingenua speranza che, dopo tanto dolore, potesse aprirsi una fase in cui tali vergogne fossero irripetibili e impensabili. Come sappiamo, così non è stato, anche se la mappa dei Paesi tutelati sul piano del diritto umanitario più elementare è oggi più estesa che nel passato.
Rimane l’enigma del male oscuro, che affligge l’uomo da sempre, per cui Caino non è mai morto, non è mai sparito dal circuito umano e si ripresenta in forme agghiaccianti in un’epoca che comunque rimane la più civile di tutte quelle che ci hanno preceduto. E tornando alla domanda dell’amico indignato, si può aggiungere che la libertà che Dio nel suo amore, per noi incomprensibile, ci ha lasciato, apre il sipario, oggi più che mai per l’evoluzione storica in corso, di una presa di coscienza della responsabilità di essere uomini liberi di amare, purtroppo anche di non farlo, ponendoci quindi sul crinale giusto, per cui ogni uomo è mio fratello e mia sorella e non posso, come disse il Mahatma Gandhi, ferirlo o fargli del male, senza ferirmi o fare del male a me stesso.